La Val Resia tra storia, natura e antiche tradizioni

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Val Resia
Val Resia, Tarvisio

Situata nella provincia di Udine, la Val Resia è un territorio di grandissimo interesse non solo sotto il profilo linguistico-culturale, per cui è nota ai più, ma anche per il suo patrimonio naturalistico. Si tratta, infatti, di una delle più suggestive vallate alpine del territorio, vero e proprio cuore del Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie.

Se siete interessati a questa zona e state cercando delle informazioni riguardanti storia, natura e tradizioni della Val Resia per le vostre prossime vacanze, rimanete su questa pagina: il seguente articolo fa proprio al caso vostro. 

Val Resia: la lunga storia di una valle “isolata”

La posizione geografica della Val Resia ne ha condizionato in modo sostanziale, nel corso della storia, l’insediamento umano e le vicende storiche. Essa, infatti, è rimasta a lungo isolata rispetto ai territori limitrofi e si è evoluta in modo autonomo.

In epoca preistorica la valle era probabilmente abitata, ma non ne sono state rinvenute tracce archeologiche. Successivamente è probabile, in consonanza con quanto avveniva nella vicina Valcanale e nel Canal del Ferro, che l’area sia stata occupata dal popolazioni celtiche e successivamente dai romani; tuttavia anche di queste fasi non sono state rinvenute tracce materiali.

In seguito alla caduta dell’impero romano, con lo spostamento di popolazioni barbare, arrivarono in Canal del Ferro e in Val Resia i Vendi, provenienti dalla Lusazia (una regione attualmente tra la Germania e la Polonia). Si tratta di una popolazione di pastori di lingua slava, che per sottrarsi alle invasioni degli Avari arrivò in questo territorio e vi si stabilì.

I Vendi rimasero anche durante la dominazione longobarda nel nord Italia e il territorio della Val Resia, durante il VI secolo, venne posto sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia, il quale si curò dell’amministrazione della regione anche sotto la dominazione franca e germanica.

I primi veri e propri documenti storici sulla Val Resia risalgono alla fine del XI secolo, quando un feudatario cedette il comprensorio della Val Fella e Val Resia al patriarca di Aquileia e, di conseguenza a tal cessione, venne istituita l’Abbazia di Moggio. La gestione amministrativa del territorio passò quindi ai monaci benedettini sino al XV secolo, quando la zona venne a far parte dei territori della Serenissima ricoprendo una certa importanza per la difesa delle Selle di Carnizza e di Guardia sino alla caduta di Venezia con le campagne napoleoniche.

Le condizioni di vita durante il XIX secolo erano spesso misere, tanto da costringere numerose generazioni all’emigrazione in cerca di lavoro, dapprima in modo stagionale e poi stabile. Per questo motivo, durante l’Ottocento, la Val Resia era uno dei territori friulani più poveri e arretrati, situazione che peggiorò nel primo dopoguerra, quando il processo di spopolamento aumentò ancora di più.

Il “miracolo economico” degli anni Sessanta e Settanta del Novecento iniziò a limitare l’emigrazione verso l’estero, ma non frenò lo spostamento di popolazione dalla valle, mancando in essa le strutture economico-produttive per creare lavoro su larga scala. Il terremoto del 1976 mise infine in ginocchio la zona: numerose sono infatti le frazioni che subirono gravi danni, superati solo con il lungo impegno e dedizione degli abitanti.

Oggi la Val Resia sta conoscendo uno sviluppo turistico che passa attraverso la valorizzazione delle sue risorse ambientali e storico-etnografiche. In tal senso è stato realizzato in anni recenti l’Ecomuseo della Val Resia (iniziativa promossa dall’Ente parco naturale delle Prealpi Giulie in collaborazione con il comune di Resia), nel cui circuito sono compresi il Museo Etnografico della Gente della Val Resia in località Poje, il Museo dell’Arrotino a Stolvizza e la Latteria di San Giorgio.

Il territorio: una grande ricchezza naturalistica

La Val Resia separa le Alpi Giulie dalle Prealpi Giulie occidentali ed è dominata da imponenti monti quali il Monte Plauris (1959 m) e il Monte Canin (2587 m), che costituisce il punto più alto e segna il confine tra l’Italia e la Slovenia.

La valle prende il suo nome dal torrente Resia, il corso d’acqua che nasce alle pendici meridionali del Monte Canin e che, dopo un percorso di circa 15 km, si getta nel fiume Fella, di cui è principale affluente. Le limpide acque del Resia sono particolarmente ricche di specie acquatiche, rendendolo una meta apprezzata per la pesca sportiva.

Dal punto di vista abitativo, la valle è caratterizzata da numerosi abitati che costituiscono le frazioni del comune sparso di Resia, con sede comunale nella frazione di Prato. Nella stessa frazione ha inoltre sede il Centro Visite del Parco Naturale delle Prealpi Giulie.

L’interesse turistico per il territorio è legato, oltre che agli aspetti culturali, al suo ricco patrimonio naturalistico. Il clima dell’area è caratterizzato da elevata piovosità, temperature relativamente miti ed escursioni termiche limitate: tutti questi fattori favoriscono lo sviluppo di una vegetazione particolarmente ricca e diversificata. Il patrimonio floristico conta infatti più di 1200 specie e sottospecie e oltre 60 endemismi.

Nella fauna si possono segnalare i tipici ungulati alpini (ad esempio caprioli e cervi nei boschi della valle, mentre sulle cime delle montagne stambecchi e camosci), ma sono presenti anche orsi bruni e linci eurasiatiche, recentemente reintegrati nelle valli attraverso progetti di ricerca.

L’avifauna comprende numerose specie di cui un centinaio nidificanti nel territorio, tra i quali compaiono numerosi rapaci quali aquila reale, grifone, gufo reale, poiana, allocco e civetta capogrosso. Sono inoltre presenti i tetraonidi dell’arco alpino tra cui il gallo cedrone, il gallo forcello e la pernice bianca.

Ricca è infine anche la biodiversità per quanto riguarda anfibi, rettili e insetti, che grazie alla variabilità del territorio trovano qui delle condizioni di vita ideali.

Cosa fare in val Resia: le attività da non perdere

Per gli amanti dello sport la Val Resia è piena di opportunità, adatte per tutte le fasce d’età e le preparazioni pregresse, dagli sportivi agli amatori.

Il modo migliore per godersi la natura è attraverso itinerari escursionistici: i sentieri sono molteplici e c’è solo l’imbarazzo della scelta. La Val Resia infatti offre un’ampia scelta di sentieri fisici e culturali diffusi su tutto il territorio, che permettono di scoprire non solo il paesaggio ma anche i luoghi della memoria ed elementi caratteristici della comunità. Per gli amanti della montagna durante i mesi invernali sono presenti dei sentieri su cui praticare l’alpinismo, in particolare sul monte Canin.

Sul torrente Resia è infine possibile svolgere l’arrampicata su massi (bouldering) e diverse attività acquatiche quali il rafting, il kayak e il bellyak immersi in un bellissimo paesaggio.

Cultura e tradizioni della Val Resia

Elemento caratteristico della Val Resia, come si è accennato, è la sua struttura insediativa: nella valle esistono cinque abitati maggiori, dotati di un centro e di borgate, le cui costruzioni costituiscono il patrimonio architettonico del territorio.

Purtroppo il terremoto del 1976 ha irrimediabilmente compromesso parte di questa ricchezza: solo Stolvizza (soprattutto borgo Kikei), Coritis e Uccea hanno mantenuto parte dell’antica struttura viaria ed edilizia. Dell’architettura storica della valle rimangono soprattutto edifici sacri (tra cui spicca la pieve di Prato) e gli edifici di Casa Longhino a Prato di Resia e Casa Lettig  a Stolvizza, tra gli esempi meglio conservati di tipica casa resiana.

Aspetto unico della comunità resiana è inoltre costituito dal suo patrimonio immateriale, prevalentemente dalla lingua, dal ballo e dalla musica, interessanti sotto l’aspetto antropologico-culturale per la loro arcaicità e che necessitano di tutela da una parte per l’esigua consistenza della comunità e dall’altra per i mutamenti socio-culturali degli ultimi decenni.

Per la particolare conformazione geografica della vallata, che, come si è detto, mantenne i suoi abitanti “isolati” per lungo tempo, i resiani parlano una singolare lingua paleoslava dalle origini molto antiche, riconosciuta dall’UNESCO come “lingua in via di estinzione” e oggetto di numerosi studi specialistici.

La comunità locale si distingue inoltre per alcune tradizioni tra cui spicca il carnevale resiano, denominato in lingua locale Pust. La festività è particolarmente sentita dalla comunità, ed in essa si ritrovano tutti insieme gli elementi caratteristici dell’idioma, del ballo e dell’antica musica resiana.

Questi ultimi due elementi, probabilmente, sono a loro volta di origine molto antica e prevedono delle musiche suonate da soli strumenti ad arco appositamente modificati (un violino e un violoncello, chiamati in resiano cïtira e bünkula) a cui si accompagna il  ballo (chiamato, appunto, la “Resiana”) dai passi codificati e dal ritmo incalzante.

La Val Resia, per le sue attrattive naturalistiche e culturali, è un territorio di grandissima ricchezza che merita senza dubbio di essere visitato. La sua posizione è inoltre comodissima per visitare altre aree di grande interesse nei dintorni quali il Tarvisiano, oppure raggiungere delle località slovene vicine al confine come Caporetto.

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