La leggenda del barone Pasquale Revoltella

Itinerari turistici romanzati di Graziella Casini Nicosanti

Buongiorno a tutti cari lettori, mi presento sono Graziella Casini Nicosanti, autrice di diversi romanzi che parlano della storia di Trieste. Oggi, voglio porre alla vostra attenzione un percorso originale attraverso la città di Trieste che oltre a farvi conoscere molte curiosità vi svelerà l’amore segreto del barone Pasquale Revoltella, uno dei più conosciuti mecenati dell’800 che ha lasciato in eredità alla città il famoso Palazzo Revoltella e il Parco di Villa Revoltella oltre a tutto il suo patrimonio.

Per fare questo ho inserito nel romanzo una nuova parte turistica che inizia cosi: “Da alcune ore sotto una pioggia battente il cielo si era fatto buio e cupo, trasformandosi le immense vetrate all’interno dell’Aeroporto di Ronchi in rigogliose cascate d’acqua formate dalle infinite gocce di pioggia, che unendosi fra loro, realizzavano evanescenti giochi di luce provenienti dai riflessi della pista d’atterraggio. Questi a loro volta si espandevano sui vetri lucidi dissolvendosi con mutevoli effetti luminosi dando vita ad insolite rarefatte atmosfere. Sembrava quasi infatti di essere proiettati in una sorta di confusione visiva, priva di precisi contorni dove non si era in grado di percepire i reali confini del luogo come in una sorta di labirinto magico distorto senza via d’uscita. Mentre l’aereo proveniente da Roma stava per atterrare in pieno orario, una donna elegantemente vestita con un tailleur griffato, raccolse velocemente dal piccolo tavolino del bar il suo portatile, con il quale stava preparando il planning di lavoro destinato alla troup che sarebbe arrivata quel giorno per girare le riprese inerenti al documentario commissionato da un’ importante emittente televisiva.”

Quale sarà il percorso da seguire? Semplice, lasciamo la macchina nell’ampio parcheggio dietro il Teatro Romano, soffermiamoci ad ammirare la costruzione datata alla fine del I secolo A.C. e poi attraversando il vecchio ghetto ebraico pieno di originali negozi di rigattieri carichi di tesori d’altri tempi arriviamo alla Piazza della Borsa, passando sotto il Passo della Portizza.

Tratto dal capitolo “La Portizza e il Panduro” (La leggenda del barone Pasquale Revoltella).

La maggior parte di gente distratta, che cammina frettolosamente per Trieste, non si sarà mai accorta di essere osservata da numerose teste di uomini, sistemate al centro dell’entrata di alcuni antichi portoni posti lì come minacciosi guardiani dell’edificio. I tratti somatici dei visi si dice che siano stati direttamente ispirati ai veri ritratti degli stessi facoltosi padroni di casa, in maggior parte mercanti Greci che vivevano all’ epoca in città e che commissionavano le opere.

panduro
Panduro

Unico a differenziarsi nel suo genere il bassorilievo del Panduro che troviamo sopra la Portizza, guardandola balza subito all’occhio il leone posto sul capo dell’uomo come trofeo, grazie al quale riusciamo ad identificarlo immediatamente. Si tratta del mitico Ercole con l’invulnerabile leone di Nemea, ucciso proprio da lui come superamento alla prima prova inserita nelle famose 12 fatiche (richieste ed affrontate dall’eroe per espiare le sue colpe provocate da Era, moglie di Zeus).

Le ragazze di Trieste
Le ragazze di Trieste

Lasciandoci alle spalle Piazza della Borsa arriviamo subito a piedi nel salotto della città: Piazza Unità d’Italia. Qui davanti ai nostri occhi si spalanca un panorama unico nella sua bellezza che arriva fino al mare, dove si riflettono le statue di Fiorenzo Baccio “Il bersagliere” e “Le ragazze di Trieste” mentre cuciono il tricolore.
Dopo aver ammirato i vari Palazzi in Piazza Unità è ora di proseguire per circa 15 minuti a piedi verso il Palazzo Revoltella.

Tratto dal capitolo “Inaugurazione al Palazzo Revoltella” (La leggenda del barone Pasquale Revoltella)

Tutta la giornata del 23 febbraio 1859 fu caratterizzata da un grande fermento per i vari preparativi della festa che si sarebbe tenuta alla sera in occasione dell’inaugurazione dell’elegante Palazzo Revoltella. Già al mattino presto un continuo via vai di persone si avvicendavano nel rifornimento dei vini e dei cibi provenienti da tutta la regione. I cuochi nelle cucine erano intenti a preparare le loro migliori pietanze ed i pasticceri stavano finendo di guarnire prelibati dessert. I camerieri apparecchiavano le tavole sontuosamente allestite, adoperando servizi di fine porcellana bianca bordati con fili d’oro, adagiando bicchieri di cristallo e alabastro di varie forme e posate in avorio e argento. Per l’occasione Pasquale Revoltella aveva ordinato una moltitudine di fiori e si era fatto fare delle particolari decorazioni per ornare l’interno della scalinata del palazzo utilizzando il ciclamino. Amava questo fiore in quanto lo ricollegava inconsciamente al ricordo di Miya …

parco di Villa Revoltella
Il parco di Villa Revoltella

Dopo aver visitato il Palazzo Revoltella e i vari piani suddivisi a secondo delle opere esposte abbandoniamo la città e rifugiamoci nell’enorme Parco di Villa Revoltella, se lo raggiungiamo con la macchina troviamo un ampio parcheggio proprio davanti.

Tratto dal capitolo “Il misterioso incontro nel parco” La leggenda del barone Pasquale Revoltella)

In quella notte particolare il cielo sopra Trieste era senza stelle ma, in mezzo ad alcune nuvole grigie che si muovevano rapide nell’atmosfera creando inquietanti panorami, una bellissima luna piena evocatrice di sogni perduti faceva capolino in tutto il suo splendore brillando nella magica forma sferica ammantando contemporaneamente con i suoi raggi soffusi tutta la vegetazione della villa. Pasquale stava passeggiando nel parco come faceva spesso ad alzando istintivamente lo sguardo al cielo per ammirarlo, rimase estasiato da quello spettacolo della natura che immutata nella sua forma riproponeva ogni notte da secoli. Camminava attraverso i sentieri di ghiaia rossi voluti da lui in ricordo dei colori dell’Egitto, si sentiva unicamente il rumore dei suoi passi cadenzati sopra i piccoli sasseti che ampliavano il senso di solitudine e tristezza percepito dal barone. Da molto tempo aveva quasi un percorso stabilito che inconsciamente seguiva nelle notti quando stentava a prender sonno e il senso d’ abbandono si impossessava di lui senza nessuna pietà. Era una camminata dettata dal cuore e dal sentimento che lo portava sempre con trepidazione al medesimo posto, vicino la quercia … un ululato di vento che lo aveva accompagnato durante tutta la sua camminata quella notte si fece più forte … lui facendo più attenzione al rumore percepì allora un sobbalzo al cuore mentre l’adrenalina gli attraversava il corpo rapidamente scorrendogli nelle vene. Scrutava, gradino dopo gradino, della scalinata … all’improvviso la vide. Miya era lì ferma, apparsa dal nulla in tutta la sua soave bellezza immutata nel tempo.

Per oggi cari lettori vi lascio cosi in questa atmosfera romantica con un grande amore immortale che prevarica il tempo e lo spazio fra il barone Pasquale Revoltella e Miya.

Se siete curiosi di sapere come prosegue la storia trovate il mio romanzo in vendita in tutte le librerie di Trieste, e in particolare modo alla Libreria Luglio Editore in Galleria Rossoni Trieste.

La prossima volta continuerò a parlarvi di un’ altra location del romanzo che si trova sul Carso, nel Comune di Duino Aurisina … e dell’intenso capitolo “Le foci del Timavo e la Grotta del Mitreo

Percorso da Piazza Unità d’Italia al Palazzo Revoltella.

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