Napoleone subentra a Venezia nel 1797 e nello tesso anno l’ultimo Luogotenente Veneto lascia definitivamente il Castello di Udine. Con il Trattato di Campoformido la situazione muta e Napoleone cede all’Austria il Veneto e il Friuli. Nel 1805 il lembo nord-orientale d’Italia passa nuovamente alla Francia e dal 1813 al 1866 gli Austriaci si riprendono questo territorio per poi cederlo al Regno d’Italia.
Durante il periodo napoleonico vengono soppressi numerosi conventi, modificando l’aspetto urbano e sociale di Udine. Portiamo come esempio il Convento di Santa Lucia in Via Mantica che si trasforma in uffici pubblici ed il Convento dei Cappuccini in Via Deciani che diventa una fabbrica. In compenso viene inaugurata la strada Eugenia che ora ha mutato il suo nome in Viale Venezia.
Durante il governo austriaco viene costruito il palazzo Antivari Kechler in piazza XX Settembre e nel 1818, su progetto di Valentino Presani, inizia la costruzione del cimitero monumentale.
Nel 1845 in via Gemona viene edificata una prima fabbrica di birra e nel 1854 l’architetto Zangiacomo costruisce la fabbrica della famosa Birra Moretti. A Udine già esistevano una filanda in via Brenari oltre ad altre fabbriche manifatturiere d’avanguardia.
L’attenzione all’educazione dei bambini promuove la nascita di alcuni giardini d’infanzia come quello sorto in Via Villalta e in Via Tomadini. Successivamente, grazie alla sovvenzione dell’industriale Marco Volpe, viene fondato l’asilo che porta ancora il suo nome ed è tutt’ora ottimamente gestito.
Nel 1860 ad Udine viene costruita la stazione Ferroviaria e verso fine secolo viene inaugurata la ferrovia Pontebbana.
Nel ‘900 è ormai in atto un processo di industrializzazione e rinnovamento: nascono le ferriere di Udine, il cotonificio e la pubblica illuminazione elettrica che sostituisce le lampade a gas. Sono l’imprenditore Marco Volpe e l’inventore Arturo Malignani ad ottenere dal Comune di Udine la concessione per l’illuminazione urbana.
Nel 1911, grazie all’architetto D’Aronco, inizia la costruzione del palazzo Municipale secondo lo stile liberty eclettico.
Il Friulano D’Aronco è forse l’architetto più brillante della prima metà del ‘900. La sede Municipale viene costruita senza economia e con molte idee geniali, anche se spesso arenate dalle perplessità dell’architetto, che tuttavia trova sempre nuove soluzioni ai suoi tentennamenti. L’edificio di D’Aronco viene completato nel 1932 ed è arricchito da numerose sculture.
Il palazzo delle manifestazioni è un’altra interessante struttura moderna costruita su progetto di Gianni Avon ora sede della Galleria d’Arte Moderna, inaugurata nel 1983. La sua nascita di fatto risale ancor prima, alla fine dell’800, con il lascito di Antonio Marangoni al Comune di Udine e l’obbligo di acquistare ogni anno opere pittoriche di giovani artisti così da dare il via alla formazione in Udine di una galleria d’arte. Ora questa Galleria possiede più di 2000 opere.
Alla Galleria d’Arte Moderna appartiene anche la Collezione Astaldi che raccoglie pezzi di artisti dello scenario figurativo italiano dal primo dopoguerra agli anni ’60. Inoltre sono esposti progetti originali o modellini di opere architettoniche che raccolgono i più bei nomi dell’architettura friulana. Sono presenti il già citato Raimondo D’Aronco (1857 – 1932), Cesare Miani, Ettore Gilberti, Provino Valle, Cesare Scoccimarro, Pietro Zanini, Ermes Midena, Angelo Masieri, Gianni Avon, Marcello d’Olivo e Gino Valle.
La Storia di Udine, descritta qui sommariamente, testimonia come da piccolo borgo intono al 1000 si sia trasformata in cittadina “nobile e popolosa”, come viene descritta durante il periodo veneziano.
Dopo il trattato di Campoformido Udine si trova contesa tra Francia e Austria finché nel 1815 entra a far parte del Regno Lombardo-Veneto.
Nel 1866 il Friuli viene annesso al Regno d’Italia e Udine ne diventa il capoluogo.
Durante la Prima Guerra Mondiale il Generale Cadorna decide di trasferire il Comando Supremo in Friuli e Udine diventa “la capitale della guerra”. Il Re Vittorio Manuele II, “Re soldato” nella propaganda nazionale, soggiorna per 2 anni e mezzo a Villa Linussa, sita a Torreano di Martignacco, vicino ad Udine, a pochi chilometri dai fronti di combattimento.
Dopo la Guerra 1915-1918, si forma la Regione Venezia-Giulia mentre il Friuli e Udine restano parte del Veneto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Italia perde l’Istria, Fiume, Zara, parte delle Provincie di Gorizia e Trieste, rendendo troppo piccola la Venezia-Giulia. Da questo depauperamento nasce la Regione Friuli Venezia-Giulia con Capoluogo Trieste, mentre Udine diventa solo Capoluogo di Provincia.
Tra i monumenti di Udine che ricordano le tragedie delle 2 guerre, di cui il Friuli porta numerose ferite, ricordiamo il Tempio Ossario, costruito su progetto di Provino Valle e Alessandro Limongelli e il Monumento alla Resistenza (1959-1969) costruito da Gino Valle e Federico Marconi con una scultura di Dino Basaldella. Entrambi si trovano in piazza XXVI Luglio.
Negli anni ’60 del 1900 Udine conosce una ripresa economica e culturale. Nel 1976 il terremoto produce lutti e danni ingenti. Tuttavia la ricostruzione dopo il sisma diventa un modello di efficenza unico in Italia.
Oggi Udine viene valorizzata soprattutto per le opere artistiche e architettonico conservate nella città e nel territorio.
manca un accenno al disastro del 1917 con lo scoppio doloso della polverieria o deposito di munizioni a.Sant’Osvaldo, con morti feriti ed il crollo di un intero rione.
Massimo