Viaggiatori ed esploratori del pianeta frenati dal Covid-19: dovranno mettersi in pantofole?

Viaggiatori
Colombo e le sue caravelle come simbolo del grande viaggiatore.

Gli eventi tumultuosi e drammatici del pianeta, come le guerre, le alluvioni, i terremoti, le carestie e le epidemie hanno, finora, sempre comportato fuga ed emigrazione da un territorio ad un altro. Si veda il recente fenomeno dei migranti extracomunitari in Italia, che ha dato il via a movimenti di opinione e ad atteggiamenti politici fortemente conflittuali.

Con la globalizzazione, e al di là delle emergenze, sono stati incentivati legami commerciali e culturali con differenti parti del mondo. Si pensi ai viaggi intercontinentali, all’attività delle compagnie aeree, alle vacanze in crociera ed allo spirito pionieristico di gran parte della popolazione, incoraggiato dalle proposte turistiche di viaggi ecologici in luoghi della terra incontaminati.

Oggi, in epoca di Coronavirus, ci dovrà essere una revisione dell’offerta turistica e culturale extra-nazionale. Infatti il Covid-19 ha rialzato i confini di molte nazioni limitrofe, spegnendo il transito di uomini e di merci all’interno della comunità territoriale europea. Altrettanto si è verificato tra l’Europa ed i paese extra-europei.

Ora non siamo più vicini al mondo come all’alba del 2020, ci siamo distanziati. L’antica geografia del nostro continente che separava i confini nazionali, contrastata dal Trattato di Maastricht, è ridiventata drammaticamente attuale. Al momento presente non siamo più cittadini europei, se ci riferiamo alla libertà di transito in Europa, ma siamo solo cittadini Italiani e, all’interno del territorio nazionale dobbiamo restare confinati ciascuno nella propria regione; e, all’interno della regione, ciascuno nella propria provincia; ed ancora, in forma restrittiva, ciascuno entro il proprio comune e, per decreto istituzionale-sanitario, meglio se ciascuno resta chiuso nello spazio intra-domestico, entro le mura della propria abitazione di residenza.

Viaggiatori ed esploratori del pianeta vi accontenterete dei viaggi virtuali possibili via internet? Oggi c’è una vasta offerta di visitare i musei online grazie ai numerosi siti messi a disposizione. Chi sogna di essere cittadino del mondo, e pensa di espandere i confini della sua esperienza di viaggiatore, può farlo virtualmente stando comodamente seduto in poltrona e indossando le pantofole.

Tutte le rivoluzioni industriali sono state caratterizzate dalla disponibilità di mezzi di comunicazione oltre che dalla tecnica e dalle risorse energetiche. Se all’inizio del ‘900 avevamo la propaganda ed i giornali, oggi possiamo contare sulla tecnologia del web che si è rivelata fonte di mille risorse.

Eppure esiste, per chi è propenso alle avventure ed alla conquista dello spazio geografico, una certa ripulsa verso le realtà virtuali sostitutive e la simulazione online. Ci si vuole arricchire di vissuti di contatto con la gente, di apprendimento linguistico e di relazioni umane reali. Ancora una volta la tecnica può fortemente contrastare l’istinto, ovvero il bisogno di relazione, se vuole sostituirsi a quest’ultimo.

Quando si attraversa un bosco o si percorre una via popolata di gente si gode di un insieme di percezioni complesse. Gli stimoli visivi, olfattivi, acustici, tattili, cinestesici organizzano la nostra esperienza del mondo. Gli occhi possono posarsi su un dettaglio rilevante, il bisogno di catturare un’immagine piuttosto che un’altra, e fotografarla, possono condizionare la memoria dei luoghi; l’impulso a fermarsi, a cogliere un fiore, ed apprezzarne il profumo, possono creare una risonanza interna piacevole che dà vitalità e gioia di procedere, di godere della luce del giorno sulla pelle.

La figura del viaggiatore si conforma ad un archetipo: l’antico pellegrino, il viandante, Marco Polo, l’esploratore, Cristoforo Colombo. A tutti è comune la curiosità dell’esperienza, la sopportazione della fatica, la determinazione a procedere, il contatto con il nuovo, il diverso, e, nella ritualità del ritorno, l’investitura eroica ed il riconoscimento sociale della potenza conoscitiva.

La fruizione di internet ci rende viaggiatori dimezzati ed osservatori passivi della realtà paesaggistica e culturale. Salvo fare dell’ esperienza informatica uno stimolo aggiuntivo ed uno strumento accrescitivo delle nostre attese di conoscenza.

Viaggiatori ed esploratori restate pure in attesa e non perdete la speranza di riavere il vostro mondo. Il sito Friuli Vimado chiede solo di essere un modesto suggeritore, proprio in attesa di mettere da parte le pantofole.

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