Le origini di Grado: da villaggio di pescatori a porto di Aquileia

isola di grado

Grado appare come un’isola “lunga e stretta, quasi a modo di galea”. Così viene descritta dal Provveditore Malipiero al governo della Serenissima. Ma molto prima che di lei si interessasse Venezia questa isoletta doveva essere nota a Fenici e Cartaginesi. Non ci sono documenti che attestino queste ipotesi, ma il ritrovamento di una nave greca o forse romana, sul fondo marino davanti a Grado, risalente al quarto o al terzo secolo a.C., fa riflettere. Così non si può escludere che Aquileia fondata nel 181 a.C. da Roma, vista come un luogo strategico, non fosse invece stata fondata partendo dal mare e cioè dall’Isola di Grado. Le navi romane avrebbero forse potuto risalire dal porto di Rimini, e considerare Grado come il porto naturale di una città che doveva ancora essere costruita: Aquileia, appunto.

Lo sviluppo di Grado nell’antichità può essere messo in relazione anche al suo ruolo di vedetta rispetto alle incursioni dei pirati, proveniente dalle coste Istriane e Dalmate. Ben prima della fondazione di Aquileia, Roma aveva dovuto tenere a bada, con le sue navi, le navi dei ladroni del mare, ed è probabile che l’Isola del Sole fosse già utilizzata come riparo e base di rifornimento.

Siamo nel 221 a.C. e queste imprese marittime dei romani vengono riferite da Tito Livio.

Nel 166 a.C. Quadi e Marcomanni assalgono Aquileia e nello stesso periodo viene rinforzato il porto sulla’Adriatico, quello gradesano, naturalmente, per consentire il traffico di merci proveniente da ogni parte del Mediterraneo, che veniva poi convogliato, attraverso il fiume Natissa, ad Aquileia.

Chi per primo scrive espressamente di Grado è lo storico cividalese Paolo Diacono. Infatti dal suo racconto si sa che i Longobardi, capeggiati dal Duca Lupo, si mossero con l’esercito per attaccare l’isola. Siamo nel ottavo secolo d.C.. Il Diacono descrive Grado, Aquileia e l’antica strada romana che attraversava la laguna passando sulle isole di Volpera, Gorgo e Pampagnola. È grazie a questa strada che un esercito a cavallo poteva raggiungere l’isola e il suo porto.

Il castrum di Grado aveva anche la funzione di rifugio per quelle genti della terraferma che dovevano mettersi in salvo dalle scorrerie dei barbari.

Basilica di Santa Maria a Grado

Vi sono notizie abbastanza certe sulla vita religiosa di Grado. L’antica Basilica di Santa Maria in Castello sorse sul versante sud delle mura più antiche. Fu probabilmente edificata  dal vescovo Cromazio che venne a rifugiarsi a Grado al tempo delle scorrerie di Alarico del 401 e 408.

Numerosi rilevamenti archeologici testimoniano la presenza di insediamenti cristiani anteriori al 452.

Valutando attentamente il nucleo urbano gradese e le sue sovrapposizioni  di costruzioni, con interessanti inglobamenti del preesistente, si può ricostruire il modulo di città che si sta delineando.

È storicamente ipotizzabile che questa piccola isola, con le sue calli e di suoi campielli, con le case fitte ed allineate, sia stata il vero prototipo della successiva Venezia, felice realizzazione di una ricca città lagnare. Venezia, a sua volta, nel tempo si sarebbe impossessata di Grado e del tesoro del Duomo.

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