La cripta e il tesoro del Duomo di Cividale

La cripta del Duomo di cividale
La cripta del Duomo di cividale

Il Duomo di Cividale del Friuli è stato costruito seguendo in parte il modello aquileiense, e sono entrambi dotati di un presbiterio molto rialzato: al di sotto, infatti si trova la cripta.

La Cripta assume il suo aspetto odierno nel Settecento, quando vengono rifatti i velini e le colonne di sostegno; nel 1721 si realizza la scalinata del presbiterio (che poi nel 1775 dovrà essere allargata) ai cui lati si trovano le porte di accesso alla cripta.

La cripta del Duomo

Al centro della cripta si trova un altare progettato del Veneziano Max Ongari: sotto di questo si conservano le ossa del patriarca San Paolino, le uniche rimaste. Tutte le reliquie degli altri patriarchi o nobili cividalesi andarono perdute quando l’edificio del Duomo venne abbattuto nel 1451, perché troppo danneggiato da terremoti e incendi. Sopra la mensa dell’altare si trova invece una scultura argentea settecentesca del Cristo dolorante.

Ai lati si trovano sue lastre, piuttosto recenti, che indicano il deposito del Candotti e del Tomadini, rispettivamente a destra e a sinistra: furono due grandi compositori di musica sacra dell?Ottocento friulano.

La Pietà del Duomo

Al centro della parte absidale si trova un supporto pensile che regge una Pietà scolpita nei primi del Quattrocento: una Madonna addolorata con in grembo il corpo di Cristo morto. E’ un modello di statua (il cosiddetto Vesperbild) che , pur essendo presente in molte città friulane quali Aquileia, San Daniele e Gemona, sembra tipico cividalese; lo si trova anche in un dipinto conservato nella chiesa di San Pietro ai Vôlti.

È molto interessante il confronto con una Pietà realizzata dal grande Giovanni Bellini a fine Quattrocento, conservata a Venezia nella Galleria dell’Accademia: secondo gli studiosi, Bellini potrebbe essersi ispirato alle Vesperbild friulane – sicuramente non successe il contrario, viste le date. Notevole lo sfondo del dipinto: il riquadro in alto a destra è una perfetta imitazione del paesaggio cividalese osservato dal greto del Natisone; tanto più che, in una chiesetta sul greto del fiume, da dove il panorama è tale e quale quello rappresentato da Bellini, si trova l’analogo dipinto della Pietà conservato ora in San pietro ai Vôlti.

Possiamo dunque concludere che Bellini si sia effettivamente recato a Cividale, e che qui abbia trovato l’ispirazione per la sua Pietà?

Il Tesoro del Duomo

Alle pareti della cripta, in due armadi a vetro, era conservato fino a pochi anni fa il Tesoro del Duomo, che nel 1975 è stato trasferito un luogo più sicuro in attesa di una sistemazione più adeguata ai pezzi della collezione.

Ne fanno parte svariate opere, delle quali alcune molto interessanti: vi sono moltissimi reliquiari, tra i quali spicca il busto di San Donato, patrono della città, realizzato nel 1374 da Donadino da Cividale, a sbalzo e dipinto con smalti: si conserva all’interno il cranio di San Donato. Notevole anche l’ostensorio reliquiario del XIV secolo: realizzato secondo uno stile chiaramente veneziano, si tratta di una coppa intagliata  in un blocco di purissimo cristallo di rocca.

Troviamo anche un calice con patera addirittura del IX secolo, quindi appartenente all’arte ottomana. Si tratta di oggetti non solo rarissimi, ma anche incredibilmente preziosi: per gli sbalzi del piede del calice, per la moderazione delle anse, per l’eleganza delle lettere incise. Sul bordo della patera si legge “Non sitiens non esuriens sine crimine sumens” (non è assetato né affamato chi ne prende senza peccato), mentre sulla base e sull’orlo del calice vi sono riferimenti a Cristo e agli Evangelisti.

Fanno parte del Tesoro del Duomo anche l’Epifania e la Spada del Patriarca Marquardo, utilizzati ogni anno in occasione della messa dello Spadone, il 6 Gennaio.

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