Piazza Matteotti di Udine e la chiesa di San Giacomo

Piazza Matteotti
Piazza Matteotti

Se da via Mercatovecchio, storica via commerciale della città di Udine, si imbocca a sinistra via del Monte, dopo pochi metri ci si ritrova in Piazza Matteotti. Conosciuta come Mercatonuovo, piazza San Giacomo, e ancora come Piazza delle Erbe, la piazza è un punto della città molto frequentato dai giovani mossi dai bar e dai luoghi di ristoro di cui è piena.

Cinto da edifici significativi, ma meno pretenziosi di quelli di Piazza della Libertà (cuore indiscusso di Udine, in cui risiede uno dei simboli della città, La Loggia del Lionello, ovvero la sede storica dell’attività comunale che si aprì col tempo anche ad attività ludiche), il Forum Novum, come veniva chiamato anticamente, ebbe vita a partire dal 1486, quando il Luogotenente Lippomano decise di far costruire uno spazio con tre dei quattro lati occupati da porticati e con l’ultimo lato occupato dalla chiesa di San Giacomo.

Al centro di Piazza Matteotti, vi sono: una fontana eseguita nel 1532 da Giovanni da Udine che, per la sua costruzione, si ispirò, impoverendo e semplificando il risultato finale, ai modelli di fontane offerti da Roma; e una colonna del 1480 circa, corredata dalla statua della Madonna col Bambino, opera di uno tra i numerosi lapicidi lombardi che in quel secolo lavoravano a Udine.

Alcune delle case che vi si affacciano sono ornate da trifore, o da affreschi decorativi che recenti restauri hanno rimesso alla luce. Tra queste ricordiamo casa Giacomelli, che presenta residui di affreschi sulla facciata, e una “cappella” privata e decorazioni ottocentesche all’interno.

A un lato della piazza si erge la chiesa di San Giacomo della fine del Trecento, ma con la facciata del 1525 a opera di Bernardino da Marcote il quale, sullo stile dei lapicidi lombardi cinquecenteschi, decise di sviluppare la facciata più in altezza che in larghezza.

Al suo interno si respira aria barocca, con dipinti murali di Pietro Venier.

Accanto alla chiesa ha sede un pozzo a forma di ottagono, eretto da Tommaso Lippomano alla fine del Quattrocento, e decorato con stemmi e da quattro colonne.

Elemento di rilevante importanza architettonica è il poggiolo dove veniva celebrata una messa durante il mercato del sabato, per far sì da permettere a chi vi lavorava di parteciparvi, senza che essi dovessero necessariamente allontanarsi dal banco di vendita.

La Cappella delle anime, adiacente alla chiesa, conserva opere di artisti locali, come Fulvio Griffoni, pittore udinese che, passando attraverso le lezioni dei grandi artisti veneti del Cinquecento, arrivò ad un suo stile particolare e personale di matrice barocca. Tra le sue opere ricordiamo la pala con la Madonna e il Bambino e i Santi Apollonia, Agata, Gervasio e Protasio). L’altare maggiore della cappella è circondato da sculture di Giacomo Contiero, mentre l’altare delle Anime da opere di Antonio Corradini, come la Donna velata, ammirata persino dal grande Canova.

La cappella è stata abbellita con il passare degli anni da diversi affreschi: nel Settecento fu dipinta la Madonna del Suffragio e anime del purgatorio di Pietro Rotari, mentre nell’Ottocento e Novecento dipinti e decorazioni di Lorenzo Bianchini e Biagio Biagetti di Recanati hanno arricchito ulteriormente l’edificio.

bar piazza matteotti
Un bar in piazza Matteotti a Udine

Siediti al tavolo di uno dei bar di Piazza Matteotti e gusta un buon caffè, le passeggiate della gente e il trascorrere della storia di Udine, quella che negli anni si è posata sui palazzi che si ergono davanti ai tuoi occhi.

1 commento

  1. All’angolo nord-orientale della piazza, all’inizio di via Paolo Sarpi, nella casa in cui aveva abitato il pittore Fulvio Griffoni, il giorno di Pentecoste del 1668 fu effettuato un esperimento di emotrasfusione: un vecchio bracco barbone ricevette sangue direttamente da un agnello. Artefici furono Geminiano Montanari, docente presso l’università di Bologna, il medico Giovan Battista Coris, il chirurgo Andrea Zeraffini, il nobile Girolamo Savorgnan del Monte, e i fratelli Antonio e Giuseppe Griffoni. Un anno dopo, nella stessa abitazione fu ospitato il grande danese Niels Stensen (meglio noto come Niccolò Stenone), scienziato di corte del granduca di Toscana, impegnato nella ricerca di fossili tra le Prealpi friulane.

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