Giovanni Ricamatore (o “dei ricamatori”), chiamato così per via del mestiere del padre Francesco, nacque a Udine nel 1487. Noto con il nome di Giovanni da Udine, egli fu un pittore e architetto, specializzato in grottesche, ovvero un particolare tipo di decorazione pittorica parietale del Quattrocento, caratterizzata da esseri mostruosi che si mischiano a decorazioni naturalistiche e geometriche dipinte su uno sfondo bianco o monocromo che, a detta del Vasari, erano “per bellezza di disegno, invenzione di figure e colorito […] senza comparazione migliori di quell’antiche”.
Egli si formò a Udine e a Venezia presso il Giorgione, per poi partire alla volta di Roma, dove conquistò il prestigioso ruolo di collaboratore di Raffaello. Roma fu anche la città in cui il pittore udinese lascerà alcuni dei suoi capolavori, e in cui troverà la morte, sopravvenuta nel 1564.
Tra i numerosi ritratti dedicati a Giovanni da Udine, ricordiamo una scultura in gesso conservata a Udine: di proprietà dei Civici Musei, l’opera è stata affidata in comodato al Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine dove è esposto nella Sala azzurra decorata con grottesche che si ritengono di Giovanni da Udine. Il ritratto, tuttavia, è un ricalco di quello in marmo commissionato, in occasione del restauro delle Logge Vaticane, da papa Pio IX allo scultore Vincenzo Luccardi.
Tra le opere di Giovanni che si possono trovare oltre le mura della sua città di origine, sono degne di nota:
- gli ornamenti delle Logge Vaticane di Raffaello. Giovanni da Udine fu, in quest’impresa, capo-decoratore: a lui e a Perin del Vaga, sono attribuite quasi tutte le grottesche. Giovanni si occupò, però, anche degli stucchi attraverso la tecnica del “vero stucco antico”, che prevedeva l’uso di polvere di marmo bianco. La decorazione si avviò alla fine del 1517 e terminò nei primi mesi del ’19
- gli stucchi che hanno contribuito a rendere la Loggia della Vigna (villa Madama) un luogo meraviglioso: essi hanno resistito alle intemperie della natura e all’occupazione dei lanzichenecchi durante in saccheggio di Roma del 1527
- sempre con la collaborazione di Perin del Vaga, Giovanni da Udine si occupò degli stucchi della Sagrestia Nuova di S. Lorenzo a Firenze (parte delle Cappelle Medicee).
Tornato a Udine, Giovanni si fece carico della decorazione delle finestre e delle porte della chiesa di Santa Maria dei Battuti, ex proprietà della Confraternita dei Flagellanti sorta a fine Duecento. Il lavoro del pittore udinese sulla facciata della chiesa è andato purtroppo perduto sia per via del maltempo, sia per il desiderio dei dirigenti di dipingere le pareti per “disinfettarle”; della fontana in Piazza Matteotti (1532) per la cui creazione si ispirò, impoverendo e semplificando il risultato finale, ai modelli di fontane offerti da Roma; Giovani da Udine divenne nel 1552 architetto generale dei lavori pubblici della sua città natale.
La casa di Giovanni da Udine, costruita sul disegno dello stesso pittore, è un suo ulteriore: una costruzione cinquecentesca dal fare domestico e cordiale dalla quale si diparte una via intitolata a suo nome.
Il pittore Giovanni da Udine è una figura simbolo della città, come dimostra il fatto che a suo nome è intitolato il più importante teatro della città, ovvero il Teatro Nuovo Giovanni da Udine (ubicato in via Trento 4). La sua arte, sì conosciuta ma non abbastanza approfondita, ha contribuito a rendere Udine una città dalla raffinata bellezza.