L’altopiano di Lauco

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forra del Vinadia

Situato tra i torrenti Vinadia ad est e Degano ad ovest, la vetta dell’Arvenis a nord e lo strapiombo sopra la vallata del Tagliamento a sud,  l’altopiano di Lauco è un territorio della Carnia ricco non solo di paesaggi meravigliosi ma anche di storie e tradizioni antiche.

Il paesaggio del comune di Lauco ci incanta in primis con le sue montagne, a tratti dolci e a tratti più aspre, offrendoci attrazioni naturalistiche come il rio Radime che sfocia, in seguito a costanti piogge, nella stupenda cascata chiamata “farine dal gjaul” sullo strapiombo che dà sul paese di Villa Santina; oppure la forra del Vinadia, risultato di tre baratri in cui scorrono tre corsi d’acqua, ed il suo percorso che si estende tra cascatelle, laghetti e pareti rocciose tra cui la torre di pietra, detta “Tor di Meni da l’Ors”, testimonianza di un fenomeno naturale in cui una torre di pietra di enormi dimensioni è crollata.

Lauco è il capoluogo dell’altopiano, paesino caratteristico della Carnia, dove possiamo trovare molte case dall’architettura tipica del luogo che sono state recentemente ristrutturate per dare vita all’albergo diffuso. Nel centro del paese troviamo l’antico e rinomato Albergo-Ristorante “alla frasca Verde” dove possiamo gustare prodotti tipici della Carnia che variano di stagione in stagione, rielaborati in maniera raffinata e gustosa.

Questo comune, però, oltre ad essere meta per le attrazioni sopra citate, è anche sede di elementi storici e ritrovamenti archeologici affascinanti;  ne sono un esempio le tombe dei Gans scavate nella roccia sparse in varie località (esempio loc. Curs e sopra l’abitato di Chiauians) che risalgono all’epoca del Tardo Antico – Alto Medioevo.

Nella frazione di Trava inoltre possiamo trovare la chiesetta della Madonna di Trava, nota per il fatto che vi venivano battezzati i bambini morti in quanto, secondo la credenza popolare, tornavano in vita durante la cerimonia in modo da poter poi raggiungere il Paradiso. Sempre a Trava è di valenza storica la Chiesa di San Michele Arcangelo con i suoi elementi tipici gotici ed il suo valore artistico: all’interno vi troviamo infatti un altare maggiore ligneo intagliato che ospita la statua di San Michele, opera di G. Antonio Agostini di Udine, noto autore di altari e polittici sparsi per la Carnia nel periodo tardo manierista.

Di tempi più recenti ma di grande importanza storica e tradizionale del luogo sono invece i cosiddetti “Lavatoi” di Avaglio, progettati ingegnosamente da artigiani locali per lavare i panni con le acque del Rio Pura, ed in utilizzo fino al 1951.

La storia dell’altopiano è tuttavia caratterizzata anche da vari eventi tradizionali alla quale si interessano di partecipare non solo le persone locali ma anche quelle degli altri paesi e comuni della Carnia, come la rievocazione storica della Via Crucis il Venerdì Santo a Vinaio o il tipico lancio delle “cidules” che avviene nelle frazioni ogni anno.

Infine, per gli appassionati della montagna questo comune offre delle splendide camminate in tutto l’altopiano, partendo da Lauco fino a raggiungere anche il monte Arvenis, ora in collegamento ciclabile fino al Monte Zoncolan, o il percorso attrezzato per la forra del Vinadia per i più spericolati.

In conclusione, per chi volesse visitare la Carnia la tappa per questi luoghi così ricchi di patrimoni naturalistici, storici e tradizionali non può mancare, perché, come cita il cartello all’ingresso della frazione di Vinaio, è una “terra d’incanto, nessuno la lascia senza rimpianto”.

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