Dopo Caporetto anche la ritirata degli Italiani nelle Valli del Natisone diventa drammatica a causa del piano strategico di Von Bellow. Questo generale era il Comandante della XIV Armata Austro-Tedesca e aveva progettato la conquista del Matajur grazie alle manovre convergenti della 12° Divisione e dell’Alpenkorps.
Nelle giornate del 24 e 25 Ottobre un tratto delle trincee sopra Luico era occupato dai bersaglieri del 14° e del 20° reggimento che facevano capo alla IV Brigata. Gli uomini del 14°, guidati dal Capitano Martini, avevano il posto di comando nel cimitero di Perati.
Alle due del pomeriggio del 25, Martini riceve l’ordine di ripiegamento, ma , dopo appena una mezz’ora, arrivano trafelate le vedette con pessime notizie: gli Austro-Tedeschi stavano già scendendo lungo la strada del monte Cucco (Kuk), mentre altre colonne, in realtà quelle di Rommel, lasciavano la linea di cresta del Cucco per dirigersi verso Cepletischis. Il capitano Martini mette a fuoco il binocolo ma gli giungono immagini offuscate sull’identità dei soldati: potrebbero anche essere italiani ma poi cambia idea. Martini si reca a sua volta dal Colonnello Bosio, che ha il comando del 14° in paese, e gli fa notare che da certi segni a lui sembra che si tratti di nemici.
Il Colonnello Bosio dubita ma purtroppo ne prenderà atto più tardi quando scoprirà che gli uomini di Rommel avevano attaccato il fianco e il tergo del 20° Bersaglieri, posizionato in una trincea sulla destra. Gli uomini di questo Reggimento saranno costretti a una precipitosa ritirata e gran parte di essi verranno catturati.
Bosio è colto di sorpresa dalle novità, e la sua disinformazione rende evidente il problema delle pessime comunicazioni all’interno dell’Esercito Italiano. Infatti il Generale Bongiovanni, comandante del VII Corpo d’Armata, sapeva già dalla sera del 24 Ottobre che il passo Zagradan sarebbe caduto, che la camionabile sarebbe stata utilizzata dal nemico, e che il 14° e il 20° Bersaglieri sarebbero stati in pericolo.
Già il 24 avvisò Viora e i Comandanti delle Brigate ma questi non passarono le informazioni ai Commandanti dei Regimenti.
Ovviamente l’11° Compagnia fu il primo reparto di Bersaglieri circondato sulle pendici del Monte Cucco (Kuk).
Dalla parte opposta della Sella di Luico, in data 25, si trovava il posto di comando del Colonnello Fossati, comandante del 70° Battaglione del 20° Bersaglieri. Il Fossati a posteriori così ricostruisce i fatti: guardando verso le pendici del Matajur gli sembra di vedere che reparti di bersaglieri del 14° e del 70° si stiano ritirando e sente alle sue spalle crepitio di mitragliatrici e spari su Luico e sulla strada Luico-Cividale.
Il Colonnello Fossati si sente intrappolato e ordina una ritirata a scaglioni. Precedendo il suo Battaglione, si dirige col capitano Moro verso le trincee di San Martino-Cepletischis. La strada è impraticabile, perchè battuta da mitragliatrici, così deve gettarsi nella valletta del Rieka, seguito a breve distanza dai primi Reparti del Battaglione.
Dopo circa tre chilometri di percorso in mezzo alla boscaglia viene fermato da una linea fitta di Tedeschi che sbarrano la strada puntando le armi. Assieme a Fossati ci sono il Capitano Moro e un pugno di uomini. Questi Tedeschi appartengono al distaccamento del Tenenete Rommel che il 25 aveva dato inizio alla famosa impresa della conquista del Matajur, procedendo nel pomeriggio anche al blocco della strada Luico-Cepletischis.
Il Colonnello Fossati viene fatto prigioniero dagli uomini di Rommel e portato in una radura dove trova il Colonnello Cacace e il suo Stato Maggiore.