Il Civico museo Morpurgo di Trieste, una dimora dell’alta borghesia triestina dell’Ottocento

Museo Morpurgo
Il Museo Morpurgo a Trieste

Nel cuore della città di Trieste, all’angolo tra via Imbriani 5 e via Mazzini 42, si trova un maestoso palazzo, eretto nel 1875 su progetto di Giovanni Berlam. Si tratta di Palazzo Morpurgo, donato nel 1943 al Comune di Trieste dal raffinato collezionista Giuseppe Mario Morpurgo de Nilma.

Oggi il Civico museo Morpurgo, situato al secondo piano dell’edificio, costituisce un ben conservato esempio di abitazione privata della ricca borghesia imprenditoriale della seconda metà dell’Ottocento, nel quale si possono ammirare interni originali appartenenti a diversi stili e le collezioni d’arte raccolte dal donatore. Il primo piano del palazzo, invece, è adibito a sede del Civico Museo di Storia Patria.

I Morpurgo e la loro abitazione a Trieste

Probabilmente è da riconoscersi in Israel Isserlein, nato alla fine del XIV a Marbourg, il capostipite della famiglia Morpurgo, che aggiunse al proprio nome l’indicazione del toponimo di provenienza una volta trasferitosi a Vienna nel XV secolo. Nei secoli successivi i Marburg, già distintisi come titolari di banche di prestito, si divisero in più rami, stabilendosi a Gorizia e a Gradisca, e ricevendo nel tempo riconoscimenti da personaggi storici del calibro dell’imperatore tedesco Massimiliano I e dell’imperatore d’Austria Ferdinando II, che elesse due dei suoi membri Hofjuden (ebrei di corte). Successivamente dei Morpurgo arrivarono anche a Trieste, dove si distinsero per le loro capacità imprenditoriali e diplomatiche.

Nel 1870 le sorelle Emma e Fanny Mondolfo, mogli rispettivamente di Carlo Marco e Giacobbe – detto Giacomo – Morpurgo, acquistarono dagli eredi di Apollonia Enenkel due stabili, collocati tra la contrada san Giovanni e la contrada Nuova – le odierne via Imbriani e via Mazzini. Una volta demoliti gli antichi edifici, nel 1875 l’architetto Giovanni Berlam progettò la costruzione di un palazzo dalle forme neorinascimentali, con facciate decorate da arcatelle e mensole sviluppate su quattro piani e movimentate da altrettanti balconi, più ampi sulla facciata principale. Giacomo e Fanny, insieme ai figli Giuseppe Mario, Matilde e Marco Antonio, nel 1878 occuparono l’appartamento al secondo piano, mentre Carlo Marco ed Emma scelsero quello al primo. Il piano terra e il terzo, invece, furono divisi in appartamenti da affittarsi. Alla morte di Carlo Marco ed Emma, la casa passò interamente a Fanny, che nel 1938 la donò ai figli.

Ed è proprio il primogenito di Giacomo e Fanny, Mario Morpurgo, mai sposatosi e rimasto senza eredi, che nel testamento del 1941 donò tutta la sua sostanza al Comune di Trieste: le rendite furono destinate a creare la Fondazione Mario Morpurgo Nilma – che tuttora svolge il suo compito di soccorso agli indigenti -, mentre gli appartamenti del palazzo furono adibiti a sede museale.

Il Civico Museo Morpurgo e le collezioni

Mario Morpurgo (Trieste 1867 – Pordenone 1943), erede di un ingente patrimonio familiare, dedicò la sua vita al collezionismo, ai viaggi, alla vita di società; ma fu anche un generoso filantropo nei confronti di organizzazioni ebraiche e cattoliche. Era amante dell’arte, e nelle sue scelte collezionistiche si avvaleva della consulenza di esperti del Civico Museo di Storia e Arte di Trieste. Mario fu anche, per un certo periodo, presidente della Comunità dei collezionisti d’arte, che promuoveva la conoscenza del patrimonio artistico privato attraverso incontri settimanali nelle case dei membri.

Durante i turbolenti anni della seconda guerra modiale, alcune collezioni furono razziate, ma fortunatamente buona parte del patrimonio venne salvato. Oltre al mobilio originale tipico della seconda metà dell’Ottocento, nel Civico museo Morpurgo si possono infatti ammirare preziose raccolte di maioliche settecentesche, vetri boemi, servizi da tavola in porcellana francese. In tutte le sale sono inoltre esposti dipinti di artisti di scuola italiana, francese e tedesca del Sette e Ottocento, e particolarmente pregiata è la collezione di xilografie e incisioni. Le collezioni orientali di Mario Morpurgo, comprendenti stampe, surimono e porcellane, sono attualmente conservate presso il Civico Museo d’Arte Orientale di Trieste.

Il percorso di visita

L’appartamento che oggi costituisce il Civico museo Morpurgo misura circa 600 mq, ed occupa l’intero secondo piano dell’edificio. Esso è composto da stanze di rappresentanza, disposte lungo la facciata principale su via Imbriani, camere private, collocate lungo la facciata laterale, e una parte interna con gli ambienti di servizio. Le stanze sono servite da un corridoio a “U”, più ampio nella zona di rappresentanza e più stretto in quella di servizio. Le sale di rappresentanza e le stanze private – come accadeva di consueto nelle abitazioni aristocratiche – sono comunicanti, in modo che gli ospiti, una volta entrati nel salone principale, potessero muoversi da una stanza all’altra senza utilizzare il corridoio. Ogni salotto, in casa Morpurgo, ha uno stile e un colore diverso, e nel complesso contribuiscono tutti a restituire il gusto eclettico tipico dell’epoca.

Dall’atrio con soffitto a cassettoni di gusto orientaleggiate, con esposti cristalli pregiati e il ritratto del benefattore Mario Morpurgo, si accede al corridoio, elemento di raccordo tra le diverse parti della casa, con appesi alle pareti quadri e stampe.

La successione delle stanze di rappresentanza ha inizio con il salotto rosso in stile neoclassico, dove si trovano, tra gli altri dipinti, i ritratti di Giacomo Morpurgo e di Marco Antonio, figlio del primo prematuramente scomparso. L’arredo comprende una consolle con specchiera con mori ornamentali a tutto tondo, un’elegante libreria, un tavolo centrale sagomato e un tavolino da gioco, e sedie stile impero. Si accede successivamente alla sala da pranzo con armadi e credenze databili agli anni Ottanta dell’Ottocento, dallo stile che richiama il rinascimento italiano ingentilito da volute rococò. Sono qui esposti due servizi in porcellana francese Pillivuyt con i monogrammi di Giacomo e Marco Morpurgo e, alle pareti, delle maioliche della collezione di famiglia. Il salotto maschile è un piccolo ambiente caratterizzato dalla sovrabbondanza di mobili dalle superfici laccate di nero. Davanti alle ante a vetri della libreria sono collocati quattro piccoli busti marmorei rappresentanti Dante, Petrarca, Tasso e Ariosto, mentre alle pareti si trovano ventisei dipinti di piccole dimensioni che ritraggono “Uomini illustri”, copie ottocentesche eseguite da originali conservati per lo più nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Segue il salone della musica, l’ambiente più grande e sfarzoso della casa, dove la famiglia accoglieva gli ospiti. L’arredamento s’ispira allo stile francese dell’epoca di Luigi XV, con oro zecchino che anima le volute del mobilio e si sposa perfettamente con il raso rosso della tappezzeria a fiorami. La stanza era dedicata all’intrattenimento musicale, tema che viene ripreso e celebrato nei busti di Beethoven, Mozart, Rossini e Bellini posti a coronamento delle quattro porte. Alle pareti, sono esposti numerosi dipinti dai soggetti variegati: paesaggistici, sacri e di figura. Delle stesse dimensioni di quello maschile, il salotto femminile è caratterizzato da colori chiari, con mobili laccati bianchi profilati d’azzurro. L’arredamento è in stile Luigi XVI con influenze d’ambiente veneziano, luogo da cui provengono il lampadario e il candelabro in vetro di Murano. Alle pareti sono esposte incisioni e acqueforti. L’ultimo ambiente di rappresentanza è costituito dal salotto d’angolo neo Boulle, che stilisticamente richiama forme e decori del famoso ebanista Charles Boulle, attivo sotto il regno di Luigi XIV. Anche questo ambiente si caratterizza per la varietà degli arredi e la preziosità delle tende in pizzo Chantilly con motivo a piccole palme. Campeggiano alle pareti ii dipinti che ritraggono Carlo Marco ed Emma Morpurgo.

Le stanze private, più intime e personali, si aprono con lo studio, che si presenta come una stanza accogliente e dagli arredi semplici. Alle pareti, un dipinto firmato di Giuseppe Borsato e alcune incisioni. Seguono le camere da letto: la camera di Matilde, con mobili lignei decorati ad intaglio con motivi a volute, elementi vegetali, palmette ed animali fantastici; e la camera dei genitori, con due letti gemelli a baldacchino e un armadio dalle decorazioni che richiamano quelle della stanza di Matilde. La camera dei genitori comunica con un piccolo guardaroba, dal quale si raggiunge la stanza da bagno e la camera da letto di Mario Morpurgo, unica stanza che non conserva i mobili originali. Alle pareti sono collocati dei dipinti provenienti da altre collezioni, eccetto la Veduta notturna di Venezia di Federico Nerly, della collezione Morpurgo. Oggi questo ambiente è adibito a sala didattica e conferenze.

Seguendo il corridoio, verso l’interno della struttura, si raggiungono gli ambienti di servizio: una spaziosa cucina, la dispensa, le camere per la servitù e un bagno. In questa zona si apre anche una porta di servizio che dà su una scala a chiocciola che conduce al cortile, che serviva quale ingresso dei fornitori.

Il Civico museo Morpurgo, con il suo arredo principesco, permette di entrare in un ambiente di fine Ottocento dall’atmosfera intatta, che evoca la presenza della famiglia che l’ha abitato, i suoi svaghi, la vita sociale dell’epoca, e il particolare gusto collezionistico di chi, dichiarandosi “figlio affettuoso e devoto” di Trieste, volle far dono alla città del suo patrimonio: Giuseppe Mario Morpurgo.

INFORMAZIONI UTILI

Civico museo Morpurgo

Via Matteo Renato Imbriani 5, Trieste (TS)

Telefono +39 0406754039

www.museomorpurgo.it

Come arrivare al Civico museo Morpurgo

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Orari di apertura

Martedì dalle 9:00 alle 13:00

Costo del biglietto

Ingresso gratuito

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