La fondazione di Aquileia e cenni sulle intense attività commerciali

nascita di Aquileia
nascita di Aquileia

Gli storiografi Italiani si riferiscono alla nascita di Aquileia romana spesso con il termine di “fondazione”. In realtà il territorio era già occupato da popolazioni indigene che intorno al II secolo a.C. erano in difficoltà per l’arrivo di altre genti del gruppo Gallico-Transalpino.

I Romani, disturbati dai nuovi insediamenti, vinte con le armi queste genti, decisi a presidiare sia i valichi alpini, sia i confini orientali, decisero di colonizzare il territorio. La nuova colonia romana avrebbe avuto il vantaggio di trovarsi vicino alla congiunzione del Natisone con il  Torre , navigabile dal mare, e in prossimità dei confini dell’Europa  centro – orientale.

Nel 181 a.C. il Senato romano inviò fanti e cavalieri sotto la guida dei triunviri Publio Scipione Nasica, Caio Flaminio e Lucio Manlio Acidino, per avviare l’urbanizzazione di un territorio così lontano da Roma.

Arrivarono 3000 famiglie a cui fu assegnata una porzione di terreno piuttosto consistente, dati gli usi allora vigenti. Tale ricca assegnazione (50 iugeri ai coloni, 100 iugeri ai centurioni e 150 iugeri ai cavalieri) doveva costituire un incentivo allettante per convincere gente proveniente dall’Italia centro-meridionale, a spostarsi verso il territorio aquileiese.

I primi anni d’insediamento furono abbastanza tumultuosi, infatti, c’erano le minacce delle tribù Celtiche (dette Galliche dai Romani) e Illiriche, oltre che le incursioni dei Giapidi e dei Taurisci.

Nel 101 a.C. il console Marco dovette combattere  contro i Celti nella battaglia dei Campi Raudi, liberando Aquileia. Da questo avvenimento Aquileia prosperò come centro commerciale fino al V secolo dopo Cristo, epoca dello sfaldamento dell’Impero Romano e del succedersi di nuove invasioni barbariche che misero a ferro e a fuoco il territorio.

Il primo compito della nuova Aquileia era quello di ospitare l’esercito ed il deposito d’armi per fronteggiare nemici invasori. Più avanti gli aquileiesi dovevano ingrossare le armate romane, come quelle di Cesare o Augusto, per gli attacchi espansivi di Roma verso i territori limitrofi.

Aquileia era inizialmente Colonia di diritto latino (la dodicesima dell’Italia settentrionale) e cioè uno stato autonomo subordinato a Roma. I Municipi, invece consentivano ai loro abitanti di essere considerati a pieno titolo cittadini romani, con gli stesi diritti e doveri verso Roma.

I buoni insediamenti abitativi e agricoli di Aquileia attiravano sempre più, nel tempo, l’interesse di gente di rango come i cavalieri, se non addirittura i senatori. Nel giro di qualche decennio si orientarono in questa zona notevoli investimenti verso le proprietà fondiarie con l’obbiettivo di buoni guadagni offerti dal mercato agrario.

Non dimentichiamo, poi, l’intensa attività di scambi commerciali dovuti all’ottima viabilità per terra e per mare. Si ricorda che Aquileia era dotata di un valido porto fluviale.

Che cosa arrivava? Dall’oriente spezie come pepe e cannella, dall’Egitto incenso e papiro, dalla Grecia frutta e pece, da Candia il vino, dall’Africa l’avorio, dall’Istria e dalla Dalmazia pecore, lana e pelli, da oltralpe schiavi e agnelli per i sacrifici, dal Baltico la famosa ambra.

Etruschi e Fenici si rifornivano qui di ambra, oltre che di vino, olio e granaglie. Si vendevano bene anche i magnifici bufali catturati nella zona del fiume Timavo.

Molti canali, oltre al Natisone, attraversavano la Laguna di Grado ed il suo litorale invitando le navi commerciali ad orientarsi verso queste rotte. Invece sul porto di Grado, che giace in fondo al mare, ancora non si è fatta chiarezza. La basilica di piazza del Municipio, gli splendidi resti romani ed i mosaici di stile aquileiese confermano il ruolo di questa isola come approdo di naviganti e luogo di quarantena per i malati.

Nel 90 la lex Julia municipalis conferiva agli abitanti di Aquileia la piena cittadinanza romana, trasformando la Colonia in Municipio.

Col successivo assetto di Cesare Augusto l’Italia veniva suddivisa in undici grandi regioni, la decima “Venetia et Histria” aveva per capitale Aquileia.

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