Quando si parla di cucina friulana si pensa prima di tutto al frico. Nel descriverlo molti tendono a definirlo “tortino di formaggio e patate”, ma è una definizione davvero riduttiva. Si tratta infatti di un piatto molto squisito nato, sembra, in Carnia e subito diffusosi in tutto il territorio friulano.
Il Frico viene cucinato partendo da un leggero soffritto di cipolle, alle quali si aggiungono patate crude tagliate a fette e formaggio di latteria, di varie stagionature. Il tutto cotto a fuoco moderato fino a completa fusione degli ingredienti. Alla fine si presenterà con il suo inconfondibile colore ambrato e una leggera crosta croccante, ma morbido e filante. Viene quindi servito ben caldo, accompagnato da una fetta di polenta.
Il Frico è generalmente considerato un secondo piatto, ma spesso è consumato come piatto unico, in quanto davvero molto sostanzioso. Ad ogni modo è un piatto che va assolutamente mangiato, almeno una volta nella vita, ma, ne siamo certi, una volta assaggiato non ne potrete più fare a meno!
Si annovera tra i piatti poveri, perché fatto con questi pochi ingredienti, che però erano sempre presenti nelle dispense di un tempo e spesso rappresentava un modo per utilizzare i ritagli di formaggio.
Alcune variazioni al Frico sono costituite dall’aggiunta di un ingrediente, come dei dadini di speck o delle erbe spontanee.
Un’altra versione di Frico è quello friabile. In questo caso viene usato solo del formaggio ben stagionato, grattato e messo a cuocere nella padella a fuoco vivace, fino a gonfiarsi e a creare una cialda croccante di formaggio, più o meno spessa.
I primi cenni a questo piatto si trovano nel “Libro de arte coquinaria” del Maestro Martino, cuoco del Patriarca di Aquileia Ludovico Trevisan, risalente alla metà del quattrocento.
Sull’origine del Frico esiste una leggenda. Si narra, infatti, che Sant’Ermacora nel suo girovagare per le terre carniche per portare la parola del Vangelo, si sia fermato in una casa di pastori e, affamato, chiese qualcosa da mangiare. Il povero pastore ospitale poté però offrire al Santo solo una fetta di polenta e un pezzetto di formaggio, accompagnati da una tazza di siero. Sant’Ermacora suggerì al poveruomo di rimettere siero e formaggio sul fuoco. Aggiunsero poi dell’acqua fredda, un pochino di aceto e del caglio. Il tutto si trasformò in una poltiglia biancastra troppo bollente. Il Santo, allora, propose di aggiungere al tutto della ricotta, che mescolata al resto diede vita al primo Frico.
Non vi rimane che venire in Friuli e assaggiare questa prelibatezza e… buon appetito!