Udine e la storia della città

Origini di Udine
Origini di Udine

Udine è una città del Friuli Venezia Giulia, capoluogo di provincia, nonché centro storicamente egemone dell’intera regione. L’abitato, che sfiora i 100.000 abitanti e che si colloca al centro di un’area metropolitana che supera ampiamente i 170.000 residenti, è situata in posizione pressoché baricentrica rispetto alla regione, distante soli 20 chilometri dal confine sloveno e poco più di 50 da quello austriaco. Il territorio cittadino è per lo più pianeggiante, sebbene l’abitato si espanda intorno ad un colle isolato di modeste dimensioni sulla cui cima venne fondato il castello, oggi sede di una pinacoteca, di un museo numismatico ed archeologico, del museo risorgimentale, di una galleria dedicata alle stampe d’epoca e ai disegni e del museo friulano della fotografia.

Le origini di Udine

Udine ha origini incerte, esattamente come incerte sono le ragioni del suo nome. Inizialmente popolata da tribù celtiche, la sua area divenne durante l’impero romano un castrum piuttosto rilevante, essendo stato costituito con l’obiettivo di difendere i confini settentrionali dell’impero.

La storia cittadina comincia ufficialmente nel 983, anno durante il quale venne emanato un diploma firmato da Ottone II, che confermava la cessione a Rodoaldo di cinque “castra”, tra cui anche quello di “Udene”. Per il territorio udinese, il diploma segnò l’inizio ufficiale del dominio della Chiesa, a quel tempo rappresentata dai Patriarchi di Aquileia.

Udine cominciò ad incrementare la propria importanza e venne presto dotata di una cinta muraria difensiva e di un castello. Del castello originario si sa poco o nulla, considerato che nel 1517 venne abbattuto quasi completamente per erigere l’edificio attuale. Già all’epoca, della costruzione originaria restava molto poco, essendo l’area stata più volte colpita da terremoti disastrosi.

La crescita e l’affermazione di Udine

Il XIII secolo fu un periodo cruciale nella storia di Udine, considerato che per primo diede il là all’accrescimento dell’importanza e del ruolo politico della città nell’ambito regionale. Nel 1222, Udine fu scelta da Bertoldo di Andechs, Patriarca di Aquilea, come sua nuova residenza, in seguito ad un terremoto che aveva danneggiato la sua vecchia dimora in quel di Cividale.

Proprio la sua centralità costituì il motivo principale per cui venne preferita alle altre soluzioni, del tutto accantonate all’alba del XIV secolo, quando Udine si affermò definitivamente come snodo fondamentale della regione per i traffici ed il commercio.

Il 1420 segnò una svolta nella storia di Udine: le truppe della Serenissima, in guerra contro quelle guidate dal Patriarcato di Aquileia, entrarono in città e la occuparono, segnando ufficialmente la fine del potere temporale dei Patriarchi. In seguito alla cacciata dei Patriarchi, Venezia pose in città una famiglia fidata come i Savorgnan, il cui emblema ancora oggi campeggia sul vessillo di Udine.

Il dominio della Serenissima ed il cambio di guardia

Il dominio della Repubblica di Venezia, detta anche di San Marco, coprì tutto il periodo compreso tra il 1420 ed il 1797. Durante questo lasso di tempo, Udine divenne una delle cinque città più influenti e popolate dello Stato. La capitale di questo ampio Stato era Venezia ed i territori amministrati dalla Serenissima includevano buona parte dell’Italia nord orientale, la Dalmazia, l’Istria, diverse isole dell’Adriatico e persino dello Ionio.

Durante la sua massima espansione, che combaciò con l’intero XV secolo e con buona parte del XVI, Venezia prese anche il Peloponneso, Cipro, Creta e buona parte delle isole e dei porti più importanti del Mediterraneo Orientale. Nel 1797, la storia di Udine incontrò quella di Napoleone Bonaparte e delle sue campagne militari, che ne fecero l’ennesimo possedimento del nascente impero francese. Tuttavia, la parentesi napoleonica durò poco ed in seguito alla Restaurazione, Udine passò al Regno lombardo veneto, che altro non era che una costola dell’impero Austriaco, costituito nel 1804 all’indomani del disfacimento dell’impero francese.

A poco più di quarant’anni dall’annessione all’Impero Austriaco, i cittadini di Udine insorsero contro il dominio asburgico e, ai moti rivoluzionari inaugurati dalla città di Udine, ben presto si aggiunse l’intero Friuli Venezia Giulia. In quell’occasione, al generale emiliano Carlo Zucchi fu affidata la guida del governo provvisorio con sede a Palmanova. La reazione dei sovrani austriaci fu tremenda: l’esercito prese dapprima Palmanova, devastò molti dei comuni della zona ed infine si diresse verso Udine che, bombardata dalle truppe asburgiche, sollevò bandiera bianca. Nel 1866, infine, Udine venne annessa al Regno d’Italia.

La storia di Udine dall’annessione al Regno d’Italia ai giorni nostri

Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, Udine ricevette l’appellativo di capitale della guerra. Un soprannome questo, che era dovuto alla presenza dell’alto comando italiano, che ebbe sede in città fino al 1917. Proprio nel 1917, l’ospedale militare che l’anno precedente aveva preso il posto del vecchio ospedale psichiatrico Sant’Osvaldo, fu colpito da una tragedia di cui si ha memoria ancora oggi: il deposito di munizioni di fianco alle mura del nosocomio esplose, causando la morte di un numero mai completamente chiarito di degenti e civili. Buona parte della città venne rasa al suolo da quel disastro, compresi l’ospedale e l’asilo di Sant’Osvaldo.

La città ricorda con grande angoscia quell’episodio, da tutti conosciuto come polveriera o scoppio di Sant’Osvaldo. All’immane tragedia fece seguito la celebre disfatta di Caporetto, datata al 24 ottobre 1917, che tuttavia non bastò a piegare l’esercito italiano che seppe ancora una volta rialzarsi e reagire.

Terminata la guerra, Udine fu proclamata capoluogo del Friuli, che allora comprendeva le attuali province di Udine e Pordenone e l’allora provincia di Gorizia. Il biennio 1943-45 vide la zona di Udine finire sotto l’amministrazione militare dell’esercito tedesco, mentre è storia recente il terremoto del 6 maggio 1976, che colpì il Friuli e parte della provincia di Udine.

Le architetture civili ed il castello

L’abitato si concentra intorno alla collina sulla quale è situato il castello, mostrando un’espansione concentrica che, a partire dal X secolo, presenta cinque cortine murarie differenti, con la più larga e recente databile al XV secolo. Il centro storico di Udine mostra fieramente il suo passato veneziano, chiaramente visibile nei suoi monumenti più importanti, a partire dalla celebre Loggia del Lionello, che domina Piazza della Libertà, cuore pulsante del capoluogo friulano.

La Loggia risale alla prima metà del 1400 e porta il nome del architetto che la disegnò. Si presenta con uno stile tipicamente gotico veneziano, preservato da Andrea Scala, che si occupò della sua ricostruzione in seguito al terribile incendio del 1876. Di fronte alla Loggia del Lionello campeggiano la Loggia ed il Tempietto di San Giovanni, datate al 1533 e che richiamano da vicino lo stile del Brunelleschi.

Adiacente alla Loggia di San Giovanni, domina la piazza la bella Torre dell’Orologio, costruita nel 1527 da Giovanni da Udine ed abbellita ulteriormente nel 1850 con l’aggiunta delle sculture dei mori che scandiscono le ore. La salita che porta al castello è inaugurata dall’Arco Bollani, disegnato nel 1556 da Andrea Palladio e recante sulla sommità un meraviglioso leone di San Marco.

Capolavoro e monumento simbolo della città è il Castello, più volte ricostruito e situato su un colle alto 138 metri sul livello del mare. L’edificio, che oggi ospita i principali musei cittadini, risale al XVI secolo ed occupa lo spazio sul quale in precedenza sorgeva la fortezza voluta dai Patriarchi di Aquileia e distrutta dal forte terremoto del 1511. La struttura attuale fu inaugurata nel 1567 dopo circa 50 anni di lavori.

Giovanni da Udine, allievo di un maestro del calibro di Raffaello, si occupò personalmente di tutte le rifiniture esterne, nonché dell’impianto decorativo del Salone del Parlamento, in seguito completate da Francesco Floreani. Il Salone del Parlamento, fino al 1797 fu teatro delle riunioni di quello che tecnicamente può essere considerato il primo parlamento al mondo, l’allora consiglio della patria del Friuli. La posa della prima pietra della cattedrale cittadina risale al 1236, anno durante il quale il patriarca Bertoldo di Andechs Merania decise di dedicare un edificio di culto monumentale a San Odorico. Nel 1335, tuttavia, la chiesa fu consacrata a Santa Maria Maggiore.

Malgrado i frequenti terremoti che storicamente hanno sempre martoriato questa terra, la Cattedrale più volte lesionata e restaurata, non perse il suo aspetto originario fino al 1700, quando l’architetto Domenico Rossi ne trasformò buona parte dei connotati principali. Un nuovo restauro effettuato agli inizi dello scorso secolo ha tentato di restituire al Duomo il suo volto trecentesco.

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