Sassaka: la storia del prelibato spuntino dei boscaioli

Sassaka
Sassaka

La Sassaka è un piatto povero proveniente dal passato chiamato anche “sàssaka, zàssaka, zàseka, sàssaga”. Oggi, rappresenta uno dei piatti unici per eccellenza del Tarvisiano. Sostanzialmente, si tratta di prodotto tipico della Val Canale, proprio di Tarvisio, Valbeuna e Malborghetto.

È possibile trovare un prodotto simile anche nei luoghi della Valle del Gail che si trova tra il Tirolo Meridionale e la Carinzia, e nelle zone appartenenti alle regioni della Slovenia.

La Sassaka: origini e uso

Difficile stabilire le esatte origini del Sàssaka, di certo, parliamo di un prodotto nato nelle zone montane come forma di sostentamento energetico sia per i boscaioli che per i lavoratori agricoli. La semplicità di questo composto si sposa benissimo con il suo utilizzo: spalmato sul pane.

La Sassaka viene ricavata tritando il lardo e la pancetta tesa di suino sapientemente speziata con aromi e aceto e aglio bianco, segue poi l’essiccazione e l’affumicazione del prodotto. Il composto così ricavato viene aromatizzato con un trito di cipolla cruda. Infine, l’impasto ottenuto viene conservato in appositi vasetti di vetro oppure di terracotta.

Quanti tipi di Sàssaka si trovano in commercio? Come mangiarla?

Nata per essere spalmata su una fetta di pane nero. Il classico pane austriaco ricavato dalla farina di segale, ideale per condire la polenta oppure gli gnocchi.
Reperibile nei negozi dei prodotti artigianali austriaci con il nome di Frierss Kùrntner SasaKa.

Sostanzialmente, non è il prodotto che innanzi vi abbiamo descritto. Si tratta, di una Sassaka derivata dallo speck affumicato, lavorato attraverso la tritatura con gli aromi. Sempre in commercio nei pressi del Canal del Ferro, è possibile acquistare delle variabili del prodotto realizzate con petto e ciccioli d’oca.

Stesso discorso vale per le zone di Timau-Tischlbong, frazione di Paluzza, dove si può acquistare un derivato della SassaKa, la Varhackara, che in gergo locale significa “pestato e tagliuzzato”. Viene realizzato dal lardo bianco di maiale, pancetta affumicata e speck con l’aggiunta di erbe aromatiche. La particolarità del “Varhackara”, è data dalla sapiente aromatizzazione del prodotto attraverso il processo antico di conservazione e stagionatura, realizzata con appositi recipienti di pietra.

Il composto ottenuto della Varhackara viene conservato in vasi di vetro, anche in questo caso è buonissima spalmata su una bella fetta di pane. Inoltre, la si può utilizzare per insaporire gli gnocchi e polenta oppure può essere destinata in cucina come base per la preparazione di soffritto del ragù. Attualmente questo prodotto può essere acquistato nelle macellerie di Timau.

Concludendo, non possiamo che consigliarvi di lasciarvi cullare dalle mistiche suggestioni che il Friuli Venezia Giulia offre in tutta la sua inerme bellezza. Cedete il passo al coinvolgente fascino folkloristico, gustate i ricchi sapori di questa terra, che vanta una tradizione enogastronomica unica.

Alla continua scoperta della punta di diamante del nostro Bel Paese, dove ogni esperienza è un viaggio, ogni viaggio è una scoperta continua.

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