La cipolla rossa di Cavasso rappresenta un pezzo di storia che dal passato torna nei piatti dei friulani. Un ortaggio che proviene da una tradizione antica legata alla produzione, al raccolto e alla vendita dei bulbi di cipolle rossa. Un prodotto dal gusto dolce e dalla tenue tonalità di rossa. Oggi, rientra nella categoria di quei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
Il bulbo della Val Cosa con quello riscoperto di Cavasso, sono prodotti promossi e sostenuti dalla Fondazione Slow Food. L’ortaggio è stato rivalutato con l’obiettivo di farlo apprezzare non solo ai friulani, ma a tutti gli italiani. Un prodotto sano, genuino particolarmente indicato nella creazione di piatti deliziosi, nello stesso tempo è ottimo da mangiare sia cotto che crudo, così come appare al naturale.
Tra tradizione e bontà della cipolla rossa di Cavasso
La cipolla rossa viene da quelle zona ruvide di quella parte occidentale del Friuli, precisamente tra i torrenti Meduna e Cosa. Tempo addietro, in quei luoghi erano presenti immense produzioni di prodotti ortofrutticoli, tra questi spiccava per la sua tipicità la cipolla rossa.
Infatti, i bulbi si mostravano con tuniche rosse arricchite di tenui riflessi ramati. Il colore dell’ortaggio, appariva allora come oggi rossa. In quegli anni, la coltivazione era prevalentemente diretta dalle donne. Si occupano della produzione del prodotto, seguivano tutte le fasi legate alla coltivazione, essiccazione, raccolto e vendita.
Con fare sapiente legavano le cipolle dopo il processo di essiccazione di un paio di giorni, con un erba di palude dal nome palut, realizzando delle trecce chiamate riesti, per poi proporre alla vendita nei mercati locali.
La commercializzazione del prodotto avveniva sempre attraverso le donne, che si muovevano con il solo uso delle gambe o delle biciclette. Spostandosi da Cavasso a Castelnovo del Friuli, fino anche a raggiungere Spilimbergo e Maniago. Pur di vendere le cipolle rosse curate con le proprie mani ricavate dalla terra. C’erano donne che raggiungevano Barcis, Andreis e Claut.
Nei periodi aspri le venditrici di cipolle chiamate “rivindicules”, si spostavano fino a toccare il sud della punta più bassa del Friuli. Spesso, più che una vera vendita si portava avanti un baratto dove le donne scambiavano le cipolle con farina di mais (blave) necessaria per fare la polenta.
In seguito, intorno agli anni ’50, la coltivazione della cipolla venne tagliata dai campi. Per anni non se n’è avuta notizia e forse sarebbe diventare una delle tante primizie abbandonata per inerzia dall’uomo, se non fosse stato per i giovani agricoltori.
Grazie alla riscoperta dell’importanza delle origini, è nata la necessità di valorizzare quelle tradizioni lasciate in eredità da un fare sapiente e antico per i posteri. La passione per la terra ha dato modo di rivalutare un prodotto dimenticato, quasi perso nel tempo.
Dalla cucina alla tavola
La cipolla ha un sapore delicato, raffinatamente dolce, ha una bella compattezza croccante. Sostanzialmente, vi possiamo garantire che grazie alle sue peculiarità rappresenta un alleato prezioso nella creazione di piatti molto particolari, ma nello stesso tempo altrettanto semplici. Ecco, perché si possono mangiare al naturale crude o cotte.
Tra le tante ricette dove poter utilizzare la cipolla rossa, vi proponiamo “le cipolle rosse in agrodolce”, una ricetta sapientemente spiegata da una nostra lettrice.
Per realizzare di questo piatto occorrono 5 ingredienti semplici e genuini, quali:
1. le cipolle rosse di Cavasso;
2. dell’olio extravergine di oliva;
3. dell’acqua;
4. dell’aceto balsamico;
5. del miele.
Pulite bene le cipolle, disponetele in una padella con pochissima acqua e un leggiadro filo di olio extravergine d’oliva. Cuocete il tutto con un fuoco molto tenue. Le cipolle devono risultare morbide, a questo punto versate dell’aceto balsamico e infine il miele, dolcemente lasciate caramellare. Il risultato finale sarà un piatto unico dal sapore speciale dai colori caldi, ideale come condimento per le pietanze dal gusto forte e deciso.
In tema di dolcezza, non possiamo che consigliarvi di visitare il Friuli Venezia Giulia, non come una terra divisa tra mare e montagna, ma come un posto da vivere, amare ogni singolo istante. Una terra fatta di tante ricchezze dall’arte alla storia, dalla tradizione enogastronomica al caldo folklore locale. Non un posto come un altro, ma un luogo da tenere nel cuore dove stare bene.
Dove acquistare la cipolla rossa di Cavasso: elenco produttori
- Eddo Bier
Cavasso Nuovo (Pn)
Via Armando Diaz, 98
Telefono 0427 77417 - Michele Bier
Cavasso Nuovo (Pn)
Via Vittorio Veneto, 31/1
Telefono 0427 777851 - Alberto Bulfon
Valeriano (Pn)
Via Sottoplovia, 28
Telefono 347 7526322 - Isolina Candon
Valeriano (Pn)
Via Battisti, 23
Telefono 348 1526673 - Fernanda Cappello
Sequals (Pn)
Strada di Sequals, 15
Telefono 0427 93291 - Gianni Carpenedo
Maniago (Pn)
Via Unità d’Italia, 27
Telefono 0427 777878 - Sandra Carusone
Cavasso Nuovo (Pn)
Borgo Mas, 5
Telefono 348 9204878 - Rino Corrado
Cavasso Nuovo (Pn)
Via Stazione, 2
Telefono 0427 77671 - Alfio Del Colle
Travesio (Pn)
Via Laves, 35
Telefono 0427 907733 - Vincenzo Dinon
Cavasso Nuovo (Pn)
Via Vittorio Veneto, 15 A
Telefono 0427 778230 - Gregorio Lenarduzzi
Lestans (Pn)
Via delle Primule, 2
Telefono 320 0135391 - Roberto Melocco
Travesio (Pn)
Via Melares, 13
Telefono 340 7124014 - Giulia Piccolo
Cavasso Nuovo (Pn)
Via Diaz, 19
Telefono 0427 77479 - Claudio Sartor
Cavasso Nuovo (Pn)
Frazione Orgnese
Via Case Dinon, 6
Telefono 0427 778120 - Christian Siega
Pinzano al Tagliamento (Pn)
Via Costabeorchia, 19 A
Telefono 339 4299867 - Claudio e Maria Zambon
Cavasso Nuovo (Pn)
Borgo Zamboni, 6
Telefono 339 8856976 - Federica Zerbato
Colle di Arba (Pn)
Via Sequals, 28
Telefono 0427 939005