Far incontrare tradizioni e innovazione è il sogno di molti, ed è una specie di slogan che si sente usare spesso, in questi anni di riscoperta del mangiar sano e del vivere slow. Ma, come ogni sogno, sarebbe destinato a rimanere tale, senza qualcuno che impieghi tempo e risorse per farlo diventare realtà.
La signora Marinella Ferigo è esattamente una di queste persone. L’abbiamo conosciuta presso il ristorante Ai Celti, che gestisce da quasi vent’anni in quel di Gemona del Friuli, con la stessa pazienza e passione che l’ha accompagnata in ogni altro suo impiego.
Quando le tradizioni sposano l’innovazione
Instancabile lavoratrice, Marinella sa bene che la sua attività, e la ristorazione in generale, può avere un futuro degno solo se le generazioni più esperte sapranno tramandare a quelle nuove i valori più importanti in cucina, nel commercio e nello stile di vita.
Nella sua qualità di presidente dell’Unione Cuochi del Friuli-Venezia Giulia, la signora Marinella spende gran parte del suo tempo per aiutare i giovani cuochi ad emergere e per promuovere le loro attività, dispensando impagabili consigli, che possono derivare solo dalla saggezza di chi si è “fatto con le proprie mani”.
Il messaggio che desidera trasmettere alle nuove generazioni è proprio questo: impegnarsi, non arrendersi, coltivare le proprie passioni. E soprattutto osare, perché le tradizioni più antiche possono avere un futuro solo se c’è chi è disposto a reinterpretarle in chiave moderna.
Una vita guidata dall’impegno e dalla passione
E’ proprio così che nascono i nuovi talenti: i migliori chef del momento sono quelli che alle ricette tipiche affiancano le nuove esigenze del mangiare bio, quelli che conoscono i più moderni ritrovati tecnologici per la conservazione e la preparazione del cibo, ma non dimenticano il valore insostituibile dei forni a legna, delle pentole in rame, degli alimenti a chilometro zero.
E la vita della signora Marinella parla proprio di questo: di quanto sia importante saper cucinare con ciò che si trova nei campi, saper improvvisare e conoscere le qualità di ogni singolo alimento.
In gioventù trascorre spesso le vacanze in Abruzzo, dove risiede la suocera, che accompagna nelle sue lunghissime passeggiate per le valli, alla ricerca di erbe spontanee. Qui riesce a carpire ogni segreto delle principali erbe da cucina, e impara l’importanza di saper inventare ricette con ciò che si ha a disposizione.
Dopo alcune esperienze lavorative in Svizzera e in Germania, ed un impiego nel settore alberghiero ad Abano, arriva l’occasione di mettere a frutto le sue conoscenze, quando le viene proposto di gestire il ristorante Ai Celti a Gemona del Friuli.
Un ristorante che vi raccomandiamo e che le assomiglia, perché vive di cordialità, buona tavola e mangiar sano, dove i piatti vengono decisi giorno per giorno, in base alle disponibilità nelle dispense. Provate i suoi primi piatti come i tortelli ed i sughi ottenuti senza cuocere gli ingredienti, ma frullandoli con l’olio: ci darete ragione!
Inseguire i propri sogni e valorizzare il territorio
L’esempio della presidente Marinella, quindi, è questo: puntare sui giovani, quei giovani che amano il proprio territorio e sono in grado di promuoverlo al meglio. La sua collaborazione con l’Unione Cuochi nasce proprio da questo desiderio di continuità, dall’obiettivo di infondere nei giovani chef la voglia di restare ed emergere, per tramandare a loro volta il proprio sapere.
E dalla collaborazione tra diverse generazioni nascono, a volte, nuove inaspettate delizie culinarie. Insieme al giovane chef emergente Davide Patat, infatti, Marinella ha inventato una nuova ricetta: uno speciale raviolo alla friulana. I suoi Cjapiei di San Marc sono destinati a diventare un nuovo piatto simbolo di Gemona e di tutto il Friuli.
Volete un anticipazione? Ecco gli ingredienti: farina di polenta di mais cinquantino e ripieno di formaggi della latteria turnaria di Campolessi, fichi secchi e burro fuso. Il risultato è davvero straordinario: venitelo a provare!