Domenico da Tolmezzo e la Scuola Tolmezzina

Domenico da Tolmezzo
Domenico da Tolmezzo

Domenico Mioni, detto Domenico da Tolmezzo, fu pittore sensibile alla lezione del Mantegna, ma viene ricordato soprattutto come eccelso intagliatore che ha dato vita alla Scuola Tolmezzina.

Nato a Tolmezzo nel 1448 viene portato dal padre, cuoiaio, ad Udine per fare da apprendista a Giovanni di Francia, pittore e intagliatore, di cui non ci è giunta nessuna opera. Nel 1467 muore il maestro Giovanni e Domenico apre una bottega per proprio conto.

Nel 1469 si sposa con l’udinese Romea e fino al 1475 non ci sono documenti che attestino la su attività. Dal ’75 alla sua morte, nel 1507, ci sono invece giunte innumerevoli conferme del suo indefesso lavoro d’artista.

Come intagliatore si ispira parzialmente sia al gotico veneziano che alle novità rinascimentali ma resta fondamentalmente legato alla stilizzazione nordica quattrocentesca.

Compone i suoi polittici secondo uno stile cisalpino con i santi allineati, isolati, ieratici. Adotta la tecnica tedesca della doratura a bolo e della pittura a tinte opache, ma non la forma del fluegelaltar, cioè l’altare a sportelli, comune nei territori germanici confinanti.

Domenico da Tolmezzo può apparire talvolta ripetitivo nella realizzazione di figure quasi uguali, dall’espressione rigida, ma spesso i polittici sono lavori di bottega nei quali il maestro interviene solo nei personaggi più importanti. Inoltre le figure dei santi dovevano essere riconosciute dai fedeli anche grazie ad una certa tipicizzazione che rappresentasse fedelmente i loro caratteri ed attributi.

Le invasioni Turche, che saccheggiarono le terre friulane nel 1477 e nel 1499, depredarono chiese e luoghi santi. Inoltre la ribellione dei contadini e la sua repressione, il terremoto del 1511, la carestia e la peste furono avvenimenti tragici per la popolazione. Questi fatti produssero una rinascita di fervore religioso che incentivò la costruzione di altari, chiese votive, sacelli.

I prelati e i devoti ricorrevano agli artigiani più vicini e, non disponendo delle risorse economiche per commissionare le opere ai lapicidi, ripiegavano sulle sculture lignee policrome certamente meno care ma di grande effetto.

La fortuna della Scuola Tolmezzina è dovuta alla maestria di scultori come Domenico da Tolmezzo ma anche dei suoi allievi tra cui citiamo Giovanni Martini (1475 -1535)

Di Domenico da Tolmezzo restano i polittici della parrocchiale di Forni di Sopra, della Pieve di San Pietro a Zuglio, quello della Pieve di Illegio e poi opere a Invillino, Terzo di Tolmezzo, Venezia, Carpeneto.

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