La Storia dell’ isola di Grado

Storia isola Grado
Storia dell'isola di Grado

Non solo gli appassionati di storia possono rimanere affascinati dalle evoluzione di questa città friulana dalle antiche origini.
Grado segue due importanti momenti storici che sono rappresentati in ordine cronologico dall’importante insediamento romano di Aquileia e da quelli vissuti sotto la Serenissima.

Gradus (ossia, scalo o porto in latino) nacque come fisiologico sbocco sull’Adriatico di Aquileia, città romana risalente al 181 a.C. in un territorio precedentemente abitato tra il IX e l’VIII secolo a.C. da una colonia di Veneti e, successivamente dai Celti.

L’origine si deve molto probabilmente alla progressiva difficoltà delle navi di entrare alla foce del Natissa per giungere fino ad Aquileia e, quindi, la necessità di avere un punto intermedio dove le grandi imbarcazioni potevano trasferire in altre più piccole, merci destinate a questa importante colonia romana.

Nel II secolo d.C., la cittadina vide l’edificazione di una cinta muraria atta a fortificarla per contrastare le prime invasioni dei barbari che, proprio in quel periodo, si affacciavano nel Sud-Est Italia in cerca di conquiste. Ciò dette motivo agli abitanti di Aquileia di migrare verso le isole della laguna trasformando Grado in una sorta di Venezia in embrione; infatti, la leggenda riporta che questa fu fondata nel 421 d.C. proprio per salvare la popolazione minacciata dai barbari.

La storia conferma l’invasione di Aquileia da parte degli Unni di Attila nel 452 d.C. e l’improvviso sviluppo di Grado dove trovarono riparo chi era riuscito a fuggire dalla città romana.

L’importanza di Grado si evidenzia quando avvenne lo scisma provocato da tre vescovi che si staccarono dalla chiesa di Roma al quale aderì anche il vescovo di Aquileia, che provocò il conseguente distacco anche della cittadina friulana. L’invasione dei Longobardi diede il colpo di grazia a quella che era stata fino a quel momento l’importanza della città che vide fuggire il vescovo e tutti i beni della chiesa, verso Grado che assunse sempre più importanza.

Fu in quel periodo che grazie ai ricchi profughi di Aquileia venuti a vivere a Grado, la cittadina si arricchisce di un tessuto urbano sempre più prezioso: la basilica con il battistero di Piazza della Vittoria, i conventi di S. Giuliano, S. Pietro d’Orio ed altri ancora, la basilica di Elia con il suo successivo Palazzo Vescovile e la basilica di S.Eufemia.

Per Grado proseguono decenni all’insegna del benessere grazie alle fortune legate all’importanza di vescovi che si succedono nel tempo, fino a quando il trasferimento del patriarca a Cividale, rende la cittadina sempre più dipendente da Venezia.

Il Castrum della città venne distrutto dai Longobardi nel 663-664 e questo risulta un ulteriore colpo nei confronti del prestigio della città che viene surclassato da quello della vicina Venezia dopo che le spoglie dell’evangelista San Marco furono lì trasportate dopo essere state trafugate da Alessandria d’Egitto e che la identifica come la città più importante di tutto il Mare Adriatico.

Grado assiste a feroci scontri da parte di Veneziani e dei Franchi che, a sorti alterne, la conquistano e la perdono fino al 1379 quando, la Repubblica Marinara di Genova in guerra con quella di Venezia, la conquistano per farne poi dono al Patriarcato di Aquileia che la manterrà fino a quasi la fine del XIV secolo. Lotte e distruzioni hanno demolito Grado che solo a metà del XV secolo venendo unita come diocesi a quella di Venezia trova infine pace dallo scenario di conflitti in seno della chiesa. Dell’antico splendore rimane ben poco e gli abitanti ancora rimasti in un paese quasi abbandonato, vivono la loro povertà in modestissime abitazione sopravvivendo solo grazie alla pesca.

Fino a quando Napoleone, nel 1797 non conquisterà la Repubblica Veneta, Grado è legata a doppio filo alle vicende di quest’ultima e resterà francese fino al 1798 quando sarà consegnata agli austriaci dai francesi per poi tornare nelle mani di questi nel 1805 quando vennero fissati dei nuovi confini con l’Austria. Grazie ai francesi, Grado vede la costruzione di una diga, del Forte Palasseto e del Forte Eugenio. Tornerà ad essere austriaca nel 1814 e vi resterà per un secolo, quando comincia la Grande Guerra che vede la cacciata degli austriaci da parte degli italiani anche se, la storia afferma che furono i soldati del Kaiser a lasciarla volontariamente.

E’ la scoperta di una falda acquifera nel sottosuolo avvenuta nel 1900 a risolvere il cronico problema della carenza idrica che ha sempre afflitto Grado, a darle un nuovo splendore e ad indirizzarla verso quella che sarà una vocazione turistica che ne determinerà la crescita. I primi turisti furono austriaci che stimolarono lo sviluppo di quel territorio che fu curato come mai prima con la formazione di un nuovo litorale (la Costa Azzurra) che assicurò vantaggi sia all’economia di Grado che alla tutela dell’ambiente lagunare. Fu dopo il termine della seconda guerra mondiale che le opere di bonifica continuarono così come la creazione di infrastrutture necessarie ad agevolare l’arrivo dei turisti soprattutto dall’estero.
Riassumendo, possiamo suddividere in cinque momenti storici, le epoche di Grado: le sue origini, il tempo patriarcale, quello della Serenissima, quello degli Austroungarici, la Grado italiana.

Continuando un ideale itinerario che attraversa la storia di Grado, recandovi alla Basilica di Sant’Eufemia, si può ammirare un inestimabile tesoro databile 568 d.C. caratterizzato da un reliquiario Bizantino della Santa Croce, la Pala d’Oro e la Stauroteca.

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