Nell’estrema parte orientale del Friuli Venezia Giulia, al confine con la Slovenia, il monte Kolovrat è una catena montuosa che si estende per circa quattro chilometri e divide le Valli del Natisone, in Italia, dalla Vallata dell’Isonzo slovena.
Interessato da percorsi naturalistici, il Kolovrat è oggi noto soprattutto per i fatti d’arme legati alla Grande Guerra che vi ebbero luogo, di cui sono ancora visibili diverse tracce. Proprio per questo motivo, la zona è diventata un museo transfrontaliero all’aperto volto a individuare e valorizzare il sistema difensivo italiano che si trovava in quest’area.
La disfatta di Caporetto e la conquista nemica del monte Kolovrat
Durante la Prima Guerra Mondiale, tra i monti Kolovrat e Matajur era posta la terza linea difensiva del fronte italiano. Con l’esito catastrofico della dodicesima battaglia dell’Isonzo, meglio nota come disfatta di Caporetto, le truppe austro-ungariche e tedesche riuscirono a sfondare il fronte, superando con incredibile rapidità sia la prima che la seconda linea italiana.
In tale contesto ricoprì un ruolo di primo piano il giovane Erwin Rommel, un personaggio che sarebbe poi diventato ben più noto durante la seconda guerra mondiale. Con il suo reparto, Rommel riuscì a conquistare il monte Kolovrat e poi tutta la linea fino al Matajur, sbaragliando l’esercito italiano in frenetica ritirata.
Le perdite per gli italiani, com’è noto, furono ingenti tra morti, feriti e prigionieri: un vero e proprio disastro, come chiaramente testimonia anche l’uso del termine “Caporetto” nella lingua italiana corrente.
Il museo all’aperto di Kolovrat “La terza linea di difesa italiana”
Il progetto che ha portato alla realizzazione del museo transfrontaliero all’aperto “La terza linea di difesa italiana” ha avuto inizio nei primi anni Duemila, e ha previsto un’importante attività di individuazione e catalogazione delle strutture difensive costruite negli anni della Grande Guerra, prevalentemente costituite da trincee, postazioni e gallerie. Lungo il percorso è stata poi collocata un’idonea segnaletica che indica i luoghi significativi sotto il profilo storico ma anche ambientale e naturalistico, oltre che i punti panoramici che consentono l’osservazione a tutto campo dell’area.
La tragedia della Prima Guerra Mondiale colpì le difese del monte Kolovrat soprattutto dopo la disfatta di Caporetto, e una visita sull’altopiano permette di capire con maggiore vividezza quanto accadde e come si svolse lo scontro tra l’esercito italiano e quello nemico austriaco.
Il punto di partenza per l’escursione è il Passo Solarie, dove si trova il monumento dedicato a Riccardo Giusto, l’alpino che fu il primo caduto italiano della Grande Guerra. A 50 metri dal monumento inizia una strada asfaltata in salita, seguendo la quale si giunge al pannello informativo che presenta il museo.
Si prosegue quindi lungo il sentiero sulla destra giungendo al Passo Zagradan (1042 m) con a sinistra il Monte Piatto e a destra il Monte Klabuk, dove sono state recentemente recuperate dalla Fondazione “Poti miru v Posočju” (Fondazione Le vie della Pace nell’Alto Isonzo) di Caporetto altre postazioni di difesa italiane raggiungibili tramite un apposito sentiero.
Tornati al passo Zagradan, la visita continua sul vicino Monte Piatto, dove si trovano dei resti di piazzole d’artiglieria e alcuni ruderi di edifici. Si prosegue quindi seguendo il sentiero sino anche non s’incrocia il sentiero CAI 746 e, svoltando a sinistra, si torna al pannello informativo dell’inizio della visita, da cui raggiungere a ritroso il passo Solarie.
Informazioni utili
Il monte Kolovrat è raggiungibile percorrendo la SP45 che parte da Ponte San Quirino ed arriva a Drenchia.
È possibile arrivare al punto di partenza, passo Solarie, in macchina e parcheggiare nei pressi del rifugio.
La lunghezza del percorso è di 4,5 km con un dislivello di 200 metri (difficoltà bassa – turistica).