Il mistero della Pieve di Forni di Sotto oggi Chiesa parocchiale

Un'altare ligneo di Domenico da Tolmezzo sparito

Mistero della Pieve di Forni di Sotto
Mistero della Pieve di Forni di Sotto

È certo che tra i documenti ritrovati nell’archivio parrocchiale di Forni di Sotto c’è una dichiarazione di Domenico da Tolmezzo relativa ai danari ricevuti per una sua opera.

Si tratta di un’ancona d’altare in legno d’orato, eseguita e consegnata, per la quale il depentor rilascia quietanza in merito agli anticipi e al saldo riscossi tra l’Ottobre del 1485 e il Marzo del 1488.

Nulla si sa sulle dimensioni dell’ancona. Tuttavia a giudicare dal prezzo convenuto di 74 ducati e dal confronto con altre opere simili, si può arguire si tratti di un polittico su due piani, con 5 statue a figura intera e 5 a mezzo busto.

In sostanza un’ancona simile a quella della Pieve di Invillino o a quella esistente a Forni di Sopra.

La bella pubblicazione del 2003, Mi poni achì, una comunità, una chiesa, una storia, promossa da Don Aldo Lenarduzzi per celebrare il 50° anniversario della ricostruzione della Pieve di Forni di Sotto, raccoglie preziosissime informazioni sull’ancona sparita.

Sempre da documentazioni dell’archivio parrocchiale si ricostruisce la sostituzione nel XVII secolo dell’ancona di Domenico con un’altra, commissionata a Girolamo Comuzzo da Gemona. Questi aveva una bottega attiva, simile a quella di Giovanni Antonio Agostini o di Giovanni Sai a Venzone.

Da tutte queste botteghe, tuttavia, non escano i capolavori della quattrocentesca Scuola di Tolmezzo.

Resta ancora aperta la domanda: dove è finita la vecchia pala di Domenico da Tolmezzo con le sue statue?

Si ipotizza che alcune sculture di Santi possano essere state vendute anche a privati per pagare i debiti della Chiesa.

Forse il pittore Giovanni Napoleone Pellis intono al 1900 ha comperato in Carnia un San Giovanni Battista e un San Lorenzo molto deteriorati, e si può solo presumere che si tratti di 2 Santi della ancona di Domenico.

Una Madonna con bambino, danneggiata in alcuni punti, viene conservata per oltre due secoli nella sacrestia della Pieve di Forni di Sotto e, forse, finisce in soffitta.

La vista della Madonna così sola e abbandonata suscita la devozione e l’interesse di un parrocchiano , il bravo Abramo Luigi Nassivera (1855 -1912), detto “Pefar”, che funge da uomo tuttofare: impiegato comunale, sagrestano, e all’occorrenza, organista.

Il “Pefar” chiede al Parroco, don Romano, di ricevere la Madonna in omaggio perché desidera regalarla alla figlia Maria. Don Romano acconsente purché la Madonna danneggiata venga esposta in un Cristin.

Il “Pefar” accetta e si mette di lena a costruire la cappellina, ultimandola nel 1911. La Madonna viene vestita, anche per nascondere i danni, poi viene ornata di una nuova corona e di collane e rimane per oltre 50 anni nel suo cristin ad osservare i fatti degli uomini.

Vede anche la sua Pieve distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale dall’incendio del 1944 appiccato dai tedeschi agli edifici di Forni per ritorsione contro i partigiani.

Madonna
Madonna rivestita e truccata dalla nipote di Pefar

Dopo la guerra la nipote di Pefar fa eseguire dal pittore Italo Bearzi di Enemonzo alcuni restauri sulla Madonnina. La riveste, la ingioiella e la rifornisce persino di una mano posticcia.

Nel 1960 Don Francesco Quai viene incaricato di fare l’inventario del patrimonio artistico delle Chiese e delle Pievi Carniche. Un giorno si ferma davanti alla cappellina con la Madonna rivestita e truccata e gli pare di individuare qualcosa… da li la grande scoperta…

Si tratta sicuramente di una statua di Domenico da Tolmezzo, facente parte della famosa ancora lignea intagliata e dorata e portata a termine nel 1488.

Madonna restaurata
Madonna con bambino benedicente di Domenico da Tolmezzo restaurata

Questa Madonna con bambino benedicente è una bellissima opera, che ben rappresenta la tecnica scultorea del depentor tolmezzino. Il volto è fisso e grave, con grandi occhi che pare guardino al di là dell’osservatore. La statua è sostenuta da un equilibrio classico e da una compostezza essenziale che danno un senso di quiete e di pace in chi la guarda.

La nostra Madonna è coeva di quella di Dilignidis (1486) molto apprezzata ed ora è considerata una tra le più belle sculture dell’artista.

Altare con la Madonna
Altare con la Madonna di Domenico da Tolmezzo nella Pieve di Forni di Sotto

Grazie agli eredi di Pefar la Madonna con bambino benedicente è stata donata alla Pieve di Forni di Sotto ed ora è collocata nella nicchia dell’altare laterale ad est.

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