Luigi Rizzo, conte di Grado e di Premuda

Luigi Rizzo
Luigi Rizzo (Grado)

Chi era Luigi Rizzo? Per i gradesi un eroe del mare ma anche uno sposo romantico che aveva scelto Grado per la celebrazione del suo matrimonio con la figlia del medico del luogo. Matrimonio di guerra, con bacio alla sposa dopo il rito nuziale, e separazione immediata: lei sfollata a Venezia, lui rimasto a Grado per difendere il litorale della patria.

Luigi Rizzo nasceva a Milano nel 1887. Nipote, figlio e fratello di marinai, s’ imbarcava a 8 anni sulla nave comandata dal padre; non ancora diciottenne si diplomava con onore all’Istituto Nautico. A 25 anni diventava Capitano di Lungocorso e Sottotenente di Vascello di Complemento nella Regia Marina.

Durante la Prima Guerra Mondiale si era fatto riconoscere per la sua efficacia nelle operazioni militari, soprattutto contro quelle navi nemiche ben protette e quasi inaccessibili per le grandi unità.

Se vogliamo riassumere brevemente la sua carriera queste sono le sue grandi imprese belliche:

  • 1915-1916, difesa marittima di Grado;
  • Maggio 1917, cattura di 2 aviatori austriaci;
  • Dicembre 1917, affondamento della corazzata “Wien” nel Golfo di Trieste e difesadelle foci del Piave;
  • Febbraio 1918, incursione nella baia di Buccari con Gabriele D’annunzio e Costanzo Ciano;
  • 10 Agosto 1918, affondamento dell’Ammiraglia Santo Stefano, che era dotata di 42 cannoni e 4 tubi lanciasiluri ed era ben scortato dai cacciatorpedinieri.

Già la notte del 10 Dicembre 1917, mentre si organizzava la strenua difesa italiana sul Piave, dopo la sconfitta di Caporetto ad ottobre, Rizzo costruiva il suo mito di “Affondatore”.

Partito da Venezia, a bordo del MAS 9, penetrò nella rada di Trieste dove si trovava la flotta austriaca. Rizzo riuscì a malapena a tagliare i cavi di sbarramento che proteggevano le navi alla fonda, senza essere scoperto dalle luci dei fari che, ad intermittenza, illuminavano la superficie marina. Entrò cautamente nel porto e nel buio individuò la fiancata della corazzata Wien. Le lanciò contro due siluri a cui seguì una gigantesca esplosione. Mentre la nave colava a picco, Rizzo, festante, prendeva il largo ma non senza pensare, con il suo animo sensibile, alle morti dei molti giovani marinai austriaci.

Decorato di Medaglia d’Oro, si guadagnò la sua seconda Medaglia d’Oro con l’azione del Giugno 1918. La Marina Italiana si era trasferita ad Ancona da dove i MAS pattugliavano le coste Adriatiche perché era noto che la flotta austriaca voleva attaccare lo sbarramento del Canale di Otranto.

Il 10, di notte, da Ancona partirono 2 MAS comandati da Rizzo e da Aonzo. Essi vennero rimorchiati da due Cacciatorpedinieri che li lasciarono davanti ad un isola in Croazia. Finalmente, con il chiarore dell’alba, furono avvistate due grosse Corazzate Austriache, protette da tre Cacciatorpedinieri. Rizzo riuscì a schivare la scorta con notevole abilità.

Poi si portò con il suo MAS sufficientemente vicino alla Santo Stefano a cui lanciò 2 siluri, centrandola. Se la filò bersagliato dal fuoco nemico e tornò sano e salvo ad Ancona. Così si meritò la sua seconda Medaglia d’Oro, come si diceva, oltre al sospeso viaggio di nozze con Giuseppina, sposata a Grado il 28 Ottobre e subito lasciata, per causa superiore, in quanto veniva ordinata anche ai Corpi della Marina la ritirata verso il Piave, dopo la sconfitta di Caporetto.

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