La festa dei Santi Ermacora e Fortunato

Santi Ermacora e Fortunato
Santi Ermacora e Fortunato

Aquileia diventa cristiana già nel I secolo dopo Cristo? Una certa tradizione dice si, i dati storici dicono di no e fanno risalire  il I vescovo aquileiense al IV secolo d.C.

La tradizione rende il passato magico, quasi avvolto di un’aura suggestiva e va riferita: Sembra che l’apostolo Marco sia stato invitato dal primo pontefice romano, Pietro, ad evangelizzare Aquileia e la regione circostante. Dopo aver convertito molte anime Marco avrebbe deciso di fare rientro a Roma, ma i cristiani del luogo volevano un pastore che li guidasse e scelsero Ermacora.

Ermacora accompagnò Marco a Roma per venir consacrato dallo stesso San Pietro, che lo accolse benevolmente a lo nominò vescovo. Ritornato ad Aquileia Ermacora continuò l’opera di S.Marco, nominò a sua volta sacerdoti e discepoli e li inviò verso nuovi territori da convertire al cristianesimo.

Purtroppo il tribuno romano Sebastiano, diventato prefetto di Aquileia, iniziò a perseguitare i cristiani, come nemici dell’imperatore. Il vescovo Ermacora fu processato, condannato e finì in carcere. Dalla prigione individuò come suo successore Fortunato, indicatogli segretamente come uomo pio, dal popolo cristiano di Aquileia. Purtroppo questa scelta fu resa nota al tribuno Sebastiano che non attesa molto ad arrestare anche Fortunato.

Il 12 Luglio Ermacora e Fortunato vennero uccisi davanti al popolo e divennero, così, martiri cristiani. Ogni anno, da allora si festeggia questa data.

Aquileia cristiana tra storia e leggenda

San Pietro è a Roma fino al 65 o 67, quando viene crocefisso dall’imperatore Nerone. Il primo vescovo di Aquileia si sarebbe lì insediato nel I secolo d.C.

Ma gli scrittori più antichi, che parlano della diffusione del cristianesimo, non citano la presenza di San Marco ad Aquileia. Non viene citato nemmeno lo sbarco di San Marco nella Laguna di Grado, all’altezza di Belvedere. Lì esiste una cappella a lui dedicata  con un’iscrizione che tuttavia sembra  ispirata dalla leggenda piuttosto che  dalla storia. Neppure San Girolamo, autorevole scrittore cristiano, presente ad Aquileia, cita mai la presenza di San Marco nel territorio nel I secolo.

Allora perché costruire questa leggenda?

Evidentemente vi sono delle ragioni di opportunità che risalgono agli anni 500, 792 e 827. Nel 500 Aquileia è coinvolta nell’eresia  dei tre capitoli, viene condannata dal pontefice romano e si appella a San Marco e a San Pietro per scagionarsi ed ottenere nuovamente il favore del Papa.

Nel 792 Carlo Magno accoglie la leggenda di San Marco per ragioni politiche in quanto voleva legare a sé la popolazione aquileiense.

L’827 è la data che si riferisce al concilio di Mantova. nuova occasione per la chiesa aquileiense di far leva sulla tradizione popolare di San Marco e influenzare a favore delle sue tesi gli altri vescovi.

Vanno ricordati anche Paolo Diacono, autore della Storia dei Longobardi, ed il vescovo aquileiense Paolino d’Aquileia, che nei loro scritti fanno riferimento alla leggenda.

Questi insigni personaggi, nati a Cividale, godevano della stima e del favore di Carlo Magno che li volle per un periodo presso la capitale del Regno Franco.

A Favore delle storia e contro la leggenda di San Marco troviamo, invece, il Papa Pelagoi I, il cui pontificato risale alla metà del 500. Pelagio sfidò il patriarca Aquileiense, Giovanni, a provare storicamente l’origine della sua diocesi, rendendo evidenti i falsi storici.

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