Percorrendo il più antico rione di Gemona del Friuli – il “Quarterium Castri”, in epoca più recente chiamato “di Portuzza” – al civico 50 di via Giuseppe Bini si incontra Casa Gurisatti, un palazzetto caratterizzato da ampie e imponenti superfici murarie che insistono sui vuoti del sottoportico, sulla cui facciata, al centro del primo piano, spicca un’elegante trifora in stile gotico fiorito.
Dal dicembre 1997, l’edificio è sede di una delle più importanti istituzioni culturali della regione, la Cineteca del Friuli, il cui prestigio è riconosciuto a livello internazionale.
Le sue origini sono strettamente legate alla storia del territorio e sono testimonianza di una doppia passione: per la propria terra e per il cinema.
Sì perché all’inizio di tutto ci furono le proiezioni itineranti nelle tendopoli sorte dopo il terremoto del maggio 1976 organizzate – un po’ come si poteva – per recare sollievo alla popolazione; da lì venne poi l’idea di un cineclub che colmasse il vuoto lasciato dalla distruzione delle sue sale della città e lanciato l’appello per aprirne una nuova, raccolto da quotidiani, riviste specializzate e uomini di cinema come il grande regista Ettore Scola e il più autorevole critico cinematografico italiano di allora, il triestino Tullio Kezich, che fruttò due milioni di lire. Una cifra importante, e tuttavia insufficiente a realizzare il progetto originario; fatta di necessità virtù, con quei soldi raccolti si comprarono dei film muti che servirono ad organizzare lezioni di storia del cinema nelle scuole di Gemona, Bordano, Trasaghis, Artegna, Venzone.
Venne costituito così il primo fondo della Cineteca: 20 film a 16 mm, dei fratelli Lumière e di Méliès.
Oggi, l’archivio conserva circa 23.000 pellicole tra film di finzione, documentari e cinegiornali, in 16 e 35 mm; a questi si aggiungono oltre 30.000 titoli in VHS, DVD, BLU-RAY. Le collezioni più importanti riguardano i classici americani dell’animazione, il cinema muto italiano ed europeo.
L’arricchimento del patrimonio è avvenuto nel corso degli anni grazie a scambi con altre cineteche, donazioni, depositi e acquisti.
Naturalmente la Cineteca presta particolare attenzione alla cultura, alla storia e alle personalità del Friuli Venezia Giulia (ma anche del Veneto e della Slovenia e della Croazia) e raccoglie non solo i film di finzione qui girati da cineasti venuti da Cinecittà o da Hollywood, ma anche le produzioni locali, i documentari e i cinegiornali e i film a passo ridotto dei cineamatori.
Si solo rivelati preziosissimi, per esempio, i 16 mm realizzati a Gemona prima del terremoto e che ora testimoniano “in movimento” una città che non c’è più.
La Cineteca del Friuli cura inoltre le operazioni di ristampa e restauro di opere cinematografiche di interesse storico e artistico.
Consistente è il suo patrimonio librario, con oltre 25.000 titoli tra volumi e opuscoli; altrettanto imponente l’archivio fotografico composto di 60.000 immagini di soggetto cinematografico o relative al mondo dello spettacolo in generale. Si tratta di stampe di vario formato, in bianco e nero e a colori, aventi come soggetto attori e attrici del cinema americano ed europeo e della televisione; più di un migliaio sono le cartoline con ritratti di attori e attrici o riproducenti scene riferibili principalmente a film tedeschi, americani e italiani dagli anni ’20 agli anni ’60.
La Cineteca del Friuli, inoltre, organizza ogni anno ad ottobre, insieme a ‘Cinemazero’ di Pordenone, le Giornate del Cinema Muto – Pordenone Silent Film Festival, manifestazione di eccellenza internazionale dedicata al cinema pre-sonoro.
L’abbraccio del Friuli con il cinema non sembra proprio avere confini.