La battaglia di Castelmonte e il ruolo delle donne nel soccorso ai feriti

Un episodio dopo la sconfitta di Caporetto

battaglia di Castelmonte
Battaglia di Castelmonte: l'aiuto delle donne durante la Grande Guerra

I primi feriti della battaglia di Castelmonte giunsero a Jainich e a Tribil, portati dai soldati, la sera stessa del 27 Ottobre 1917. Furono soccorsi dalle donne e dalle ragazze dei due paesi. Dal bosco e dalle balze sopra Jalmicco tutta la notte si sentirono i gemiti dei feriti che evocavano aiuto e il rantolio dei morenti.

Il 27 sera piove ininterrottamente e il 28 la popolazione dei paesini di Tribil, Altana e Oborca uscirono dai nascondigli, nella speranza che il pericolo fosse cessato, e si misero a raccogliere i soldati che giacevano sulla montagna, impossibilitati a muoversi a causa delle ferite.

Molti soldati gravi vennero trasportati nella chiesetta di San Nicolò adibita ad ospedale, molti furono accolti nelle abitazioni del luogo.

Nella casa di Giuseppe Podrecca, a Jalmicco, morirono 6 soldati italiani; 2 soldati molto gravi vennero assistiti da una certa Maria Lesizza che portò loro ogni giorno tutto ciò che riusciva a procurarsi: latte, uova e le poche galline del suo pollaio.

Nei giorni successivi al combattimento di Castelmonte si videro le donne girare per i boschi con pentoloni colmi di latte o di brodo, con bende ricavate dalle lenzuola di casa o dai propri abiti. Il desiderio di tutte era quello di portare conforto e soccorso ai feriti là dove erano caduti in battaglia, in attesa che gli uomini del paese, pochi e anziani, li trasportassero in luoghi più adatti. Qualcuno, come il tenente Mario Cassini, gravemente ferito, fu assistito da una giovane donna che gli restò accanto, piena di cura, fino a che non esalò l’ultimo respiro.

Molti caduti furono raccolti lungo le strade e nelle caverne dove i tedeschi li avevano colti di sorpresa e crivellati con le mitragliatrici.

Ora questi soldati italiani sono sepolti intorno alla chiesina di San Nicolò dove in seguito è stato consacrato il Cimitero di Guerra.

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