Dopo la morte del Patriarca Pagano della Torre il Papa decise di nominare Patriarca un francese, attivo, coraggioso, valoroso in guerra anche se ultrasettantenne: il decano Bertrando de St. Ginnes.
Questi passò subito all’opera con la riconquista di vari territori, tra cui Venzone. Sconfisse i Veneziani ad Osoppo, chiamò in suo aiuto con un esercito il Margravio di Moravia, e fece guerra al Conte di Gorizia.
Decise di legarsi a Udine ed alla famiglia Savorgnan suscitando le gelosie dei cividalesi, del Conte di Gorizia e di altri feudatari messi in disparte.
Ovviamente questi cambiamenti politici ed il malcontento di molti furono stimoli sufficienti per indurre il Conte di Gorizia a tirare dalla sua parte: Pordenone, Cividale, alcuni importanti famiglie come i Della Torre, i Villalta, i Conti di Porcia, i Frangipane, e i Colloredo.
Questi soggetti si allearono e a Cividale sottoscrissero un patto della durata di 10 anni. L’alleanza del 1348 prevedeva che nessuno poteva sottoscrivere una pace col Patriarca senza il consenso del Conte di Gorizia. Ci fu un tentativo di conciliazione tra il gruppo fascinoroso e il Patriarca da parte di un Legato Pontificio, ma non si giunse a nessun accordo.
Nonostante il forte conflitto con Gorizia, Bertrando si dedicò a molte opere di riorganizzazione del territorio: rafforzò le difese alpine, fece costruire la Rocca Bertranda alla chiusa tra Moggio e Pontebba.
Grazie a lui nel 1344 nacque a Cividale l’Università degli Studi. A Udine fece costruire il Duomo dove voleva far riporre le reliquie dei Santi Ermacora e Fortunato, patroni di Aquileia.
È evidente che questo suo amore per Udine e per la famiglia Savorgnan gli avrebbe attirato addosso molta ostilità.

Fu probabilmente ucciso alla Rinchilvelda nel 1350 e il quadro che raffigura l’assassino del Patriarca Bertrando è conservato nel Museo Diocesano di Udine.
Dopo l’uccisione Bertrando venne considerato dagli udinesi come un martire. In seguito a questo drammatico avvenimento il Friuli fu invaso dal Duca d’Austria che occupò Venzone, Udine e Gemona.
Fu a questo punto che il Papa Clemente XI nominò un nuovo Patriarca, Nicolò di Lussemburgo, fratello dell’imperatore Carlo IV.
Nicolò per prima cosa assegnò per 12 anni le terre di Venzone e Chiusaforte al Duca d’Austria. Poi decise di vendicare tutti i responsabili del delitto della Rinchinvelda. Chi subì le più atroci violenze fu il nobile cividalese de Portis che venne torturato brutalmente.