Il paese-azienda di Cave del Predil

paese-azienda di Cave del Predil - Tarvisio
paese-azienda di Cave del Predil

Il paese-azienda di Cave del Predil si colloca all’interno di una zona che è stata descritta come una delle più belle delle Alpi Orientali. Poco distante c’è la Foresta Demaniale di Tarvisio, il Parco Regionale di Fusine Laghi e il Monte Lussari, oltre al Lago di Predil.

Per chi si avvicina a Cave tuttavia balza all’occhio, come una ferita al panorama, lo squarcio della Montagna Re. Ciò è dovuto all’opera dei cantieri che negli anni avevano appaltato le attività estrattive dei materiali contenuti nel monte.

La presenza di un giacimento di piombo e zinco era già noto fin dall’antichità. In tempi più recenti nel XX secolo, con il passaggio della miniera all’Italia, essa fu data in esercizio allo Stato.

Dagli anni 20 agli anni 50 circa venne gestita dalla Società Mineraria del Predil. Intorno agli anni 30 ne divenne direttore l’ingegner Nogara, il quale diede il via ad un piano di sviluppo edilizio che rese possibile la nascita di una comunità legata all’azienda, a cui l’azienda stessa erogava molti servizi per migliorare la qualità della vita dei dipendenti e dei familiari.

La comunità visse dei momenti di benessere e di malessere in relazione alle sorti dell’azienda mineraria  che finì per chiudere definitivamente le attività nel 1991, lasciando in forte crisi il destino del territorio e dei suoi abitanti.

Chiesetta Cave del Predil
La chiesetta restaurata di Cave del Predil

Il paese è dotato di una chiesetta in stile carinziano risalente al 1939 che purtroppo è stata abbandonata per lungo tempo ma attualmente è stata restaurata.

La vecchia chiesa parrocchiale risale al XVIII secolo ed è caratterizzata da due accessi: uno al centro della facciata ed uno sul fianco destro. Il campanile ricorda nello stile quelli delle chiese carinziane o slovene.

La nuova chiesa è stata completata nel 1971 su progetto degli architetti Giovanni Morasutti e Alberto Ferrini, entrambi udinesi, ed è l’edificio sacro più moderno di tutto il tarvisiano.

Il paese di Cave del Predil è dotato di tre ponti che sono in relazione allo sviluppo della miniera e dell’evolversi delle tecnologie. Il primo ponte era in legno, edificato in corrispondenza dell’ingresso principale della miniera, ora è stato sostituito da un ponte in muratura.

In seguito, più a monte, è stato costruito il secondo ponte, in ferro, per far passare i camion, impossibilitati a transitare su quello di legno. Un terzo ponte è stato costruito, ancora più a monte, in calcestruzzo, con lo scopo di evitare l’attraversamento del paese al traffico diretto verso Sella Nevea o al Passo del Predil.

La popolazione dei cavesi, raggruppando genti, attratte dal lavoro in miniera, che provenivano dalla Carinzia, dalla Slovenia, e dall’Italia, ha dato vita ad una comunità che si esprime in più lingue: italiano, friulano, tedesco e sloveno.

A conferma di ciò la rivista locale “La lampada del minatore” nel numero di Dicembre del 1960 aveva pubblicato Stille Nacht in tre lingue (tedesco, italiano e sloveno) ed anche una preghiera in sloveno, con traduzione italiana.

Cinque anni dopo, l’editoriale natalizio del parroco veniva seguito da una poesia “Gnot divine” di Domenico Zanier, da una poesia in italiano di Davide Maria Turoldo e da una leggenda natalizia in sloveno “Sveta noc” di  Tumaz Cuder, con traduzione italiana.

Attualmente a Cave del Predil è possibile visitare il Museo della Miniera e la Struttura degli Impiegati, restaurata, che ci da un’idea delle attività culturali e ricreative che in essa si svolgevano.

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