Gli Ebrei giunsero a Cividale del Friuli, dove ottennero la protezione della potentissima famiglia de’ Portis, nel 1273, ai tempi del patriarca milanese Raimondo della Torre; già nel 1321 si cominciarono ad adoperare per costruire una loro sinagoga, ma questa non fu mai ultimata; finì per essere inglobata nell’edificio del Monastero, nel 1519. Gli Ebrei erano infatti stati accusati – ingiustamente – di aver commesso atti irrispettosi nei confronti della religione cristiana, e il patriarca Bertrando bloccò i lavori.
Monte di Pietà
Nel 1494, padre Sisto del convento di San Giorgio in Vado, nemico dell’usura e degli Ebrei, ottenne il permesso di aprire un Monte di Pietà nell’angolo sud-est di piazza del Mercato (oggi conosciuta come Piazza Paolo Diacono). In origine era composto solo da case di proprietà comunale, ma nel 1692 acquistarono una casa del nobile Aurelio Governa, sempre in piazza, e nel 1761 altri piccoli adiacenti; si comprò anche la casa Boschetti, nonostante la loro posizione all’interno della piazza fosse diametralmente opposta. L’aspetto che ha adesso l’edificio corrisponde a quello che gli fu dato nel corso dei lavori del 1761.
L’edificio è a tre piani; a sud e a est (dove si affaccia sulla piazza) sono presenti finestre dalle cornici in pietra; a sud, in particolare, sono simmetriche rispetto ad un asse centrale che coincide con un portale in pietra rossa e piasentina. Le finestre laterali sono suddivise da due semicolonne in pietra ciascuna, e sempre in pietra – naturale e artificiale – è la fascia basamentale che corre in fondo su tutte le facciate.
Sul primo pianerottolo della scala si trova una memoria in onore di Giusto de Pace, uno dei benefattori più generosi del Monte di Pietà.
Lapide ebraica
Sotto la porta di Borgo San Pietro, comunemente nota come “Arsenale Veneto” poiché durante il periodo della dominazione veneta venne usata come arsenale – si conservavano al suo interno due cannoni, una grande quantità di archibugi e antichi mortai bellici di ogni genere – si trova una curiosa lapide ebraica. Fu collocata lì nel 1465 dopo il ritrovamento di un’iscrizione apparentemente antichissima, del 604 aC, misteriosamente scomparsa, che avrebbe testimoniato un antichissimo insediamento ebraico a Cividale.
Secondo alcuni ci sarebbe stato un errore nella decifrazione della lapide: avrebbero letto 3156 anni dalla creazione del mondo (che corrisponde appunto al 604 aC), invece di 5156, corrispondente invece al 1369 dC. Anno più accettabile dal punto di vista della storiografia, dal momento che è documentata una presenza ebraica a Cividale del Friuli dal XIII al XVIII secolo.
Una ipotesi è che sia stato in realtà un modo ideato dagli Ebrei per scagionarsi dall’accusa di essere stati colpevoli della crocifissione di Cristo.
La traduzione letterale della lapide è la seguente:
Oggi, feria quarta, il giorno 20 di
Chislev, l’anno 225 del millennio corrente, abbiamo trovato
il millennio di una lapide antica
datata “156 del millennio corrente”.
Era il quarto millennio. In memoria ponemmo questa lapide accanto
all’altra lapide. Così dice la comunità santa dei giusti di Cividale.
Altri cenni ebraici
Via Montenero, nata in epoca napoleonica, passa accanto alla chiesa di San Giovanni in Xenodochio e per un varco creato nella seconda cinta muraria. Sempre in quella zona, ma sotto le mura romane, si trovava un tempo il cimitero degli Ebrei, collegato – tramite una porticina nelle mura – alla Giudaica, ossia la residenza degli Ebrei all’interno della città.
Bisogna anche ricordare che, durante la prima Guerra Mondiale, agli Ebrei fu permesso di utilizzare il Teatro Adelaide Ristori come sinagoga.