Giacomo Casanova, noto per i suoi trascorsi amorosi ma anche per le sue doti di parlatore e per il carisma che emanava, fu un grande avventuriero e viaggiatore.
Giunse a Gorizia nel 1773, dopo la fuga precipitosa da Venezia dove era stato condannato al carcere.
È certo che a Venezia non si era comportato bene ed era sorvegliato. Nel volume Agenti segreti di Venezia (1705-1797) un certo Manuzzi, informatore degli Inquisitori, fa di Giacomo questo ritratto: “Figlio di Zanetta comediante, detta La Buranella, suo padre pure comico, ed aveva nome Gaetano, essendo morto, restò il suddetto Giacomo in età tenera, in educazione dalla genitrice; la sua abitazione era a San Samuele, si fece prete, e depose l’abito. Dicono sii letterato, ma di una mente feconda de cabale; che si era introdotto dal nobil homo ser Zuanne Bragadin a Santa Marina, e che li mangiò molti denari; ch’ha viaggiato per l’Inghilterra , ch’è stato a Parigi, ove si è prodotto appresso cavalieri, e con femmine, ritraendone degli illeciti vantaggi, essendo sempre stato suo costume vivere a spese altrui e di coltivare gente facili a credere e di quelli che amano il libertinaggio secondo le loro sregolate passioni. Ch’è giocatore di carte, che ha conoscenze con nobili patrizi, forestieri et ogni genere di persone, e che presentemente pratica il N.H. Ser Bernardo Memo, che sono per lo più sempre assieme. Mi dice il N.H. Ser benedetto Pisani che il suddetto Casanova è un iperbolico, che a forza di menzogne coi suoi raggiri di mente, vive a spese di questo e di quello, ch’è stato la rovina del N.H. Ser Zuanne Bragadin, avendoli cavato molto denaro facendoli credere che venire dovesse l’angelo della luce, e che stupisce come un soggetto che nel paese ha fatto tanta figura, si sia lasciato ingannare da tale impostore…” seguono informazioni su altre frequentazioni illustri del Casanova e sulla sua attività di scrittore di satire contro l’Abate Chiari.
Questa relazione è datata 11 Novembre 1754, intanto le scelleratezze del nostro affascinante avventuriero sarebbero continuate.
Grande amatore, si è detto, ma non bello. Il volto era butterato dal vaiolo, ma non gli mancava né la retorica, né l’arte di sedurre. Aveva due occhi magnetici e vivacissimi ed era molto intelligente.
Nel 1773 si trovava dunque a Gorizia. Qui si dedicò alla stesura della “Istoria delle turbolenze della Polonia”. Inoltre, grazie alle sue amicizie altolocate, si fece mediatore di alcune transazioni commerciali tra Venezia e l’Impero Asburgico.
Riuscì perfino mettere in piedi un’ ingegnosa linea di corrispondenza per posta e pacchi tra la Repubblica Veneta e Vienna.
Per questo motivo, mostratosi cambiato, si riabilitò agli occhi della Serenissima che lo premiò annullando la condanna e consentendogli nel 1774 il ritorno nell’amata città lagunare.
Tuttavia le peripezie di Casanova non cessarono ed è del 1775 una difesa di suo pugno presentata in Tribunale in merito ad una lite per danaro tra lui e un portiere di teatro.
È ovvio che Giacomo si dichiarasse innocente:” provoco in testimonio tutta Venezia, ch’io non usai mai violenza ad alcuno, e tutti i ministri di questo Augusto Tribunale dicano, se sia mai qui giunto richiamo alcuno contro la mia persona. Infelice, e sfortunato non feci mai male ad altri che a me stesso.”…
A Gorizia il nostro Casanova forse aveva perso il pelo ma non il vizio…