La fama della stirpe dei Colloredo Mels nasce nel lontano 1588, quando l’imperatore Rodolfo II rilascia ai fratelli Ludovico e Lelio di Colloredo i titoli di baroni di Waldsee, siccome essi erano discendenti dell’antica famiglia della Svevia estintasi nel quindicesimo secolo.
Questo titolo venne assegnato a Ludovico, che prestava servizio come cameriere alla corte di Rodolfo II. Dopo questa assegnazione, i Colloredo rifondarono le proprie origini in chiave tedesca, facendo risalire le proprie origini addirittura al quarto secolo dopo Cristo.
Ma andiamo ora indietro nel tempo: infatti, sembra che il fondatore della stirpe fosse un leggendario Emerico di Marpaco, vissuto negli anni 300. Da egli discesero i conti di Heiligenberg, dai quali è fama abbia poi tratto origine la famiglia regnante del Württemberg, nonché Albano di Waldsee, che visse nel decimo secolo dopo Cristo e fu capostipite dei Waldsee-Mels.
I suoi discendenti, Liabordo ed Enrico, diventarono cavalieri del Re di Germania Corrado II il Salico, nel 1025, e generarono due rami ben distinti della famiglia.
Secondo ciò che si racconta, la nobile famiglia discendente da Enrico I donò alla propria patria una serie di uomini molto illustri e brillanti; infatti, essi ottennero numerosissimi feudi nel territorio dell’odierna Germania. Purtroppo però, questo ramo dell’esteso albero genealogico della famiglia si estinse nel sedicesimo secolo.
Invece, i membri del casato appartenente a Liabordo, i quali si erano trapiantati in Friuli, diedero origine alla Casa Mels Colloredo. Essendo questa famiglia stata molto fedele al Patriarcato durante la sua ascesa all’apice del potere, il Patriarca del tempo, conosciuto come “Popone”, le fu donato un feudo sicuro, così Liabordo fu investito del feudo di Mels, un territorio strategicamente importante, con un castello che si trovava su un colle, che offriva valide strategie di difesa grazie al suo collocamento sfruttabile. Liabordo ed i suoi discendenti ebbero dunque il titolo di visconti di Mels, ed esercitarono il diritto di voce nel parlamento della Patria fino alla sua soppressione.
A Liabordo successero cinque figli, l’ultimo dei quali chiamato Artico. Egli fu riconosciuto dall’Imperatore Corrado III come uno dei principali nobili friulani. Un altro figlio fu nominato cavaliere, e ad un altro invece furono donate alcune terre nel Cividalese. Infine un ultimo fratello ebbe due figli, i quali acquistarono un feudo posto al di là del Tagliamento. La discendenza d questi cinque fratelli fu illustre, e molti dei nipoti furono nominati cavalieri o comunque insigniti di titoli di gran valore.
Nel 1214, ad uno dei tanti discendenti, Duringo II, fu concessa l’investitura del feudo di Venzone, al centro del quale sorgeva il castello dei Mels, poi demolito nel 1365 per costruire il Duomo.
A questo punto, la famiglia Mels esercitava un enorme potere in Friuli, e per esempio furono restaurati fortilizi, furono completate le difese cittadine, e fu edificata una chiesa dedicata a Sant’Andrea, protettore del casato, che prese il posto della primitiva chiesa di Venzone. Infatti, il fondare chiese era uno dei ruoli prioritari che il signore feudale usava per sottolineare il suo potere.
Il visconte Duringo II ebbe anch’esso cinque figli, i quali vendettero il feudo di Venzone al conte di Gorizia, ma fu recuperato nel 1336, per essere poi passato al Duca d’Austria e nuovamente recuperato dopo la battaglia di Fagagna.
I signori di Mels a questo punto decisero di assumere il titolo di “Colloredo”, e cedettero il feudo di Venzone. Nonostante ciò, la famiglia era ancora una ricca possidente di varie terre nei dintorni e non, e rimase tale fino a che non si estinse, o almeno finché non se ne persero le tracce.
Non sapevo di essere estinto né che si siano mai perse le tracce della mia famiglia…