Si sa con certezza, grazie all’Historia Langobardorum, che già nel 737 esisteva una chiesa costruita per ordine del patriarca Callisto, situata dove si trova l’attuale Duomo di Cividale. Era un edificio di stile probabilmente bizantino ravennate, e preceduto da un battistero ottagonale. La costruzione resistette 450 anni, ospitando il Conciglio Provinciale del 796 e l’investitura delle prerogative ducali del 1077; nel 1186 fu completamente distrutto da un incendio, e poi fatto ricostruire da Pellegrino II da Cividale in stile romanico.
Gravemente danneggiato da un incendio e un terremoto, ricostruito in stile gotico, e distrutto un’ulteriore volta dall’ennesimo incendio, nel 1449 Cividale decise di abbattere l’edificio perché fosse ricostruito interamente.
I lavori vennero affidati nel 1458 a Bartolomeo delle Cisterne, il cui progetto iniziale prevedeva una basilica a tre navate di stile gotico veneziano, con tre occhi frontali e numerosissime finestrelle che illuminassero lo spazio interno; si dovette abbattere l’antistante battistero per dare più spazio alla pianta. Il portale centrale della facciata venne scolpito dal maestro veneziano Jacopo Taiapiera, in modo che richiamasse al portale gemello della basilica di San Marco.
Il completamento dell’opera
A causa delle difficoltà economiche e delle calamità quali pesti, inondazioni e invasioni, il progetto procedeva lento e con interruzioni; fino a che, nel 1502, quando peraltro si era arrivati a circa un terzo dell’opera, non crollò un pilone di destra, rovinando gran parte del lavoro già fatto.
Dopo di ciò i lavori furono affidati all’architetto Pietro Lombardo e al figlio Tullio, morti purtroppo prima del termine della costruzione (rispettivamente 1515 e 1532) – il vano era stato comunque consacrato nel 1529.
Per il completamento della facciata bisognò aspettare il 1536, mentre perché fosse lastricato il pavimento il 1620; nel frattempo ci si occupò della pittura delle pale d’altare. La ristrutturazione degli interni, ideata dal noto architetto Giorgio Massari (che si occupò anche di dare coerenza all’insieme generale), venne realizzata dall’allievo di costui, Bernardino Maccaruzzi. Questi però, così facendo, diedero un tocco quasi barocco all’insieme.
La basilica fu sempre dedicata a Santa Maria Assunta, pur non essendo lei patrona di Cividale del Friuli.
L’esterno del Duomo di Cividale
L’emblema della fusione tra lo stile gotico e quello rinascimentale è certamente la facciata: la parte inferiore è ancora quella gotica di Bartolomeo delle Cisterne, con il portale rinascimentale di Jacopo da Venezia e due occhi sopra gli ingressi secondari. Il portale centrale riporta un’iscrizione dedicatoria alla Vergine e uno stemma in pietra rappresentante due palme, come simbolo del martire San Donato (patrono di Cividale del Friuli).
La parte superiore, invece, è di matrice rinascimentale: l’elemento terminale a timpano, le orecchie in curva, la trifora centrale (che comunque stona e appesantisce un po’ l’insieme): sono tutti particolari che richiamano alla nuova concezione umanistica della ricerca di un equilibrio generale.
Il campanile del Duomo di Cividale
Il campanile fu iniziato nel 1631 e terminato nel 1771; non ha nulla di notevole – l’altezza e la cuspide, originariamente, sarebbero dovute essere diverse – ma ogni sera, alle 22, risuona la campana maggiore a ricordare l’antico coprifuoco. Ad eccezione dell’ultimo di carnevale, quando rintocca alle 23. Inoltre si sente, a mezzogiorno e mezzanotte, una particolare melodia di 162 colpi del carillon.