Leggenda del Ponte del Diavolo di Cividale (un’altra versione della leggenda)

leggenda del ponte del diavolo
leggenda del ponte del diavolo di Cividale

Affascinante e misterioso, il Ponte del Diavolo di Cividale del Friuli in provincia di Udine attira, da tempo, migliaia di turisti. E le visite al Ponte del Diavolo sono così frequenti non solo per l’oggettiva bellezza dell’opera architettonica, non solo per la splendida cornice naturalista nel quale il Ponte è incastonato ma anche per la leggenda che si è diffusa e che contribuisce a rendere ancora più interessante questo mirabile monumento.

La leggenda del Ponte del Diavolo di Cividale del Friuli

La leggenda – che si tramanda, di secolo in secolo – ci racconta della disperazione degli abitanti di Cividale del Friuli che, all’epoca, non riuscivano a trovare alcun architetto in grado di congiungere le due opposte sponde del fiume Natisone. Tutti gli architetti che, per un motivo o per un altro, cominciarono ad occuparsi della costruzione del ponte, fallirono in maniera molto misera.

Il Borgomastro di Cividale, in particolare, era molto preoccupato: perché si doveva congiungere le due sponde del fiume Natisone!

Ecco che, un giorno, il Borgomastro di Cividale si lasciò sfuggire un’esclamazione che suonò come una promessa: “darei l’anima al diavolo pur di venire a capo dell’impresa!”.

E il Diavolo accolse l’invito. Subito dopo aver pronunciato la frase maledetta, il Diavolo in persona si palesò al cospetto del Borgomastro di Cividale e, con penna e calamaio, strappò all’uomo una promessa: il Diavolo si impegnava a costruire il ponte in cambio della prima anima che vi fosse passata sopra. Il patto tra l’uomo e il Diavolo era stato siglato.

La leggenda narra che, subito dopo, il Diavolo sprofondò nelle viscere della terra per cercare aiuto. Una sola notte impiegò il Diavolo per costruire il Ponte.

Ma fu una notte molto particolare per gli abitanti di Cividale del Friuli, piena di urla, di scossosi, di schianti e di risate agghiaccianti. Poi un tonfo, sordo e deciso, fece tremare tutta la città di Cividale: la mamma del Diavolo aveva posizionato un masso enorme proprio al centro del Fiume Natisone.

Quando spuntò l’alba e risuonò nell’aria l’Ave Maria, quelle grida strazianti cessarono e in paese ritornò la pace. Tutti gli abitanti di Cividale accorsero a vedere cosa mai fosse accaduto e videro uno spettacolo davvero incredibile: finalmente le due sponte del Fiume Natisone erano state congiunte da un Ponte perfetto.

Ma proprio lì, al centro del ponte, se ne stava una figura maligna, pelosa, nera e con gli occhi di fuoco: era il Diavolo che aspettava la sua ricompensa.

Poco dopo, da Borgo di Ponte,  sopraggiunse un gruppetto di giovani intenti ad inseguire un piccolo cane. E fu proprio il cane ad attraversare il ponte per primo e a perdere la sua anima.

Il Diavolo si impadronì, suo malgrado, dell’anima del cane e, urlando per la rabbia, minacciò gli abitanti di Cividale del Friuli che avrebbe distrutto il ponte. Nel frattempo, però, un gruppo di sacerdoti aveva benedetto l’opera architettonica con l’acqua santa e, per il Diavolo, non ci fu nulla da fare.

Satana, allora, tornò all’inferno gettandosi in un luogo nascosto, proprio dietro Castelmonte. In questo luogo si aprì un’incredibile voragine che, ancora oggi, è conosciuta con il nome di “Buco del Diavolo”.

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