Le feste tradizionali di ogni paese d’Italia sono al contempo un momento di aggregazione per la comunità e un’occasione preziosa per i visitatori di avvicinarsi, divertendosi, alle usanze dei luoghi in cui si trovano. A Tarvisio tali momenti non mancano: quelli che seguono sono i principali, in ordine di ricorrenza durante l’anno.
La Befana e Perchta Baba
Figura folcloristica diffusa in molte regioni d’Italia, la Befana è tradizionalmente riconosciuta in una donna anziana che, in volo sulla sua scopa, raggiunge le case dei bambini tra la notte del 5 e del 6 gennaio per riempire di dolciumi le calze appositamente appese al caminetto o nei pressi delle finestre. A Tarvisio, la sera del 5 gennaio le befane arrivano in piazza Unità munite di gerle di dolci, che distribuiscono a tutti i bambini.
La sera del 5 gennaio, però, nel tarvisiano è legata anche a un’altra tradizione, particolarmente suggestiva a Camporosso ma attualmente sempre più in disuso. Questa prevede che all’imbrunire si raccolgano otto o dieci ragazzi maschi tra i dieci e i sedici anni lungo la strada che attraversa il paese, muniti di campanacci. Una volta riuniti, i ragazzi iniziano a percorrere la via correndo e suonando ognuno la propria campana fino all’estremità del paese, dove una volta si trovava una croce. Questa sorta di inseguimento ha un significato simbolico: serve infatti ad allontanare dal paese la Perchta Baba, uno spirito femminile malefico.
Il Praitel e le tradizioni pasquali
In relazione alla Pasqua, una tradizione locale diffusa soprattutto a Camporosso e Coccau è quella del Praitel, un alberello realizzato la Domenica delle Palme, che in questi luoghi sostituisce l’ulivo. Esso è costituito da un bastone più o meno lungo, rami di ginepro, betulla e salice, ed è decorato con mele, uova colorate dipinte, brezel dolci e salati e biscotti. Il Praitel, dopo essere stato benedetto, viene piantato nei campi come buon augurio per il futuro raccolto.
Nel periodo pasquale, il più importante dell’anno religioso, si concentrano diverse funzioni liturgiche e, di conseguenza, connesse tradizioni locali. Dopo il Gloria del giovedì le campane vengono sostituite dalle raganelle, suonate dai ragazzi del paese. In diversi paesi della Valcanale viene allestito il Santo Sepolcro: in una nicchia viene riposto l’ostensorio e nel ricostruito sepolcro è adagiato il corpo di Gesù, sullo sfondo di quinte di legno con dipinte scene della Crocifissione. Infine nel pomeriggio del Sabato Santo si svolge, oltre alla benedizione degli elementi di acqua e fuoco, anche la benedizione dei cibi pasquali: prosciutto, kren/rafano, uova sode, pane dolce “Reindling” o “Putica” o “Schartl”, salsicce e lingua.
La Maja
Tipicamente primaverile è la tradizione della cosiddetta Maja (o Maibaum), ossia del tronco di maggio, che simboleggia la fertilità e la rinascita della natura. Questa tradizione è oggi rimasta viva a Camporosso, dove la Maja è innalzata alla vigilia della festività del Corpus Domini, e a Coccau.
La pianta, costituita da un tronco di abete privato della corteccia, prima di arrivare al luogo designato viene mostrata per le vie del paese in una processione di buon auspicio. Una volta collocata nel luogo preposto, sulla cima del tronco viene innestata una punta di abete, alla quale si appende una corona detta kranz (fatta coi rami della stessa pianta), entrambe riccamente ornate. L’operazione di erezione dell’albero, data la sua altezza, richiede al contempo pazienza, abilità e forza. Completato questo passaggio, possono iniziare i festeggiamenti del rito veri e propri.
San Nicolò e i Krampus
In tutte le frazioni di Tarvisio è viva la tradizione dei Krampus, che rappresenta allegoricamente l’eterna lotta tra bene e male. I Krampus si presentano come spiriti silvestri, ed hanno un aspetto diabolico: indossano maschere mostruose sormontate da corna di diversi colori, sono ricoperti di pelli o pellicce e hanno una bocca dentata da cui penzola la lingua rossa. Questi accompagnano san Nicolò la sera del 5 dicembre per la via centrale del paese tirandone il carretto: si muovono con atteggiamenti aggressivi, emettendo suoni gutturali, e preannunciano il loro arrivo facendo rumore con i loro campanacci. A Tarvisio, arrivati in piazza, i Krampus smettono di essere soggetti a san Nicolò e iniziano a rincorrere i presenti, soprattutto i ragazzi, per frustarli, farli inginocchiare e recitare preghiere. In alcuni paesi, infine, viene acceso un falò e i Krampus vi danzano attorno.
I bambini, la stessa sera, attendono l’arrivo nelle proprie case di san Nicolò, il quale, sulla base del suo libro con le buone e cattive azioni dei bambini stessi, elargisce doni in dolci e frutta ai bravi bambini, e carbone dolce per i birichini. Per grandi e piccini ci sono inoltre i krampus di pane dolce, inventati negli anni Venti dal panettiere tarvisiano Alfredo Svetina (il cui panificio è tuttora esistente).
Il rito dello Schipp-Schapp
Quella dello Schipp-Shapp (o Scip Sciap) è una tradizione che si celebra in occasione della festa dei santi Innocenti, il 28 dicembre. Il nome richiama in modo onomatopeico il rumore di una frasca mossa da una mano, elemento centrale del rito stesso. In memoria della strage di bambini voluta da re Erode, in questa ricorrenza i bambini frustano un adulto con rametti di pino o abete, recitando una filastrocca in sloveno e tedesco traducibile approssimativamente come: “Schipp-Schapp a lungo vivete, sani restate, volentieri date, Schipp-Schapp e ogni bene per il nuovo anno”. Alla conclusione del rito, considerato di buon auspicio, i bambini vengono ricompensati con delle monete.