Itinerari della Grande Guerra: 4 luoghi dove si è combattuto per la presa di Cividale

Itinerari Grande Guerra Cividale
Cividale e sullo sfondo i monti teatro della Grande Guerra

Durante la Grande Guerra 1915-1918, dopo lo sfondamento di Caporetto, si continua a combattere nelle Valli del Natisone con lo scopo, per gli Italiani, di arrestare l’avanzata del nemico verso la pianura.

L’itinerario storico Cividale-Monte Matajur, in 4 tappe, parte da Cividale, dove gli Austro-Germanici arrivano il 27 Ottobre 1917, e risale a ritroso toccando i luoghi dei combattimenti del 27/26 e 25 Ottobre.

Lo scopo dell’itinerario è di rivisitare  strade e paesini, teatro delle ultime disperate battaglie del Regio Esercito, che aveva ricevuto l’ordine dal generale Cadorna di resistere ad oltranza.

1 Prima tappa: cenni al passato di Cividale e poi al brillamento del ponte del Diavolo del 27 Ottobre.

Per chi non conoscesse Cividale del Friuli, si tratta di una cittadina deliziosa che conserva memoria di un passato glorioso.

La fondazione di Cividale (Forum Julii) ad opera di Giulio Cesare, il periodo longobardo che la trasformò in Ducato, la sua appartenenza al territorio del Patriarca di Aquileia, che qui fissò la sua residenza con Callisto (nel 737 fino al XII secolo) e la sua sottomissione a Venezia dopo il 1420.

Dirigendosi a piedi in Largo Boiani, proprio nel centro storico di Cividale, si possono abbracciare con lo sguardo le testimonianze di queste vicende:

  • la statua di Giulio Cesare, ipotetico fondatore di Forum Julii, il cui nome diverrà poi Cividale, nel 46 a.C., posta davanti al Municipio
  • Il Museo Longobardo, ora collocato nel prestigioso palazzo dei Provveditori Veneti, visibile in fondo a Piazza Duomo
  • Il Duomo di Cividale dove ancora, il giorno dell’Epifania, si celebra la Messa dello Spadone, in onore del Patriarca Marquardo di Randeck
  • Il Palazzo del Comune costruito nel XIII secolo, ricostruito nel XVI secolo e restaurato nel 1935 dove, sulla facciata verso il Duomo, è murato il Leone di San Marco simbolo del dominio Veneziano.

Il brillamento del Ponte del Diavolo del 27 Ottobre

Ritornando al tema dell’itinerario, e cioè la Grande Guerra, è interessante arrivare a piedi al Ponte del Diavolo, la cui distruzione viene affidata all’aspirante del genio, Gianfrancesco Giorgi. Questi muore per le ferite riportate da proiettili del nemico, sopraggiunto a Cividale, mentre il Giorgi stava completando il suo lavoro di artificiere.

Lo spettacolo del Natisone dal Ponte del Diavolo è fantastico e si può ammirare il magnifico color smeraldo delle sue acque, oltre che la forra scavata dal fiume, parzialmente ricoperta da una rigogliosa vegetazione. Se la giornata è limpida si vedono sullo sfondo Castelmonte e il Monte Nero

2 Seconda tappa: Sanguarzo e Monte Purgessimo, luoghi di battaglia

Dopo questa capatina nel centro a Cividale ci si avvia con l’automobile fuori dalla cittadina verso Sanguarzo ed il Ponte di San Quirino, nei pressi del quale si trovava Rommel il 27 Ottobre 1917 (vedi articolo: La Grande Guerra:Rommel alle porte di Cividale ). Infatti questi, disceso con il suo Distaccamento dal Matajur s’incontrò con il maggiore Sproesser, che era il suo superiore, a est di Sanguarzo.

Sproesser comandava il Battaglione da Montagna del Württemberg, composto da più compagnie di fucilieri con mitragliatrici leggere e da alcune compagnie con mitragliatrici pesanti.

Allora, il 27 Ottobre, le sue compagnie erano impiegate sul Monte Purgessimo, ben visibile dalla strada all’altezza di Sanguarzo. Questo combattimento che fa parte della cosiddetta Battaglia di Cividale, si conclude verso le 14:00 con la Vitoria degli Austro-Tedeschi, e spiana la via all’occupazione di Cividale.

3 Terza tappa: visita ai paesini di Masseris e Cepletischis teatro di combattimenti

Dopo il ponte di San Quirino si prende con l’automobile a destra per Savogna. La strada risale il versante meridionale del Matajur passando per Gabrovizza, Masseris e Monte Maggiore.

Lungo questa strada era sceso il Maggiore Rommel (si legga l’articolo Rommel e la conquista del Matajur)  dopo la conquista del Monte Matajur fermandosi la sera a Masseris.

Non lontano da Masseris, nei pressi del Tempio Buddista di Polava, c’è il paesino di Cepletischis (si legga l’articolo Cepletischis e la ritirata nelle Valli del Natisone). Qui avvenne uno degli episodi della ritirata italiana durante il combattimenti del 25 Ottobre: Rommel aveva appena iniziato l’avventura del Matajur.

Val la pena di fare una sosta con l’auto per ammirare la bellezza del luogo, cartatterizzato da un rigoglioso bosco e da casette che sembrano quelle delle fiabe.

La zona è abitata da caprioli, cinghiali, lepri e da un’infinità di uccelli.

Proprio qui, nelle giornate bollenti dopo Caporetto, cera un nido di resistenza tenuto dal 14° Reggimento di Bersaglieri a cui si era giunto il rimanente sbandato del 20° Reggimento. Il Generale Viora stava organizzando delle trincee di sbarramento per ritardare l’avanzata degli Austro-Tedeschi .

4 Quarta tappa: le azioni di Rommel del 25 Ottobre

Ci si muove in automobile verso la cima del Matajur, ricordando che il 25 Ottobre le azioni di Rommel entrano nel mito.

Questo famoso tenente (si legga l’articolo Erwin Rommel, ufficiale della grande guerra, e il suo reparto di combattimento) era a capo di un Distaccamento del Battaglione da Montagna del Württemberg al cui comando c’era il Maggiore Sproesser.

Il suo piccolo nucleo di combattenti riuscì a progredire velocemente: alle 6:00 si muoveva verso la parte Ovest del Monte Piatto, alle 12:30 scendeva di corsa verso la strada Luico-Cepletischis e formava lo sbarramento vicino al bivio con la strada che porta a Jevšček. Poi andava a Luico per avere il consenso di Sproesser e procedere alla conquista del Matajur. Ancora risaliva verso il Matajur di notte, con la luna piena, si avvicinava verso la postazione italiana sopra Jevšček, rinunciava con ragione ad un attacco a sorpresa preferendo far riposare i suoi uomini troppo affaticati. Dopo qualche ora procedeva vicino Jevšček, occupava le entrate del paesino. Era sua intenzione salire ulteriormente e sorprendere il nemico alle spalle…

Infine Erwin Rommel riesce nella sua impresa e, nonostante i cannoneggiamenti che frenano i fucilieri tedeschi, costringe gli Italiani ad arrendersi ed il Matajur cade in mano Austro-Tedesca a mezzogiorno del 26 Ottobre.

Oltre alle tre Compagnie di Rommel, l’azione della presa del Matajur avvenne anche grazie alla Divisione Fanteria Slesiana che, da Nord, attaccava con due Battaglioni lo schieramento della nostra Salerno.

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