Una passeggiata per l’ex borgo Sant’Antonio di Udine: palazzi ed edifici di via Manin, piazza Patriarcato e Via Treppo

palazzi di via Manin
palazzo Patriarcale

Percorrere via Manin, piazza Patriarcato e via Treppo, poste nel centro di Udine, significa passeggiare per il vecchio borgo Sant’Antonio, un luogo in cui si può andare alla scoperta di importanti aspetti artistici della città.

Partendo da Via Manin, ci si trova davanti al palazzo Filittini Caimo Dragoni, il quale ha anche una facciata esposta a Piazza Libertà. Il palazzo fu voluto nel 1943 dal medico Valerio Filittini. A fine Cinquecento, dopo un breve parentesi di luogo adibito a sede della Patria del Friuli, il palazzo divenne un elegante salotto letterario, la cui importanza si consolidò con la presa di possesso da parte di Antonio Dragoni, un mecenate che fece della sua casa un cenacolo di intellettuali, come di consuetudine in quell’epoca. Nell’Ottocento, l’edificio ospitò la Società dell’Unione, diventando una sorta di sala ricevimenti. Oggi, dal 1926, il palazzo è sede di una banca.

Proseguendo si incontra il palazzo Manin di Udine. Esistente fin dal Medioevo, e decorato nel Trecento con affreschi di tema cavalleresco, il palazzo è stato recentemente ristrutturato. Attualmente è per gli udinesi un importante spazio espositivo: al piano terra accoglie mostre, esposizioni temporanee, reading, presentazioni di libri e incontri letterari.

Quasi alla fine di via Manin, sulla sinistra, è situato il palazzo Mantica, che più esattamente si compone di due edifici: quello esposto a via Manin è di origine cinquecentesca, quello esposto su piazza 1° Maggio è settecentesco. Il palazzetto più antico è la sede della storica Società Filologica, istituita nel 1919 con lo scopo di studiare, conservare e promuovere la lingua friulana. All’interno si intravedono tracce di affreschi.

Varcata Porta Manin, si arriva proseguendo verso destra in piazza Patriarcato, al giorno d’oggi deturpata dall’uso che se ne fa come strada di scorrimento o come parcheggio, ma che contiene importanti strutture dal punto di vista storico-artistico, come:

  • la chiesa di Sant’Antonio Abate: risalente al lontano trecento, la chiesa subì, nel Settecento, dei restauri che la resero quella che conosciamo oggi. La facciata si deve a Giorgio Massari (1731) che si ispirò alle chiese veneziane di San Giorgio Maggiore e dei Gesuati; le statue sono di Antonio Gratij e il busto del patriarca Dionisio Delfino è opera di Giovanni Maria Morlaiter. All’interno sopravvivono tracce di affreschi del XIV e XVI secolo e due grandi tele (una di Vincenzo Lugaro e l’altra di Secante Secanti).
  • il palazzo Antonini- Belgrado, attuale sede della Provincia, è l’ultimo dei palazzi della famiglia Antonini, risalente alla fine dei Seicento. Imponente esternamente, presenta un interno scenografico caratterizzato da uno scalone d’onore e da un grande salone, entrambe zone affrescate da Giulio Quaglio, tra il 1697 e il 1698. Dipinte sono le pareti di altre numerose sale del palazzo: episodi leggendari e storici, rappresentazioni di ninfe e di animali fantastici, dipinti dionisiaci tappezzano i muri dell’edificio.
  • il palazzo Patriarcale, sede anche del Museo Diocesano, è una delle costruzioni più celebri della città di Udine, a opera di Domenico Rossi e per volere di Dioniso Delfino. Molto sviluppato in lunghezza e privo di straordinarie decorazioni, il palazzo conserva all’interno degli affreschi dal grande valore, ovvero opere del periodo giovanile di Giambattista Tiepolo (come l’affresco del soffitto dello scalone d’ingresso del 1726, Caduta degli angeli ribelli).

Se invece da Porta Manin si prosegue dritto, si arriva in via Treppo, dove si incontrano:

  • il palazzo della Porta: costruito nella seconda metà del Cinquecento, esso prende nome dalla famiglia Della Porta che lo abitò fin da subito. Nonostante abbia l’aspetto di una tipica casa nobiliare di Udine, con un classico portone ad arco, il palazzo deve la sua costruzione a un lombardo e a un comasco, rispettivamente Gio.Batta Valnegra e G.B. Novo. Al suo interno una saletta, un loggiato e una cappella, affrescati dal pittore Giulio Quaglio, il quale si ispirò, per alcuni degli affreschi, alle Metamorfosi del poeta latino Ovidio, ideando così una serie straordinaria di dipinti rappresentanti otto scene mitologiche. Il palazzo è oggi sede della Curia Arcivescovile di Udine.
  • il seminario Vecchio, prima sede del Seminario Patriarcale di Udine e poi sede del Tribunale, ospita oggi il Conservatorio della città. Inaugurato nel 1601, si presenta come un edificio dallo sviluppo in orizzontale e dai caratteri semplicissimi.

Alla fine di via Treppo si trova il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, intitolato al pittore udinese collaboratore del grande Raffaello.

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