Il palazzo della Borsa Vecchia, simbolo del neoclassicismo triestino

palazzo della Borsa Vecchia
Il Palazzo della Borsa a Trieste

Situato al centro di Piazza Borsa di Trieste, lo storico centro finanziario della città, il Palazzo della Borsa Vecchia è un maestoso edificio dal grande valore artistico e storico: il Palazzo oltre ad essere una delle massime espressioni del Neoclassicismo triestino, è anche l’opera architettonica più rappresentativa dell’epoca d’oro del Porto Franco di Trieste, istituito nel 1719.

Il Palazzo della Borsa Vecchia: dal 1805 a oggi

Il Palazzo della Borsa Vecchia fu costruito tra il 1802 e il 1805 sul progetto dell’architetto Antonio Mollari. Lo scopo dell’edificio era quello di ospitare la Borsa merci di Trieste, istituita nel 1755 dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria. La Borsa merci era un organo che operava, soprattutto nel settore commerciale (ma non solo), in maniera totalmente autonoma dal Governo: si occupava di diritti e doveri commerciali, intratteneva rapporti con gli altri territori della corona, si occupava delle opere pubbliche e gestiva, ovviamente, le rendite di Borsa.

Il Palazzo venne chiamato “della Borsa Vecchia” a partire dal trasferimento, nel 1844, dell’attività di Borsa al Tergesteo. Successivamente, alla fine degli anni Venti del Novecento, il centro finanziario e commerciale di Trieste fu spostato nuovamente, questa volta presso il vecchio Palazzo Dreher, che oggi viene appunto chiamato anche Palazzo della Borsa Nuova.

Dal 1844, il Palazzo della Borsa Vecchia, invece, è sede della Camera di Commercio.

Negli anni Settanta del Novecento, l’edificio fu soggetto a lavori di consolidamento al fine di recuperare le caratteristiche strutturali perse durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale; più avanti, negli primi anni del Duemila, fu compiuto invece il restauro delle facciate e degli ornamenti.

Un’opera dallo stile neoclassico

Il Palazzo della Borsa Vecchia si presenta come un tempio greco di ordine dorico a quattro colonne. Complessivamente l’edificio è ornato da dodici sculture, scolpite tra gli altri da Bartolomeo Ferrari e Antonio Bosa, alunno quest’ultimo del famoso Canova.

Quattro sculture sono ospitate dalle edicole della facciata principale, due -”Vulcano” e “Mercurio”- sono disposte sul piano nobile, e altre quattro ornano la balaustra: il “Danubio”, il “Genio di Trieste”, la “Minerva”, e il “Nettuno”, tutti simboli della città, della sua identità territoriale e della sua cultura.

Infine le ultime due, da osservare con più attenzione perché più piccole, la “Fortuna” e la “Fama”, affiancano l’orologio inserito nel timpano triangolare.

Davanti all’ingresso, sul pavimento, potrai vedere una bellissima meridiana analemmatica che ti permetterà di sapere che ore sono: posizionando i piedi in corrispondenza del mese giusto, la vostra ombra vi dirà l’ora esatta. La meridiana, del 1820, è un’opera dell’orologiaio friulano Antonio Sebastianutti.

Lo stile neoclassico riempie anche gli interni composti da Sale che, arricchite da prestigiosi ed eleganti complementi d’arredo, ti trasportano immediatamente nello sfarzo della Vienna imperiale.

Tra queste ricordiamo la magnifica Sala Maggiore, ossia la sala della cupola il cui soffitto ospita un affresco di Giuseppe Bernardino Bison, una rappresentazione della proclamazione di Trieste a Porto Franco da parte del padre di Maria Teresa, Carlo VI d’Austria.

Che tu sia o meno un appassionato della storia della Trieste asburgica, o dell’arte neoclassica di questa città, il Palazzo della Borsa Vecchia è un’opera che merita di più di un semplice sguardo fugace.

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