Castello di Fagagna ed il suo borgo: cenni storici

castello di fagagna
Scorcio dei resti del castello di Fagagna (Ud)

Il castello di Fagagna purtroppo oggi è un insieme di suggestive rovine ma resta la sua bellezza ed il suo borgo.

Il borgo di Fagagna, come molti borghi del Friuli Venezia Giulia, si erge su un territorio anticamente occupato dai romani. Esso viene citato nel famoso documento dell’imperatore Ottone II di Sassonia attestante la donazione al patriarca Rodoaldo di alcuni castelli. Ha fatto parte del dominio patriarcale fino al 1420, poi di quello veneziano fino al 1797, data dell’arrivo di Napoleone.

Il castello di Fagagna ebbe un ruolo rilevante per il patriarcato di Aquileia soprattutto intorno al XIII e XIV secolo, epoca in cui si sviluppò l’abitato intorno alla rocca. Allora l’amministratore era un gastaldo, sostenuto dai nobili che vivevano entro le mura.

La castello di Fagagna si trovò numerose volte coinvolto nelle lotte tra il Patriarca ed i nemici dell’epoca. Citiamo Ezzelino da Romano ed il potente Conte del castello di Gorizia.

Nel XIV secolo il Friuli si caratterizzò per i sanguinosi scontri tra feudatari. I nobili del castello di Fagagna, fedeli al Patriarca, numerose volte dovettero fronteggiare il Conte di Gorizia, cioè il più forte antagonista del presule della chiesa aquileiese. Nel primo ventennio del ‘400 il castello fu distrutto dal re Sigismondo di Ungheria.

Questi fatti devono essere compresi alla luce della grossa crisi dello stato patriarcale culminata con l’uccisione del Patriarca Giovanni di Moravia, pugnalato davanti al castello di Udine. Egli era stato accusato della morte di Federico, appartenente alla potente famiglia dei Savorgnan, alleati con Venezia. Il Pontefice di Roma,  per calmare la situazione, nominò patriarca Antonio Caetani. Alla sua morte, nel 1402, divenne Patriarca Antonio Panciera che si alleò con i Savorgnan e con Venezia.

Nel 1412, sotto il patriarcato di Ludovico di Teck, Sigismondo d’Ungheria, riconosciuto imperatore dai principi tedeschi, arrivò fino ad Udine, per contrastare i Savorgnan e Venezia ed, in tale periodo, devastò il castello di Fagagna. Dopo una breve tregua Venezia ritornò alla ribalta e si impossessò dei baluardi friulani: Cividale, Maniago, Udine, Gemona e naturalmente Fagagna. Tutto il Friuli diventò terra veneziana.

Il 1511 fu un anno memorabile per la guerra condotta da Venezia contro l’Austria (Bellum Forojuliense), la peste, la rivolta contadina ed il terremoto. Fu un anno memorabile anche per Fagagna che venne incendiata dai contadini, in rivolta contro lo strapotere delle famiglie feudali, sobillati da Antonio Savorgnan; e poco dopo subì i danni del sisma. La rocca fu definitivamente abbandonata nel 1600.

torre dell'orologio

Oggi sono ancora visibili: la torre dell’orologio, trasformata in campanile, l’antico oratorio del castello, ora chiesetta di San Michele, le rovine della torre maestra e delle mura, oltre ad una casetta del 1300 ed alla porta del borgo. Vicino al castello è stato eretto tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 il palazzo della Comunità, sede giudiziaria ed amministrativa fino alla fine del ‘700.

panorama dal castello di fagagna

Chi visita il borgo di Fagagna e resta colpito dal bel panorama, che si gode sulla pianura circostante, non può non fare una visita nelle chiese del territorio che ospitano antichi organi. Questi strumenti sono diffusi nelle chiese della regione, che ne conserva circa 400. Tuttavia quello di Fagagna resta il territorio più ricco di questi strumenti.

Nella pieve di Santa Maria Assunta troviamo l’antico organo, datato 1788,  realizzato da Francesco Comelli e ristrutturato nel 1991. Presso l’antico borgo di Ciconicco, nella chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano, si trova l’organo, realizzato nel 1827 da Valentin Zanin, ristrutturato nel 1990. Nella chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea Apostolo è conservato l’organo di Francesco Dacci, datato 1753, ristrutturato nel 1978. Nel borgo di Villalta, nella chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo, c’è l’organo datato 1791, realizzato da Gaetano Callido, ristrutturato nel 1991. Nella chiesa parrocchiale di Fagagna, dedicata a San Giacomo, c’è l’organo realizzato nel 1903 da Beniamino Zanin.

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