Il Museo Sartorio di Trieste è ospitato nell’elegante e settecentesca villa borghese appartenuta alla prestigiosa famiglia Sartorio. Aperto al pubblico dal 2006, dopo due anni di restauri (finanziati dal Comune di Trieste e dalla generosità della famiglia Costantinides) conserva arredi originali, ricche collezioni d’arte, preziose ceramiche ed oggetti di uso quotidiano. In un’unica struttura convivono contemporaneamente lo stile Impero, il Biedermeier, il revival storico, il neorococò fino al neogotico.
La storia del museo Sartorio
Il Museo Sartorio vanta antichissime origini. La villa, circondata da un ampio e curato giardino, venne edificata nel Settecento e modificata in epoca neoclassica. I Sartorio, rinomati commercianti di granaglie, erano nativi di Sanremo.
Giunsero a Trieste nel 1775, entrando a far parte del patriziato della città. Avviarono una fiorente attività commerciale portata avanti con successo dai figli Giovanni Guglielmo e Pietro. Proprio quest’ultimo, insieme alla moglie Giuseppina Fontana, divenne proprietario dell’imponente villa che arredò con mobili e quadri di pregio (ancora oggi esposti).
La passione ed il gusto per l’arte vennero trasmessi anche al figlio Giuseppe, attento intenditore e collezionista. Appartenne a lui, infatti, la rara collezione di disegni di Giambattista Tiepolo che comprendeva ben 254 elementi. L’ultima erede della famiglia, la baronessa Anna Segrè Sartorio, lasciò in eredità la villa al Comune di Trieste con esplicito desiderio che venisse trasformata in casa museo, completa di tutto l’arredamento.
La struttura del museo
Il Museo Sartorio di Trieste si sviluppa su più livelli: un sotterraneo, un piano terra e due piani superiori. Di stile settecentesco, la villa appartenuta ai Sartorio per oltre un secolo, subì inevitabili modifiche di carattere strutturale, in linea con le esigenze dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento.
Tra il 1838 ed il 1839 vennero apportati i primi miglioramenti ad opera dell’architetto Nicolò Pertsch. La facciata principale sul giardino e quella postica vennero adeguate secondo lo stile neoclassico del tempo. Vennero poi creati davanti agli ingressi tre fornici e due portici.
Il progetto originario della casa venne ampliato con ambienti supplementari (oggi la biblioteca, la sala neogotica e quella sottostante). Nel 1839, l’architetto Francesco Scalmanini progettò l’ingresso principale ed un piccolo edificio attiguo, riservato al custode (attualmente da abbellimento per la contrada). Nel 1926 la scala in pietra venne rimpiazzata da quella attuale in legno, molto più leggera. Intorno agli anni Trenta, le antiche ma decorative stufe in maiolica vennero sostituite dal moderno impianto di calefazione.
Il Museo Sartorio presenta diversi spazi espositivi
Il pian terreno è suddiviso in:
- Salone da caccia. Arredato con diversi affreschi dell’epoca;
- Biblioteca Sartorio. Vanta circa 6000 volumi di letteratura americana e classica, manuali di agricoltura, opere massoniche, libri di viaggi, di agraria e giardinaggio accuratamente rilegati e risalenti ad un’epoca compresa tra il Settecento e l’Ottocento. La biblioteca è suddivisa in tre aree: ogni stanza è accuratamente arredata con quadri appartenuti alla famiglia Sartorio. Nella prima, ad esempio spiccano sei dipinti vivaci che rievocano lo stile di Pietro Longhi e che raffigurano la vita ed i costumi della Venezia del tempo. Il secondo ambiente custodisce affreschi delle città italiane ed europee arricchiti con squarci di vita. Si distinguono opere di Eduard Gaertner, i pendant di Carlo Gilio, gli acquarelli di Martino del Don, i globi terrestre e celeste in gesso su cartapesta di Blaeu. La terza area custodisce opere di pregio tra i quali spiccano il Trionfo di Afrodite, una copia realizzata da Giambattista Tiepolo e due preziosi carboncini del Tintoretto: la Resurrezione di Lazzaro e la Decollazione di San Cristoforo;
- Sala Espositiva. Anticamente sala di servizio, venne restaurata ed adibita a spazio espositivo nel 2001 grazie alla generosità della famiglia Costantinides. Il pavimento a terrazzo veneziano è ancora perfettamente integro. L’arredamento è essenziale e costituito da due piccole librerie, un cassettone intarsiato del Settecento e dei dipinti di Giovanni Pagliarini, Alessandro Magnasco, Arturo Rietti, Francesco Malacrea, Monsù Bernardo, Pieter Bruegel ed un disegno di Giacomo de Guardi;
- Cucina: è provvista di focolare, credenze e suppellettili appartenuti alla famiglia Sartorio ed altri oggetti donati da Fulvia Costantinides;
- 2 sale ospitanti i capolavori provenienti dall’Istria;
- Cantina vini e deposito carbone;
- Quadreria: situata nell’ex scuderia comprende le collezioni dei Musei Civici di Storia ed Arte;
- Gipsoteca-gliptoteca: inaugurata nel 2000 comprende 600 sculture realizzate tra l’Ottocento ed il Novecento;
- Giardino d’inverno delle sculture;
- Laboratorio di restauro;
- Cappella con arredi originali;
- Sala Giorgio Costantinides per convegni, concerti e conferenze.
Nel sotterraneo si trovano uno spazio espositivo riservato ai gioielli, alle ceramiche ed agli argenti donati da Fulvia Costantinides ed uno spazio espositivo con la Ceramica Italiana degli anni del Medioevo e dell’Ottocento.
Il Primo Piano del Museo Sartorio comprende:
- Atrio degli specchi;
- Sala da pranzo in stile Biedermeier ed arredata con mobili sobri, eleganti e funzionali e sovrapporte realizzate da Bison;
- Salotto degli antenati con ritratti ottocenteschi della famiglia Sartorio;
- Salotto in stile Luigi XVI di Paolina Sartorio, decorato con pannelli ricamati;
- Sala neogotica, dedicata alla musica ed ai giochi;
- Salone delle feste, arredato con mobilio in stile Impero;
- Sala di musica, caratterizzata dalla presenza del pregiato pianoforte costruito dalla F. Ehrbar, che riporta una stampa con il ritratto di Giovanni Guglielmo Sartorio e Salvatore Segrè Sartorio ed un’altra di quest’ultimo con la moglie Anna in abiti di rappresentanza;
- Salotto rosa arredato in stile Luigi XV, con mobili intarsiati neorococò e motivi floreali. Alle pareti sono collocati preziosi dipinti attribuiti a Felice Fortunato Biggi, Giuseppe Roncelli, Francesco Albotto, Lorenzo Scarabelotto;
- Passaggio con acquarelli di Bison;
- Stanza da letto del Duca, in stile Impero. La camera ospitò Emanuele Filiberto Duca D’Aosta nel 1919. Alle pareti sono collocati dei dipinti pregiati del Seicento e del Settecento;
- Trittico di Santa Chiara, con raffigurazioni della vita di Cristo, la morte di Santa Chiara e le stimmate di San Francesco;
- Collezione Rusconi-Opuich, in tre sale.
Il secondo piano del Museo Sartorio è costituito da:
- Atrio con affreschi originali;
- Salone degli specchi;
- Sala da pranzo in stile Luigi XVI;
- Salottino di Anna Sartorio con stucchi dorati e boiserie;
- Sala Tiepolo con esposizione dei 254 disegni tiepoleschi collezionati con passione da Giuseppe Sartorio e donati al Comune di Trieste nel 1910. Alcuni sono stati realizzati fronte-retro e solo 5 sono stati attribuiti al figlio Giandomenico. La sala è adeguatamente climatizzata con un impianto illuminotecnico che conserva i disegni esposti a rotazione in maniera ottimale.
All’interno di questi luoghi è custodita anche l’alabarda di San Sergio, simbolo della città. Si racconta che essa sia caduta dal cielo proprio nel giorno del martirio del santo. La leggenda dell’alabarda vuole che l’alabarda sia inossidabile.
Dove si trova il Museo Sartorio a Trieste
Largo Papa Giovanni XXIII, 1 – Trieste
Per arrivare in Autobus prendere la linea numero 30
Orario estivo da inizio Aprile a inizio Ottobre:
Lunedì chiuso
Martedì, Mercoledì e Giovedì 10:00-13:00
Venerdì e Sabato 16:00-19:00
Domenica 10:00-19:00
Orario invernale:
Lunedì chiuso
Martedì, Mercoledì, Giovedì 9:00-13:00
Venerdì e Sabato 14:00-17:00
Domenica 10:00-17:00
Costo: Gratis
Telefono: 040 6754068