La lapide funeraria di Severilla: una preziosa testimonianza del passato romano di Pontebba

lapide funeraria di Severilla
lapide funeraria di Severilla, Pontebba (Ud) Italy

Tra le esigue testimonianze che oggi possediamo sul passato di Pontebba, ha un ruolo sicuramente di primo piano la lapide funeraria di Severilla. L’opera è datata attorno alla metà del II secolo DC, e costituisce un prezioso indizio riguardante la presenza di un insediamento romano nella zona.

La lapide funeraria di Severilla: descrizione e contenuti

Il manufatto è costituito da un unico blocco di pietra calcarea alto circa 120 cm e dal peso di una tonnellata. Esso presenta tre facce lavorate: quella frontale riporta l’iscrizione dedicatoria e commemorativa, mentre quelle laterali sono occupate da bassorilievi.

Sul lato destro è scolpita una figura giovanile con tunica, in posizione eretta e reggente un rotolo spiegato, forse interpretabile come il dio Ermes (corrispondente a Mercurio nella religione romana) nella sua funzione di psicopompo, ossia di accompagnatore delle anime nell’oltretomba. Sul lato sinistro invece è raffigurata una giovane coperta da una ricca veste, che regge con la mano destra un rotolo o un fascio di spighe, mentre la sinistra sostiene un oggetto difficilmente interpretabile (uno specchio, un disco o un medaglione).

L’iscrizione sulla faccia frontale fornisce poi delle interessanti informazioni aggiuntive. Se ne deduce che l’opera fu commissionata da Onesimo, esattore della gabella romana, per la moglie Severilla, morta prematuramente all’età di 25 anni. Onesimo era stato probabilmente inviato in uno sperduto avamposto dell’impero per svolgere il proprio ufficio e la giovane moglie, forse appartenente alla famiglia dei Severi, l’aveva seguito, incontrando poi la morte in giovane età.

Dal ritrovamento settecentesco ad oggi

La lapide funeraria di Severilla fu rinvenuta dopo secoli di oblio alla fine del Settecento, probabilmente un anno o due prima della citazione fattane dal conte Girolamo Asquini, il quale, nel 1789, afferma che si trovava “in un campo vicino alla Pontebba Veneta”. È probabile che il ritrovamento sia avvenuto casualmente in occasione di scavi atti a proteggere le abitazioni dalle inondazioni, che portarono alla costruzione di dighe sotto la direzione dell’ingegnere e perito Alessandro Rota, il personaggio che rinvenne il manufatto.

Nel 1795 il conte Fabio Asquini acquistò l’opera e la sistemò nel cortile della sua casa a Udine. Quasi un secolo più tardi, nel 1876, il conte Vincenzo Asquini decise di regalarla al Civico Museo della città che, dopo una prima collocazione nella loggia di San Giovanni, la sistemò nel porticato prospiciente la spianata del Castello di Udine.

Il 12 marzo 2011, accompagnata da una cerimonia ufficiale, la celebre lapide è tornata a Pontebba, dove è stata collocata al piano terra del Municipio.

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