La laguna di Grado: il suo fascino

Pasolini gira il film Medea

Per Paolo Pasolini e Maria Callas
Per Paolo Pasolini e Maria Callas

Lo sapevate che nella laguna di Grado c’era una volta la coltura del riso? Erano stati gli Austriaci ad introdurla.

La laguna e l’isola di Grado, dopo il congresso di Vienna del 1815, erano diventate parte dell’Impero Asburgico e dal 1818 anche la Chiesa faceva parte della diocesi di Gorizia.

Lo scrittore Giuseppe Caprin descrive il movimento delle maree con occhi da poeta oltre che da storico. Dice che verso le 8 è come se ci fosse una vasta irrigazione: il mare rientra verso la palude e va a gonfiare i canali. Le isole dei Montoni, di San Giuliano, dei Lovi, dei Busiari e di Barbana sorgono divise da luci di specchi. Cambia tutto l’aspetto del paesaggio.

Alla fine dell’800 in laguna c’erano circa 200 casoni, ma anche alcune chiese e monasteri che vengono fatti risalire addirittura al Patriarca Elia.

Sull’isola di Sant’Andrea sorgeva un monastero, mentre sul lato opposto c’era quello benedettino. Inoltre sull’isola di Barbana, c’era il santuario di Santa Maria, tutt’ora meta di pellegrinaggi, a Gorgo invece c’era il santuario dei Santi Cosma e Damiano.

C’erano ancora tante isole. Caprin cita quella di Domine, quella dei Lovi, dei Busiari, di Montone, Volpera, Volperazza e altre ancora. Gli abitanti vivevano di sole, aria e acqua, dormivano su grossi sacchi di foglie, traevano l’acqua potabile da un barile che veniva riempito ogni settimana, usavano ciotole di argilla per mangiare e bere. Sulle isolette che sparivano sotto l’acqua per riapparire con la bassa marea, i cosidetti Tapi, fissavano delle reti per catturare il pesce che vi restava impigliato con il flusso delle maree.

Le donne in mezzo alla fanghiglia raccoglievano le granseole, gli uomini afferravano a mani nude i ghiozzi.

A Portobuso c’era il tribuno del villaggio che sollevava discussioni, mentre a carnevale si faceva festa, con strane maschere e balli intorno a Nettuno. Quasi tutti i pescatori di palude, uomini e donne, portavano soprannomi suggeriti per lo più dagli attrezzi della pesca o dai pesci di mare.

Come Caprin anche poeti e scrittori dell’800 e del ‘900 sono stati incantati dalla laguna di Grado, dai suoi colori, dagli uccelli che sbucano tra le erbe e il mare con un pesce in bocca, dai cigni, dalle nuvole di uccelli di passo.

Citiamo Ippolito Nievo, Hemingway, Pier Paolo Pasolini e la cantante Maria Callas, interprete del film “Medea”.

Nel 1967 Pasolini va con l’amico Ninetto Davoli a visitare a Cervignano il pittore Giuseppe Zigaina.

Zigaina ha una barca ormeggiata a Grado e spesso esce a pescare.

In una bella giornata di settembre, Pasolini con l’amico pittore fa una straordinaria gita in barca, entro la laguna, attraverso i canali della Schiusa e di San Pietro. Si fermano nel piccolo porto di Anfora per mangiare del pesce ma i gestori del ristorante non ci sono. Così Zigaina tira fuori i viveri e il vino rosso, che si è portato a bordo, e questo banchetto improvvisato scalda il cuore di Pasolini e lo rende allegro. Il regista dichiara di aver trovato il luogo per girare Medea.

Pasolini tornò dopo un anno. Esplorò in lungo e in largo la laguna, fino a decidersi che il luogo era l’isola di Safon, sulla foce dell’Aussa, che presentava un paesaggio arido ed essenziale.

Il regista cercava un luogo al di fuori del tempo che potesse fare da sfondo ad una tragedia senza tempo.

Zigaina descrive Maria Callas, la Medea, come una donna autentica, buona e in un certo senso, primitiva, dotata di un intuito geniale. Era bella, soprattutto quando parlava di musica perchè le si accendevano gli occhi. Il film fu girato nel caldo luglio del 1969.

La Callas non era capricciosa e non corrispondeva la ritratto che di lei aveva fatto una certa stampa: diva altezzosa e pretenziosa. Entro una tenda si vestiva e si truccava da Medea con attenzione, con rispetto degli orari e con gentilezza verso i colleghi della troupe.

Il film piacque ed ebbe un gran successo di pubblico e di critica.

Grado fu grata a Pasolini per la pubblicità che ne derivò ed il Sindaco consegnò ufficialmente al regista un casone in uso per 99 anni, secondo le usanze gradesane.

Pasolini lo frequentò per molti anni, portandovi amici, attori, gente del cinema e proiettando a Grado le anteprime dei suoi film come Il Decameron e I Racconti di Canterbury.

Da questo connubio del regista con Grado nacque la rassegna cinematografica estiva “Lagunamuvies” che si svolge a Motta Savon.

Si consiglia per approfondimento dei temi la piacevole lettura de: La storia di Aquileia e di Grado di P. Scandaletti.

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