Dal 1077 il Patriarca Sigerardo fu investito della Contea del Friuli dall’Imperatore Enrico IV di Sassonia, figlio di Federico Barbarossa. Da questa data fino al 1420 il Patriarcato del Friuli fu guidato da diverse figure di patriarchi che riconobbero la Carnia come parte dello stato patriarchino, ma al contempo come una sub-regione a se stante dotata di un’organizzazione amministrativa, giudiziaria e militare autonoma. Questa autonomia venne conservata anche quando, dopo il 1420, Venezia s’impossessò del Friuli.
Per la Diocesi di Aquileia non esiste alcun elenco di Pievi prima del 1247. In tale data viene fatto questo elenco in funzione di una tassazione, probabilmente per contribuire all’organizzazione della crociata.
Le direttive in tal senso vengono date dal Patriarca Bertoldo di Melania, in ossequio ai voleri di Innocenzo IV.
Solo dopo il 1296, sempre per ragioni fiscali imposte dal Papato, si ottiene il primo elenco completo delle Pievi carniche:
- Pieve di Socchieve
- Pieve di Ampezzo
- Pieve di Forni
- Pieve di Invillino
- Pieve di Verzegnis
- Pieve di San Pietro
- Pieve di Enemonzo
- Pieve di Cavazzo
- Pieve di Tolmezzo
- Pieve di San Floriano a Illegio
- Pieve di Gorto
Cos’era la Pieve
La Pieve era il centro di raccolta delle decime ecclesiastiche su un determinato territorio. La Pieve, a differenza della Cattedrale, dove diceva messa il Vescovo, era la chiesa battesimale sia cittadina che rurale. Nel caso si trovasse furi dalle mura della città doveva avere anche un cimitero.
Presso la Pieve risiedeva il Pievano che curava le anime, le battezzava, presiedeva al rito funebre. Ogni Pieve aveva il suo territorio ed una propria popolazione di fedeli che faceva riferimento alla Pieve nelle circostanze importanti dell’esistenza come la nascita, la morte le feste solenni.
In età Carolingia era stato introdotto l’obbligo per ogni fedele di versare annualmente la decima parte dei redditi alla propria Pieve. Questa tassa obbligatoria permetteva la ricognizione dei fedeli di ogni piviere.
Tutte le Pievi sono poste lungo le antiche vie di comunicazione: quelle che percorrevano le Valli del Tagliamento (Cesclans, Verzegnis, Invillino, Enemonzo, Socchieve, Ampezzo, Forni di Sotto), le Valli del But (Illegio, Santa Maria di Tolmezzo, San Pietro) e del torrente Gorto (Santa Maria)
È difficile chiarire l’origine delle Pievi Carniche perché, le prime notizie documentate risalgono agli inizi del XII secolo.
Nei primi secoli dell’era volgare il Cristianesimo si diffuse lungo la strada consolare che venendo da Gemona raggiungeva e percorreva la Valle del But. Fu così che tra il 381 e il 480 Zuglio divenne sede Vescovile. Ma i suoi abitanti cominciarono ad abbandonarla fin dal V secolo a causa delle incursioni dei Barbari che saccheggiarono la città e incendiarono la Basilica.
È probabile che nel 705, a causa di una scorreria Slava, il Vescovo zugliese Fidenzio si stabilì a Cividale. Intono al 737 il Patriarca Callisto, trasferitosi da Cormons alla città Ducale, cacciò da Cividale il successore di Fidezio, Amatore, temendo di essere offuscato da lui.
Fu così che la Diocesi di Zulio venne soppressa e inglobata nella Diocesi di Aquileia.
La scomparsa di Zulio portò a una riorganizzazione del suo territorio. Qui la diretta erede della Chiesa Cattedrale fu la Pieve di San Pietro.
Il Castello d’Invillino, di cui parla Paolo Diacono, era sorto in una posizione strategica che gli consentiva di controllare la Valle del Tagliamento, quella del Degano e del But. Non lontano (intorno al VI – VII secolo) venne eretta una Pieve intitolata a Maria Maddalena. Si sa che entro il XII secolo dovevano essere sorte le altre Pievi di cui si fa menzione nei documenti.
Attualmente le Pievi della Carnia, dopo molte vicissitudini che hanno causato crolli, distruzioni e rifacimenti, costituiscono un itinerario di grande interesse. Le elenchiamo immaginando un percorso che parta da quella di Illegio fino a quella di San Pietro di Imponzo.
- Pieve di San Floriano ad Illegio
- Pieve di Santa Maria a Olrebut di Tolmezzo
- Pieve di Santo Stefano a Cesclans di Cavazzo
- Pieve di San Martino a Villa di Verzegnis
- Pieve di Santa Maria Maddalena a Invillino
- Pieve dei Santi Ilario e Taziano a Enemonzo
- Pieve di Santa Maria Annunziata a Socchieve
- Pieve di Santa Maria del Rosario a Forni di Sotto
- Pieve di Santa Maria di Gorto a Cella di Ovaro
- Pieve di San Pietro a San Pietro di Imponzo