Da Via Monastero Maggiore, imboccando Stretta Santa Maria di Corte (che si apre a sinistra della cosiddetta Casa Medievale o Casa dell’Orefice, ossia la casa più antica di Cividale del Friuli – risale al XIII secolo!), si giunge all’omonima chiesetta barocca. L’esistenza di questa è documentata già nel 1122, ma nasce come cappella prima della Corte ducale, poi di quella patriarcale. Nel 1222 passa sotto la giurisdizione del Capitolo di Cividale, poi nel 1286 sotto quella della famiglia Villalta-Guspergo, che si occuperà di restaurarla, e infine sotto i Nicoletti, nel 1564.
Tra il 1680 e il 1690 viene ingrandita e riceve il suo aspetto attuale, secondo uno stile barocco moderato. Il piccolo campanile invece è più antico: di stile romano-gotico, ha una curiosa cuspide in cotto, a forma di pigna – si tratta dell’ultima rimasta del genere.
L’affresco di Santa Maria di Corte
Una delle parti più interessanti di questa chiesa è senz’altro il lacerto d’affresco duecentesco; non è rilevante per una sua particolare eleganza o raffinatezza, bensì proprio come conferma dell’antichità della chiesetta stessa. Si trova all’interno, sotto l’arco trionfale di sinistra: vi è rappresentato un Cristo Pantocreatore seduto in trono, con un libro nella mano sinistra e la mano destra alzata, in atto di benedizione. Con molte probabilità si trattava di un affresco che copriva le pareti dell’antica cappella.
Gli altari della chiesa di Santa Maria di Corte
Anche i piccoli altari in pietra ai lati sono molto curiosi; in particolare, in quello di sinistra, dietro l’ingombrante sovrastruttura che lo copre, si nasconde un elegante tabernacolo con candelabri e due angioletti, tutto scolpito in stile rinascimentale lombardesco; riporta la data 1517. In origine la colorazione era grigio e oro, ma venne rovinata da una invadente stesura di colore ad olio.
Nell’altare di destra si trova invece una tela raffigurante una “Santa Agnese”: opera probabilmente di Benedetto Caliari o comunque della bottega, anche se viene tradizionalmente attribuita a Paolo Veronese. È stato comunque trovato il contratto, datato nel 1590.
L’altare centrale, del presbiterio, è dotato di marmi e di una pala del 1601 di un pittore veneziano, Alberto Misser, vissuto tra XVI e XVII secolo. In questa pala – dedicata a Santa Maria della Cintura – vediamo la Madonna circondata da San Vincenzo, Sant’Agostino e Santa Monica.
L’interno è stato completamente restaurato recentemente, ma la chiesetta è chiusa al culto da decenni: al suo interno si svolgono oggi manifestazioni culturali e concertistiche.
È interessante notare che lungo Via Patriarcato, dirigendosi quindi verso il Duomo, si possono notare infissi presso gli ingressi delle case dei piccoli stemmi in pietra, per ricordare le famiglie di Cividale del Friuli che vi abitavano un tempo.
Curiosità
Vicino alla chiesa di Santa Maria di Corte, sulla parete destra della casa d’angolo, si trova una piccola lapide del 1570, con su scritto “Destructa Civitas ab Ant. Acciarino reedificatae MDLXX”. Il significato potrebbe essere: la città, distrutta, fu ricostruita da Antonio Acciarino. Probabilmente si trattava di un qualche addetto del Capitolo di Cividale del Friuli che si dedicò animatamente a rimuovere le tracce di antichità per sostituirle con una specie di “architettura nuova”.