Dopo il ponte del Diavolo, proseguendo lungo via Borgo di Ponte, superata la chiesa di San Martino si giunge alla chiesa di Santa Maria dei Battuti. Insieme all’adiacente ex Ospedale Civile, era di proprietà della Confraternita dei Flagellanti (o Battuti), sorta a Cividale del Friuli già nel 1289. Questa nacque con uno scopo prevalentemente di penitenza, ma col tempo divenne la confraternita più ricca di Cividale.
Allora si decise nel 1444 di costruire una nuova e bellissima cappella, decorata sia all’interno che all’esterno, il cui presbiterio fu però completato solo tra il 1519 e il 1522.
La facciata subì delle modifiche da parte di Benedetto e Giovanni degli Asturi nel 1536, e in seguito venne affrescata da Giovanni da Udine – il cui lavoro, purtroppo, è andato completamente perduto: a causa sia del tempo, sia di alcuni dirigenti che vollero “disinfettare” le pareti dipingendole di bianco.
L’interno della Chiesa di Santa Maria dei Battuti
Le tele ai lati del presbiterio, inizialmente attribuite a grandi artisti, sono opere mediocri di scuola veneziana del Seicento. Un tempo nella chiesa si trovavano molte altre opere d’arte di grande pregio, che però andarono perdute.
La pala d’altare della Chiesa di Santa Maria dei Battuti
L’opera probabilmente migliore della chiesa – forse perché una delle poche rimaste – è la splendida pala dell’altare maggiore: si tratta di un polittico di Martino da Udine, vissuto a cavallo tra il Cinquecento e Seicento, il quale era noto come “Pellegrino da San Daniele” grazie a dei meravigliosi affreschi che aveva eseguito nella chiesa di Sant’Antonio abate a San Daniele. Quando dipinse la pala di Cividale era quasi sessantenne, ma grazie all’attiva partecipazione di un suo discepolo e collaboratore, Sebastiano Florigero, si può comunque notare una certa vitalità nella composizione.
La tradizione vuole che che Pellegrino, come compenso per l’aiuto nella realizzazione dell’opera, avesse offerto a Florigero non denaro, bensì la mano della propria figlia Aurelia in matrimonio!
Un tempo questo polittico era formato da cinque parti, di cui due laterali sono andate perdute, e la cornice intagliata – di cui non è rimasto altro che due putti alati – era opera di un certo Zuane Greco, che soleva collaborare con il Pellegrino.
Le due ali dell’ormai trittico sono sicuramente opera del giovane Sebastiano Florigero, e rappresentano l’una San Sebastiano, l’altra San Michele, mentre nella parte centrale si riconosce la Madonna in trono con il Bambino, attorniata da quattro sante e da San Giovanni Battista e San Donato. Quest’ultimo, patrono di Cividale del Friuli, tiene in mano una miniatura della città su un piatto.
La pala venne completata probabilmente fra il 1525 e il 1529.
La Chiesa di Santa Maria dei Battuti oggi
La chiesa non è più aperta al culto, ma diventerà fra poco un Museo Cristiano Cittadino dove raccogliere opere religiose poste in luoghi dove risultano poco visibili; ad esempio, fanno parte del patrimonio della chiesa una croce astile veneziana, di fine ‘500, e due calici d’argento dorato; l’uno di scuola austriaca del Cinquecento, l’altro del Seicento ma di scuola veneta.
L’origine dei Battuti
La confraternita ebbe origine a Cividale quando Asquino Decano di Aquileia si recò a Cividale del Friuli insieme ai suoi penitenti: gente che camminava per le strade percuotendosi il petto nudo. Una cinquantina di Cividalesi si unirono agli Aquileiensi, dando così origine alla Confraternita dei Battuti di Cividale del Friuli.