Chiesa dei Santi Silvestro e Valentino a Cividale

chiesa dei santi Silvestro
chiesa dei santi Silvestro

Lungo Via Carlo Alberto si trova la moderna chiesa dei Santi Silvestro e Valentino. Ha una storia piuttosto travagliata: l’antica chiesa venne distrutta da un incendio nel 1272, appiccato dalla fazione Portis-Villalta: la ricostruzione fu completata ben dieci anni dopo. Della chiesa antica rimangono praticamente solo i muri perimetrali, che vennero comunque sistemati nuovamente nel XVIII secolo. Il nome di San Valentino le arriva dal 1547, anno in cui le venne concesso un altare; era in particolare per la Fraternità di San Valentino, un gruppo di frati che era solito riunirsi in quella chiesa.

La parrocchia della chiesa di San Silvestro era responsabile anche delle chiese di San Marco (situata a Rubignacco) e quella di San Mauro – la quale si trovava allora a Zuccola, ma che ora non c’è più.

L’aspetto odierno della chiesa dei Santi Silvestro  e Valentino

Viene chiamata “moderna” perché molte delle ristrutturazioni che questa chiesa di Cividale del Friuli ha subito sono relativamente recenti: alcune avvennero nel Settecento – il portale, ad esempio, fu seguito durante la prima metà del XVIII secolo – ed all’inizio dell’Ottocento: dopo di questi la chiesa assunse all’incirca il suo aspetto attuale. Gli ultimi riarrangiamenti risalgono agli inizi del Novecento: furono ad esempio murate due grandi finestre della facciata, limitando così la presenza della luce all’interno dell’edificio.

L’interno della chiesa dei Santi Silvestro e Valentino

L’altare di San Valentino è, possiamo dire, esponente del suo tempo. Risale al periodo barocco, e rispecchia pienamente i gusti veneziani di allora.

All’interno della lunetta del presbiterio, sul soffitto della sacrestia e nel coro si trovano dei modesti affreschi, opera del pittore Giulio Quaglio; in particolare, nel presbiterio si trova una “Annunciazione”.

Il soffitto della chiesa cividalese è stato invece dipinto agli inizi del Novecento (intorno al 1920) dal pittore gemonese Francesco Barazzutti.

Molto interessanti possono essere una statua in marmo, opera forse di Giuseppe Torretti (vissuto a cavallo del XVII e XVIII secolo), e un grande crocifisso in legno, scolpito nel 1566 dal maestro Orazio Liberale da Udine. Questo in origine apparteneva alla chiesa di San Domenico, ma un priore di quel convitto, un certo Francesco Guidoni da Treviso, lo regalò alla chiesa di San Silvestro di Cividale. In seguito, nel 1810, il convento di San Domenico fu soppresso da Napoleone Bonaparte.

Troviamo ovviamente anche mobili dello scultore ed ebanista cividalese del Settecento, Matteo Deganutti: un mobile, conservato all’interno della sacrestia, e i due confessionali in legno. Le stazioni della Via Crucis sono settecentesche, così come uno splendido calice, conservato nella sacrestia, dell’orafo cividalese Giulio Fada.

L’altare della Madonna

L’altare della Madonna è caratterizzato anche da una piccola tela, che segue una corrente veneto-friulana, con una “Madonna Allattante”; di Gian Battista Pittoni, o di un suo stretto seguace, notevole la “paletta” con la Sacra Famiglia, in origine proprietà della famiglia De’ Portis, che la conservava all’interno della cappella di casa.

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