Cornino (Forgaria del Friuli) e l’itinerario sui luoghi della grande guerra

Cornino e l'itinerario sui luoghi della grande guerra

L’itinerario, che ha lo scopo di visitare alcuni luoghi importantissimi in relazione alle strategie di ritirata degli Italiani, incalzati dagli Autori-Tedeschi, parte da Cornino di Forgaria.

Un punto nevralgico è stato il territorio attorno “all’isolotto del Clapat”, che oggi divide in due tronconi il ponte di Cornino, dove si verificò lo sfondamento della linea del Tagliamento da parte del nemico.

L’itinerario, come si è detto, parte da Cornino, un paesino del comune di Forgaria, ora noto per il bel laghetto dalle acque limpide che si trova la centro di una Riserva Naturale, entro la quale è stato avviato il Progetto Grifone. Si tratta di un iniziativa molto interessante rivolta a reintrodurre nell’area il grifone, come rapace nidificante, che di fatto sembra gradire questo territorio ed in particolare la parte rocciosa e scoscesa del Monte Prat.

Da Cornino ci si avvia lungo la carrabile fino giungere al ponte sul Fiume Tagliamento. Si trascura il viadotto stradale e si va verso la struttura ferroviaria. Si scende lungo una stradina, si supera la ferrovia grazie ad un sottopassaggio e si inizia a salire sul Clapat che sovrasta il Tagliamento.

Sulla sommità del Clapat, alto 30 metri, è stato eretto un monumento ai caduti che difesero strenuamente il territorio dal 30 Ottobre al 2 Novembre 1917.

Dopo la ritirata di Caporetto il Corpo D’Armata del Generale Antonino Di Giorgio, con le brigate di fanteria “Barletta”, “Bologna”, “Lario”, “Lombardia” e altre unità minori, ricevette l’ordine di ritardare il più possibile l’avanzamento degli Austro-Germanici. Era di vitale importanza organizzare la resistenza ad oltranza da parte della retroguardia per consentire al grosso dell’esercito italiano di riorganizzarsi sulla linea del Piave.

Purtroppo il Maggior Generale Di Giorgio disponeva solo di circa 20.000 uomini, mal attrezzati e con scarse munizioni, rispetto ai 50.000 uomini del nemico.

Gli Italiani avevano difronte ben 4 Divisioni Austro-Germaniche: La 12° Divisione Germanica Slesiana, la 50° Divisione Austro-Ungarica, la 55° Divisione Austro-Ungarica e la 13° Divisione Schützen Austriaca.

Lo scopo del nemico era quello di superare il fiume Tagliamento e percorrere la pedemontana pordenonese per dilagare nella pianura veneta ed annientare gli italiani.

Il monte di Ragogna, i monti intorno al Ponte di Pinzano, le alture che circondano Muris furono i luoghi dove si svolsero le fasi più drammatiche dello scontro che portò alla perdita dell’interra brigata “Bologna”, di alcune compagnie di mitragliatori e di parte degli uomini della “Barletta”.

Il Commando Supremo Italiano aveva dato disposizioni per far saltare i ponti di Pinzano  e di Pontaiva per contrastare l’avanzata del nemico.

Il Colonnello Brigadiere Rocca ordinò ai fanti della “Bologna” di combattere fino allo sfinimento, preso atto dell’intrappolamento dei suoi uomini tra il nemico soverchiante (difronte) ed il Tagliamento in piena (alle spalle).

Lo stesso generale prussiano Von Bellow riconobbe l’eroismo della brigata “Bologna” e concesse ai pochi superstiti l’onore delle armi, il massimo riconoscimento che i vincitori possono concedere a un esercito vinto.

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