Pasqua e turismo all’epoca del Covid-19

pasqua mediatica

Il calendario suddivide il tempo in momenti quotidiani e in momenti speciali. A questa seconda categoria appartengono i giorni festivi, le ricorrenze personali come il compleanno, e le feste collettive, civili o religiose, come la Pasqua.

Il carattere religioso di questa festa, che appartiene al calendario cristiano, è fortemente sentita dalla popolazione di credenti la quale partecipa a una serie di ritualità connesse alla morte ed alla resurrezione di Cristo: il digiuno, le preghiere collettive durante il venerdì santo, tempo di lutto e attesa, la Pasqua come celebrazione del giorno del Signore, annuncio di nuova vita. Tuttavia esiste anche un risvolto laico della Pasqua, vissuta come occasione ricreativa e rilassante, in accordo con una certa mondanizzazione delle feste religiose e del diffuso consumismo.

La Pasqua si inserisce in un momento dell’anno che coincide con l’esplosione della primavera, il rinnovarsi della vita della natura, gli accoppiamenti, gli amori, il bisogno di gioia.

Quest’anno, 2020, imperversa il Coronavirus. L’hashtag “iorestoacasa” si è imposto per misure precauzionali, ma si scontra con una spinta istintuale verso la speranza di guarigione collettiva, il bisogno di uscire all’aria aperta e di assistere alla riapertura dei negozi e delle fabbriche.

La Pasqua accentua la necessità di comunicazione e di condivisione, che poggia sulla relazione sociale, di cui gli umani non possono fare a meno. Il rinnovamento e la resurrezione dalla pandemia sono anche nelle attese della comunità globale.

Attualmente in Italia le notizie fanno sperare in un calo dei nuovi casi di contagio, ma la quarantena, che per tutti è assimilabile ad una lunghissima quaresima, continuerà anche dopo Pasqua. Nella tradizione la Quaresima è costituita dai quaranta giorni che precedono la Pasqua durante i quali si fa penitenza e si digiuna.

Come passare la festa pasquale? In famiglia, rispettando il più possibile le tradizioni culinarie e ricorrendo ai collegamenti informatici, che consentono una visualizzazione in streaming dei nostri cari durante il pranzo di Pasqua.

In molte zone del Friuli Venezia Giulia i preparativi per la Pasqua occupavano l’intera settimana della Passione. Il Venerdì Santo, nei paesini e nelle città, la processione del Cristo chiamava a raccolta i fedeli. Nelle campagne si evitava di rivoltare la terra per non disturbare il corpo di Cristo sepolto.

A livello domestico c’era un’intensa collaborazione sia per pulire ed addobbare la casa per il pranzo di Pasqua, sia per preparare i cibi tradizionali: gubana, focaccia, pinza, titola, torta salata come quella pasqualina e naturalmente uova sode colorate. Nel dopoguerra negli orti e nei giardini si nascondevano le uova sode dipinte per i bambini e la caccia alle uova rappresentava un divertimento collettivo.

Oggi la comunicazione via internet consente di realizzare una forma surrogata di comunione interpersonale che include: messaggi, video chiamate, invio di selfie  e di fotografie dei familiari, di interni, di paesaggi, filmati delle tavole pasquali.

I media danno luogo a nuove molteplici forme di relazioni e, grazie all’accelerazione tecnologica, si è modificato il rapporto con lo spazio e con il tempo, per cui a Pasqua sarà possibile essere contemporaneamente presenti in tutte le abitazioni dei nostri cari, mantenendo un contatto virtuale, che è comunque una buona forma partecipativa. La sola a disposizione per chi ha adeguate abilità informatiche.

L’offerta turistica di Pasqua è inesistente ed è impossibile visitare i luoghi della tradizione, le chiese, le piazze, le trattorie. Gli spazi si sono ristretti al proprio domicilio. Tuttavia lo scambio di immagini e di frasi destinate a sottolineare il momento, l’attimo presente, sottolineano quel bisogno di esserci per l’altro, nonostante la distanza fisica.

Va bene allora anche questa Pasqua mediatica, con il video sempre acceso, tutti collegati, cercando di attivare una circolazione di energia che eviti la caduta nella solitudine e nell’isolamento. Il turismo si riaccenderà perché abbiamo tutti bisogno di luoghi di libertà, vicini o lontani, dove godere la bellezza dei paesaggi e dello spazio condiviso, che ci faccia sognare momenti di benessere e felicità

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