La Cripta degli Affreschi nella Basilica di Aquileia

cripta degli affreschi
Cripta degli affreschi nella Basilica di Aquileia

La Cripta degli Affreschi è uno dei segreti più preziosi custoditi dalla Basilica di Aquileia. Collocata al di sotto dell’altare principale, si presenta agli occhi del visitatore come un piccolo scrigno ricco di colori vividi e di architetture eleganti e lineari. Un motivo in più per visitare Aquileia e la sua attrazione più celebre.

Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia: gli affreschi della cripta

Dopo aver ammirato la maestosità del corpo principale della Basilica di Aquileia, con i suoi sontuosi mosaici, i visitatori possono trovare ulteriore motivo di stupore nella Cripta degli Affreschi. L’accesso alla cripta si trova nei pressi della gradinata che porta all’altare principale.

L’impatto con l’ambiente raccolto e mistico della cripta è subito emozionante. La vivacità degli affreschi a parete e sulla volta valorizza l’armonica geometria formata dalle colonne centrali, che dividono lo spazio in tre piccole navate.

La storia della Cripta degli Affreschi

La costruzione della Cripta degli Affreschi risale al IX secolo, l’epoca in cui il Patriarca di Aquileia Massenzio apportò notevoli innovazioni al complesso della Basilica; due secoli dopo ci sarebbe stato l’ulteriore intervento edilizio voluto dal Patriarca Poppone, che interessò anche la cripta con la creazione dell’abside, e che culminò con la consacrazione della chiesa nel 1031.

La cripta fu edificata per custodire le spoglie di alcuni santi, tra cui Ermacora e Fortunato, patroni di Aquileia e oggi Santi protettori dell’intera regione del Friuli Venezia Giulia. Proprio alla loro figura è dedicata buona parte degli affreschi, tutti risalenti al secolo XII.

Gli affreschi dedicati ai Santi Patroni Ermacora e Fortunato

Sulle volte a crociera della cripta, infatti, è possibile apprezzare quattro grandi dipinti che descrivono la parabola terrena di Ermacora, primo vescovo di Aquileia, e del suo diacono Fortunato.

Nel primo episodio è ritratto San Pietro nell’atto di incaricare San Marco dell’opera di evangelizzazione della città di Aquileia. Il secondo dipinto ritrae l’investitura a vescovo di Ermacora, proprio per mano di Pietro, con la figura di San Marco a completare il quadro.

Il terzo affresco, di forte impatto emotivo, rappresenta la decapitazione di Ermacora per mano di un soldato, nell’ambito della persecuzione dei cristiani; sullo sfondo, Fortunato attende impotente lo stesso destino. L’ultimo dipinto riporta il conseguente atto di sepoltura.

La Passione di Cristo e gli altri affreschi

La raffigurazione della storia dei santi Ermacora e Fortunato costituisce solo una parte dell’importante opera pittorica presente sulle pareti e sulla volta della Cripta degli Affreschi.

Le quattro lunette laterali riportano scene relative alla Passione di Cristo: la Crocefissione, la Deposizione, la sepoltura di Gesù e poi la rappresentazione del trapasso di Maria.

Sui pennacchi di raccordo sotto la volta, invece, sono raffigurati diversi Santi, come San Giovanni e San Nicola. In basso, sul velario, spicca la raffigurazione dell’inseguimento di un cavaliere nei confronti di un saraceno armato di arco e freccia.

Mirabile, infine, l’affresco che campeggia nella parte centrale della volta, raffigurante la Vergine con Bambino sul trono.

In generale, gli affreschi della cripta, databili nella seconda metà del XII secolo, all’epoca del patriarca Ulrico di Treven, testimoniano l’incontro delle culture artistiche Orientale e Occidentale di quell’epoca.

Il complesso pittorico dimostra un’eccezionale armonia nelle forme e nei colori, che non mancherà di stupire chi vorrà ammirare gli affreschi da vicino.

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