Basta partire da Piazza Libertà avvero Piazza della Stazione verso le rive per cogliere un aspetto di Trieste: la sua grandiosità.
Il succedersi ininterrotto di palazzi maestosi, talvolta di gusto neoclassico, che fanno pensare alle importanti capitali mitteleuropee rendono questa città diversa da Udine, Pordenone o dagli importanti centri friulani. Le dimensioni più piccole, l’impostazione medievale dei centri, o la patina veneziana dell’entroterra sembrano non condividere nulla con il taglio urbanistico Asburgico dato a Trieste.
All’imboccatura di Corso Cavour c’è già in evidenza il palazzo delle Assicurazioni Generali (1881), si prosegue e si giunge al Canal Grande realizzato nel 1756 con lo scopo di far entrare le imbarcazioni fin dentro la città per scaricare le merci.
Il grande cambiamento di Trieste lo si deve soprattutto al 1719 e cioè alla concessione del porto franco. Ecco che con l’apertura del porto vengono metaforicamente abbattute le mura medioevali, se ancora esistevano, e molta gente da fuori si sposta a Trieste attirata da nuove possibilità di espansione commerciale.
I ricchi forestieri pensano e realizzano una nuova realtà urbana.
Il porto franco non vale solo per Trieste ma anche per Fiume. Lo sviluppo di entrambe le comunità trova conferma visiva dallo stile architettonico dei grandi palazzi che sia a Trieste sia a Fiume vengono edificati in riva al mare.
Torniamo al Canal Grande (che arrivava fino alla Chiesa di Sant’ Antonio mentre ora risulta interrato nell’ultimo tratto) ed ai palazzi che lo circondano. Questo cuore moderno della città viene chiamato Borgo Teresiano. La sua realizzatrice è l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria che nel ‘700 decide di bonificare la zona e costruisce lunghe ed eleganti strade rettilinee, le quali si sviluppano intorno al Canal Grande che abbiamo sotto gli occhi.
Il tutto dà un senso di respiro e di ricchezza. In particolare c’è il Palazzo Carciotti con una facciata imponente arricchita da 6 colonne e, sopra una balaustra, da 6 statue dello scultore Antonio Bosa. Le statue rappresentano: Minerva, la Fama, la Giustizia, Mercurio, l’Abbondanza, Silvo. Dietro queste sculture è visibile una cupola rivestita di rame.
Molto bello è anche un interno del palazzo in cui primeggiano l’atrio e lo scalone adorno di statue. La costruzione è stata realizzata su progetto di Matteo Pertsch e terminata nel 1806.
Se proseguiamo, con a destra il mare, vediamo che a sinistra si erge l’Hotel de La Ville del 1839, costruito dall’architetto Giovanni Degasperi, poi c’è la chiesa di San Nicolò dei Greci. Andando avanti si arriva in piazzetta Tommaso in cui ha sede il celebre Caffè omonimo, tradizionale luogo di ritrovo di intellettuali e irredentisti. Ancora avanti e siamo in Piazza Unità d’Italia, uno dei punti più suggestivi della città.