Itinerario da San Daniele alla Val Colvera

Da San Daniele alla Val Colvera

L’itinerario qui consigliato, che attraversa due dei fiumi friulani, e quindi offre diversi paesaggi suggestivi e ambienti naturalistici, necessita di una giornata intera, considerando la visita e le soste. Non c’è un periodo consigliato, però viene suggerito di usare l’automobile.

La prima tappa del percorso è San Daniele del Friuli, e da Trieste si raggiunge facilmente percorrendo l’autostrada in direzione di Udine Sud, e da qui si prosegue in direzione Tarvisio, fin quando si trova la segnaletica che indica San Daniele e Fagagna.

Dopo aver attraversato il centro di Fagagna, si procede sempre seguendo le indicazioni per San Daniele. Da Udine invece si può raggiungere il paese prendendo la strada regionale 464 verso Fagagna, e da Pordenone si prende la strada verso Spilimbergo lungo la strada regionale 177, e prima di giungere al centro di Spilimbergo, si deve prendere nuovamente la strada verso Udine, questa volta però andando verso Udine nord e verso San Daniele lungo la strada regionale 463.

La cittadina di San Daniele è posta sulla cima di una collina, ma il Duomo non risulta difficile da raggiungere. La cittadina è molto nota per il pregiato prosciutto, e, con un po’ di anticipo, si può prenotare una degustazione o riservare un tavolo in uno dei ristoranti locali.

Come prima cosa si consiglia la visita al Duomo dedicato a San Michele Arcangelo, costruito su progetto dell’architetto veneziano Domenico Rossi. Inoltre, è di grande fama la biblioteca Guarneriana, grazie ai suoi preziosi contenuti. O ancora, la chiesa di Sant’Antonio Abate, anche detta la “Sistina del Friuli”, per lo splendido ciclo di affreschi rinascimentali.

Per concludere, è consigliata la visita al Museo del territorio, con il suo ricco percorso tra etnografia, arte sacra, e archeologia.

Conclusa la visita, ci si dirige verso Ragogna. Si scende dunque lungo via Umberto I e si svolta a destra in via Tagliamento, ci si tiene a destra e si prosegue dritti fino ad un semaforo. Attraversato l’incrocio, si continua lungo la stessa direttrice, così raggiungendo Ragogna.

Lungo questo percorso, l’intera area del monte di Ragogna risulta di estremo interesse in relazione alle vicende della Grande Guerra. Se si decide di fermarsi, la maggior parte dei diversi punti di interesse è facilmente raggiungibile con l’automobile o anche a piedi, per godere meglio il paesaggio. Alcuni dei punti più interessanti sono la frazione di San Pietro, il Castello ed il museo della Grande Guerra. Il Castello è collocato su un promontorio di roccia, mentre il museo si trova a San Giacomo di Ragogna.

Nel caso la sosta a Ragogna non vi interessi, si procede in direzione Pinzano, attraversando il Tagliamento con i suoi colori brillanti. Appena fuori dal centro abitato, bisogna fare attenzione perché, dopo una leggera curva in salita, bisogna prendere a destra la deviazione verso Sequals.

Questo paese è riconosciuto per l’abilità dei suoi artigiani mosaicisti e per essere il paese natale del campione Primo Carnera. Dopo aver superato anche il torrente Meduna, si percorre una decina di chilometri per poi arrivare a Maniago, cittadina che ci offre due validi punti d’interesse: il Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie, e Piazza Italia, con i suoi edifici storici. La cittadina è celebre per la produzione di coltelli e arnesi da taglio, con una tradizione che si può far risalire al ‘400.

Per uscire da Maniago e dirigersi verso l’ultima tappa dell’itinerario, cioè la Val Colvera, ed in particolare i borghi del Comune di Frisanco, bisogna lasciarsi alle spalle il Museo delle Coltellerie, e alla sinistra Piazza Italia.

Ci si ritrova su un incrocio e si segue l’indicazione per Poffabro; tra le abitazioni si giunge poi ad un altro incrocio, con le indicazioni per Frisanco, dopodiché basta seguire queste indicazioni per arrivare in Val Colvera. Al termine della strada, si può scorgere il monte Raut, che domina questi luoghi.

Una volta arrivati a Frisanco, si consiglia di passeggiare tra le case del borgo, senza alcuna meta, proprio per apprezzare la celebre architettura rurali che costituisce la peculiarità di questi paesetti. Vale la pena visitare “Da li mans di Carlin”, un’esposizione con modelli in scala che un residente del luogo ha lasciato come testimonianza del passato.

A questo punto si deve tornare verso la strada che ci ha condotto fin qui, e bisogna dirigersi verso Poffabro, per ammirare altri esempi di architettura rurale. Accanto al Duomo si trova uno dei Centri visitatori del Parco delle Dolomiti Friulane, dedicato all’arte casearia ed al lavoro nelle malghe. L’ultima tappa del percorso è Casasola, un borghetto che ci regala un’altra prospettiva del monte Raut.

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